GENERAZIONE Z: CHI SONO I “NUOVI ADULTI”?

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Ecco che impatto avranno sulla società i nativi digitali

La Generazione Z (conosciuta anche come iGeno Post-Millennials) indica le persone nate tra il 1995 e il 2010. Comprende quindi bambini, ragazzi appena maggiorenni e giovani che iniziano ad affacciarsi sul mondo del lavoro. Numerose aziende li stanno studiando, sia come risorse in ambito lavorativo sia come potenziali clienti.

La generazione Z nel mercato del lavoro

E’ ormai quasi certo che la generazione Z darà del filo da torcere ai Millenials, oggi trentenni. Gli iGen sono stati spesso associati, per le caratteristiche più rilevanti, ai baby boomers (sessantenni di oggi). Secondo Fortune, mentre i Millennials aspettano di essere scoperti, i post Millenials sono “pronti a sgobbare pur di riuscire”, disposti a correre rischi, ma solo se ben calcolati. La crisi del 2008 e il periodo che ne è seguito, che gli iGen hanno osservato tramite fratelli maggiori o genitori, ha aperto loro gli occhi e li ha resi determinati e intraprendenti. Cercano lavori e tirocini  legati alle loro passioni, piuttosto che un lavoro stabile ma insoddisfacente.

Oltre ad essere ambiziosi, gli iGen sono anche idealisti: si tengono informati sulle battaglie collettive, che siano di natura sia socio-politica, etica o legata all’ambiente, e le supportano sui social. Vogliono lasciare il segno nel mondo, portando avanti valori come l’uguaglianza e l’autodeterminazione. Questo non dovrebbe stupire, considerando che vivono l’epoca delle lotte per i diritti LGBTQ e della crisi europea dei migranti.

Questi ragazzi sono ben consapevoli delle difficoltà che incontreranno, dunque, ma non per questo meno ambiziosi. Business Insider dipinge gli iGen come persone dotate di una forte etica del lavoro e uno spiccato senso pratico, e molto individualiste. Credono fermamente nel “self-made man”, il giovane che parte dal basso e raggiunge la fama. E infatti oggi in tantissimi si auto-promuovono online, e con i social alimentano il proprio business.

Si stima che nel prossimo futuro si cambierà lavoro ogni 4,2 anni, le carriere saranno sempre più fluide e in questa incertezza la capacità di adattarsi ai cambiamenti, acquisire competenze specifiche e la voglia di imparare costantemente saranno i punti chiave. E sarà con queste doti che i Post Millenials faranno la differenza.

Che aspetto avrà il marketing per i “nuovi giovani”?

E’ sempre più urgente per le aziende la necessità di adattare le strategie di marketing alla nuova generazione. Secondo la US Chamber of Commerce Foundation, oggi essa ha un impatto sulle scelte di acquisto per 600 miliardi di dollari negli USA, e una capacità di spesa autonoma di 43 miliardidi dollari.

Secondo Response Media, un’agenzia digitale incentrata sul marketing, questi sono gli elementi di una strategia vincente rivolta ai Post Millennials:

  • Comunicare a livello visivo piuttosto che testualmente. Le persone della Generazione Z sono bombardate di messaggi commerciali da tutti gli angoli, non si soffermano troppo a lungo su ogni informazione, quindi un’immagine o una grafica accattivante sono importanti.
  • L’annuncio deve essere sintetico e diretto. Sui social media si svolgono interazioni brevi, anche di pochi secondi, ma frequenti. Alcuni utenti arrivano a controllare i social anche 100 volte al giorno e la soglia di attenzione media è di soli 8 secondi.
  • Disponibilità di acquistare anche online, spedizioni rapide e cura dei propri social e del proprio sito.
  • Stimolare la curiosità: gli iGen sono avidi ricercatori di informazioni, anche quando la ricerca riguarda i prodotti.
  • Conferire potere di personalizzazione, differenziare: queste persone non amano schemi pre-confezionati per quanto riguarda interfaccia, servizi e i prodotti stessi.
  • Ispirarli, supportando cause importanti. Lush ci è riuscita concentrandosi sui prodotti naturali e sul riciclo dei contenitori. Ma anche scegliere persone “vere” come testimonial, nelle quali ci si possa facilmente identificare. Infatti la campagna “Real beauty” di Dove, puntando sull’autenticità piuttosto che su bellezze artificiose, è stata vincente.