CDD

In collaborazione con The Insider Journal, il 5 e il 6 aprile abbiamo intervistato i candidati – dei corsi di laurea triennale e magistrale – dei dipartimenti di Impresa e Management (DIM) e di Economia e Finanza (DEF), che concorrono alla carica di rappresentante degli studenti presso il consiglio di dipartimento (CDD). I candidati intervistati sono: per il DIM triennale Alessio Tessitore, Giuseppe Caminiti, Francesco Cocozza, candidati con la lista “Spazio Economia”, mentre Francesco Pio Gennari, Pietro Raucci e Francesco Fausto Perillo con la lista “Economia Insieme DIM”; per il DIM magistrale Claudia Perillo con “Economia insieme Mg”, e Miranda Tricarico con “Uni-Lab”; per il DEF triennale Benedetta De Maio, Antonio Manganelli e Federico Cafarella, tutti candidati con “Economia insieme DEF”; per il DEF magistrale Michele Carraturo candidato con “Spazio Finance Lab”. A tutti loro abbiamo fatto le seguenti domande:

  1. Perché hai deciso di candidarti?

Tessitore: perché la mia candidatura nasce da un progetto comune, creato da un anno a questa parte assieme al mio gruppo (Ares, ndr), perché penso di poter rappresentare al meglio gli studenti del mio dipartimento e portare avanti i loro interessi. Inoltre, credo molto nel valore della rappresentanza, in quello che faccio e so di poter essere adatto a rappresentare gli studenti Dim.

Caminiti: ho deciso di candidarmi per cercare di portare le mie idee al servizio degli studenti e anche la mia umile esperienza come rappresentante d’istituto, in quanto lo sono stato per tre anni nel mio liceo. Credo, quindi, di avere una discreta esperienza nel sapermi rapportare con la gente e fare da mediatore tra gli uffici e il volere degli studenti.

Cocozza: ho deciso di candidarmi perché credo nel potenziale della nostra università, e soprattutto in quella di noi studenti. Vedo un’università dinamica, molto all’avanguardia che, però, molto spesso si dimentica della componente studentesca e non le permette di esprimersi come dovrebbe. La mia candidatura è frutto di questa volontà, cioè di cercare di riportare gli studenti al centro del progetto e garantire una maggiore efficienza, nonché una maggiore libertà espressiva.

Gennari: ho deciso di candidarmi perché penso che all’interno di una comunità ci si debba dare degli obiettivi, che i ragazzi debbano contribuire al miglioramento di questa comunità e rimboccarsi le maniche affinché si conservino i risultati che si sono avuti in questi anni, ma anche raggiungerne degli altri. Io mi candido perché sin da piccolo ho avuto una passione per la rappresentanza, perché penso che per un ruolo del genere ci sia bisogno di esperienza e di qualcuno che sappia parlare ai dirigenti, agli amministratori, a chi realmente può cambiare questa università.

Raucci: ho deciso di candidarmi perché forse, a differenza di altre persone che si candidano per acquisire notorietà, ho sempre creduto che gli studenti hanno bisogno di qualcosa in più e ho deciso di intraprendere questa avventura praticamente contro tutti, perché sono un sognatore che crede in ideali che ormai non esistono più. Credo che ogni voto debba essere conquistato attraverso la fiducia di ogni singolo elettore. Io cerco di vedere le persone come tali e non come voti. Questa è una cosa importante che a mio avviso fa la differenza e spero la faccia il 10 e l’11 aprile.

Perillo Francesco: ho deciso di candidarmi, innanzitutto, perché mi sento all’altezza e voglio intraprendere un progetto da matricola insieme con le matricole, e perché sono spinto da una voglia di altruismo, che credo sia una delle caratteristiche principali della mia personalità. Dunque, voglio creare qualcosa che sia duraturo nel tempo e non fine a se stesso.

