L’approfondimento di oggi è dedicato interamente al floorball, uno sport emergente ma ancora poco conosciuto in Italia.

Detto anche unihockey, il floorball é uno sport di squadra praticato sia da maschi sia da femmine. La superficie del campo su cui si gioca non é né di ghiaccio, né di erba, bensì può essere di plastica o di legno. Il contatto fisico durante il gioco é proibito, a differenza dell’hockey classico. Una partita é composta da tre tempi di venti minuti ciascuno. Si tratta di un gioco molto intenso e veloce.

Ho intervistato Stefano Murace, 18 anni, che nonostante l’impegno della maturità, trova anche il tempo per dedicarsi agli allenamenti con la squadra Viking Roma Floorball Club.

Nel 2011 ha partecipato alle qualificazioni della “Men’s EuroFloorball Cup” e dal 2013 fa parte della nazionale U19, stesso anno in cui ha affrontato per la prima volta le qualificazioni ai campionati mondiali. Nel 2015 Stefano, con il numero 14, diventerà il capitano della nazionale giovanile.

Come ti sei avvicinato al Floorball, non proprio il più popolare degli sport?

Ho conosciuto questo sport tramite il mio maestro di ginnastica delle elementari, che offriva un corso dopo l’orario scolastico con tre sport a rotazione, tra cui il floorball. Pratico questo sport dalla terza elementare, anche se a livello agonistico solo da 5 anni.

Nel calcio si scende in campo in 11 e nella pallanuoto si gioca in 7, per il Floorball cosa ci dici? E, sopratutto, tu che ruolo ricopri?

 C’è da sapere che si gioca 5 contro 5 più un portiere a testa e ci sono varie formazioni: le principali sono 2-1-2 e 2-2-1. Nel 2-2-1 sono la punta, colui che, in attacco, è il più avanzato di tutti e che, in situazione di gioco difensivo, dà il via al contropiede.

Perché hai scelto di praticare il floorball e non sport di squadra più comuni come la pallavolo o il calcio ?

Da piccoli si fanno tutti gli sport possibili e immaginabili. Arrivato alla terza media praticavo il nuoto agonistico e appunto il floorball. La scelta è stata molto difficile, ma alla fine ha vinto il floorball. È uno sport divertentissimo.
La pallavolo non l’ho mai presa in considerazione, mentre per quanto riguarda il calcio, non mi ha mai fatto impazzire.
Probabilmente in tutto questo hanno influito le mie origini italo-austriache, dove il mondo dell’hockey è molto più seguito. Purtroppo non sono molto bravo a pattinare e quindi ho preferito il floorball.

Ci sono aspetti negativi in questo sport ?

Si e sono soprattutto a livello fisico, invecchiando ne risentiranno parti del corpo particolarmente stressate da alcune posture, in questo caso la schiena e i legamenti.
Rimango però dell’opinione che è meglio avere qualche dolore in futuro piuttosto che rinunciare ad un’attività sportiva che mi appassiona.

Che cosa servirebbe, secondo te, per far avvicinare i giovani al floorball ?

Al momento l’unica cosa di cui abbiamo bisogno è visibilità.
Facendo parte anche del Consiglio Regionale del Lazio della FIUF (Federazione Italiana Uni-hockey Floorball), stiamo già lavorando molto per la diffusione della nostra disciplina che, oltre ad offrire grandi potenzialità, è anche capace di appassionare grandi e piccini.
Da settembre abbiamo già organizzato due grandi eventi di diffusione, uno allo stadio dei marmi a Roma e l’altro a Nemi.

Fai parte della nazionale U19 e hai partecipato alle qualificazioni ai mondiali: come è andata ?

Purtroppo non molto bene, non siamo riusciti a qualificarci. Nonostante questo è stata una bellissima esperienza, abbiamo combattuto tutti insieme fino all’ultimo secondo, rappresentando orgogliosi il nostro Paese.

In futuro il floorball potrebbe ambire ad un posto tra gli sport olimpici ?

Assolutamente si, è uno sport dinamico e veloce che, con il tempo, sta suscitando sempre più interesse.

Grazie Stefano, il prossimo appuntamento è fissato per il 2015 con le qualificazioni che, speriamo, porteranno ai mondiali.

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