Perillo Claudia: ho deciso di candidarmi perché, nel momento in cui sono entrata in questa università, ho trovato una seconda casa e una seconda famiglia che mi sono scelta, quindi ho scelto i miei amici che sono diventati la mia seconda famiglia. Con queste persone sono riuscita a crescere tantissimo, mi hanno dato tantissimo e per me è arrivato il momento di dare qualcosa in cambio. L’ho fatto sicuramente per dare un contributo, creare valore, senso d’appartenenza, perché mi sento uno studente Luiss e soprattutto perché credo in un progetto che non si ferma il 10 e l’11 aprile. Un progetto che noi adesso speriamo abbia un orizzonte di almeno quattro anni, cioè di un’”economia insieme”, da questo viene il nome della lista, in cui appunto i dipartimenti DIM e DEF si compattino e si consolidino per creare delle attività in sinergia al fine di creare valore insieme per gli studenti.

Tricarico: al principio di quest’anno ho ricevuto un’investitura preziosa di incoraggiamento da parte di una comunità di studenti che ha individuato in me un’interlocutrice capace, accorta, leale. In questo senso la mia stessa candidatura non si esaurisce in una preferenza individuale, ma presuppone un mandato collettivo. Presuppone la spinta, la motivazione, che quotidianamente accolgo dai miei colleghi.

De Maio: ho deciso di candidarmi perché volevo mettermi in gioco in un’università che mi ha dato tanto in questi due anni, che va sempre migliorata e deve sempre continuare a crescere. Quando mi è stata proposta questa sfida ho accettato immediatamente, perché ho pensato che potevo fare del bene e potevo dare qualcosa in cambio per ciò che mi è stato offerto qui.

Manganelli: ho deciso di candidarmi perché, innanzitutto, sono sempre stato in associazioni studentesche, prima con Ares e ora con Luiss Finance Lab. In più, ho sempre dato una mano ad organizzare eventi inerenti alla finanza che è la mia più grande passione. Penso che queste due doti mi potranno sicuramente aiutare nel mio futuro incarico come rappresentante del DEF.

Cafarella: ho deciso di candidarmi perché, fin dal primo momento, ho capito che il nostro dipartimento presenta diverse problematiche. Per questa ragione ho pensato che candidarmi sarebbe stata la scelta giusta.

Carraturo: fondamentalmente la mia scelta è dovuta a due ragioni: la prima è che sono al secondo anno di “Finance”: in questi due anni quello che ho subito, la delusione e le opportunità che sento di aver perso sono state tante. Quello che vorrei, attraverso la mia candidatura, è permettere agli studenti che verranno in futuro di non subire quello che ho già subito e di fornire loro un effettivo cambiamento. La seconda motivazione è relativa alla valenza della laurea, che sarà in economia e finanza, ma ci sarà sempre il nome del dipartimento. Se il dipartimento continua su questa strada, soprattutto con la nascita del nuovo dipartimento di Corporate Finance, non riesco a prevedere quale valenza potrà avere il nostro titolo di studio. L’idea è quella di favorire un cambio di rotta del dipartimento, in modo tale che la nostra laurea tra qualche anno possa ancora valere seriamente.

2. Perché dovrebbero votare per te?

Tessitore: perché ho un programma sull’equità, sulla chiarezza e sulla sincerità. Innanzitutto vorrei partire dal concetto di equità. Questa va garantita sia per quanto riguarda gli esoneri, perché ho notato che ci sono diverse tipologie di esonero a seconda del canale. È importante garantire esoneri che valgano il 50% della prova finale, per tutti i canali e tutte le materie. Poi, la chiarezza. Io voglio esporre soltanto idee chiare, sintetiche e che arrivino direttamente agli studenti in maniera tale da risultare diretto e ad evitare di “vendere favole”. La sincerità è sempre stata uno dei miei punti forti: cerco di parlare ogni giorno con gli studenti ed esporre loro il mio programma in modo che sia chiaro e che tutti insieme possiamo creare qualcosa di importante. Inoltre, vorrei incentrare il mio programma sui corsi di lingua, in particolare quello di inglese. Abbiamo dei corsi che non sempre sono valutati positivamente dagli studenti. Secondo me sarebbe importante rendere la Luiss una sede IELTS. Facendo ciò gli studenti possono avere degli attestati riconosciuti e, qualora vogliano andare all’estero dopo la triennale, studiare nelle migliori università europee.

Caminiti: credo che ci siano svariati argomenti. Molti pensano che, siccome sono del primo anno, abbia sbagliato a candidarmi, perché potrei avere meno esperienza all’interno di questa università. In realtà questo può essere solo un punto a mio favore perché, siccome il mandato dura due anni, è meglio che salga un ragazzo del primo anno che possa portarlo a compimento. Il primo punto saliente del mio programma è che non bisogna fare confusione, perché altri candidati stanno riproponendo di passare come l’anno scorso dai due ai tre appelli e questa cosa non si può fare, perché la Luiss è entrata nel progetto Equis e, per entrare al suo interno deve rimanere a due appelli. Questi non si possono creare e c’è anzi il rischio di passare ad un solo appello e ciò non lo possiamo davvero permettere. Esistono comunque vie alternative per sopperire a questa mancanza e si dovrebbe mettere obbligatoriamente, per regolamento di dipartimento, che i professori siano tenuti a inserire delle prove intermedie che esonerino da una parte del programma e possano facilitare lo studio di tutti noi.

Cocozza: innanzitutto ci tengo a precisare che, fin dal primo anno, mi sono subito speso in qualità di referente del mio canale a favore di tutti i miei colleghi di triennale. Sono già andato a parlare più volte con Marengo (il direttore di dipartimento Dim, ndr), discutendo della questione di statistica, famosissima per il secondo anno, e di quella degli esoneri non obbligatori. Di conseguenza, ho già dimostrato la mia serietà e il mio impegno verso l’università. Il mio programma è composto da sette punti e si articola in quattro fondamentali. Innanzitutto, il placement triennale (ovvero le opportunità lavorative devono essere rivolte a tutti, anche agli studenti del primo e secondo anno della triennale). Tutti dobbiamo avere l’opportunità di fare attività pratica, imparare il nostro mestiere e non relegare gli insegnamenti all’unico ambito teorico. Secondo, le certificazioni in inglese. I corsi d’inglese ora come ora sono inutili e dobbiamo puntare a certificati spendibili. In questi corsi dobbiamo puntare anche a imparare maggiormente concetti riguardanti l’economia. Un altro elemento fondamentale è la questione esoneri, che ha flagellato la nostra triennale. Hanno eliminato un appello senza inserire gli esoneri obbligatori e ciò è assurdo. Dobbiamo puntare ad esoneri regolamentati, da comunicare all’inizio, non accavallati tra loro e che siano fondamentali per tagliare una parte del programma in modo che lo studente possa arrivare ai due appelli finali consapevole di avere soltanto un 50% di programma da fornire in sede d’esame. Un altro elemento fondamentale è il GMAT, certificazione fondamentale per tutti gli studenti che vogliano acquisire successivamente altre esperienze a livello internazionale sia nelle imprese che nell’università. L’università Luiss dà la possibilità di frequentare un corso di preparazione che però è molto ristretto e al quale accedono pochissimi ragazzi. Dobbiamo estendere il GMAT a quasi tutti i richiedenti. Un’altra questione è quella dei referenti di canale: ora come ora il rappresentante del DIM si trova a dover combattere le sue battaglie, portate avanti da duemila studenti, da solo e senza alcun aiuto logistico o di gestione. Con i referenti di canale ufficiali potremmo finalmente riuscire a eliminare questo elemento e raggiungere quell’efficienza che serve ad affrontare la carriera universitaria con serietà e serenità. Un altro elemento è quello delle aule di informatica. Non è possibile siano chiuse per molte ore a settimana dai corsi di lingua, che le password cambino costantemente e ci siano le file alle stampanti. Per questo propongo delle stampanti fuori dalle aule studio alle quali si possa accedere a queste attraverso l’app Luiss, il bluetooth o il wi-fi. Per concludere, vorrei riqualificare una delle aule piccole dell’università per trasformarla in un’aula informatica aggiuntiva ed estendere gli spazi per gli studenti affinché possano prepararsi adeguatamente agli esami. Poi, l’Aula Chiesa deve essere ristrutturata e adibita interamente ad aula studio. Il “temporary space”, invece, deve essere raso al suolo come era in previsione e costruita un’aula studio che sia disponibile a tutti gli studenti.

Gennari: i punti del mio programma sono molto concreti e realizzabili. Propongo l’introduzione dell’esonero obbligatorio per i professori; un programma di “green mobility”, con il potenziamento del parco auto e delle biciclette elettriche e l’estensione di questi servizi alle residenze universitarie; l’istituzione di corsi di lingua con attestati riconosciuti a livello internazionale; l’inserimento all’interno delle attività facoltative del secondo e terzo anno, di concerto anche con il candidato al Csu, dell’attività sportiva non agonistica, anche perché in una società così internazionalizzata spesso all’interno delle multinazionali per creare un team si fanno delle gare, dei giochi di squadra, perché il valore dello sport è anche formativo. Un altro problema fondamentale che tutti noi conosciamo è quello delle aule studio. La soluzione, per me, consiste nel razionalizzare gli spazi: bisogna agire sulla causa del problema, cioè i pochi spazi all’interno dell’università. Dato che siamo un’università che vuole competere a livello internazionale bisogna puntare su nuove conoscenze informatiche, prevedendo quindi corsi di informatica avanzata per lo sviluppo di applicazioni e siti web, l’automazione. Una misura sociale importante all’interno di un’università privata è il canale di diritto: così i fratelli minori avranno la possibilità di scegliere di entrare nello stesso canale del fratello maggiore e non dovranno acquistare libri diversi; in questo modo si dà un aiuto alle famiglie e si evita loro uno spreco di denaro.

Raucci: cercherò di rappresentare al meglio gli studenti. Credo che il rappresentante debba fare da filo conduttore tra studenti e dipartimento, ma spesso avviene il contrario e questa cosa va cambiata. Il mio programma è abbastanza vasto e comprende molti punti concordati con gli studenti. Spesso si dimentica che il rappresentante, oltre a proporre, deve saper ascoltare. Ho ascoltato le varie problematiche che riguardano questa università. Tra queste è emerso il fatto che spesso ci sono programmi differenti tra canali, perciò cercheremo di equiparare i programmi di studio, al fine di creare una sorta di armonizzazione tra i canali stessi. Faremo sì che si venga a conoscenza della data d’esame già dal primo giorno di università, in modo da non cambiare in corso d’opera il piano di studio. Cercheremo di migliorare l’internazionalizzazione dell’università, perché funziona ma non benissimo, siamo indietro. Un punto che è estremamente importante riguarda la reintroduzione del terzo appello, che è stato abolito. Si vuol far passare tutto questo come coerente con i criteri della graduatoria Equis, invece basterebbe studiarli per renderci conto che così non è. Ci sono Paesi in cui è previsto forse un appello in meno, addirittura anche uno solo, però i programmi di studio sono molto più concentrati. Perciò direi di informarci sulle cose prima di parlare.

Perillo Francesco: la premessa è che, essendo del primo anno e, a differenza di altri candidati che frequentano il secondo, completerò il mandato e potrò focalizzarmi molto sui progetti quali, per la loro piena realizzabilità, ci vorrà un po’ più di tempo. Inoltre, nel mio programma non ci sono punti riguardanti esclusivamente le matricole, ma anzi sono presenti parti finalizzate a realizzare un’università a dimensione di studente e atte a migliorare le lacune presenti attualmente. I punti salienti del mio programma sono tre: il primo riguarda la riformulazione dei corsi d’inglese, con una formula simile a quella presente attualmente ad Harvard, con una prima parte riguardante la grammatica, la morfologia e la sintassi ed una seconda riguardante il business english. Questo perché molti degli studenti che frequenteranno in questa università la magistrale sceglieranno un percorso in inglese. Data la mia esperienza negativa con i corsi d’inglese, intendo migliorarli in modo da facilitare il percorso di studi per realizzare un’internazionalizzazione che già da anni si sta cercando di attuare. Un altro punto personalmente importante l’ho chiamato “Sport and Soul” perché voglio introdurre, oltre alle attività che l’università già offre, dei corsi che garantiscano dei crediti formativi riguardanti lo sport non agonistico e l’arte declinata come musica, teatro, arte figurativa, ecc. Un altro punto importante è l’alternanza università-lavoro e ritengo debba essere sottolineata, in questa chiave, la sinergia tra Confindustria e Luiss.

Perillo Claudia: copio una risposta che ha dato Davide, il ragazzo che ha fatto con me il rappresentante in triennale: “per fare il rappresentante non si nasce imparati”. Io so di avere una determinata esperienza, mi sono già relazionata con tutti gli uffici che si interfacciano con il nostro dipartimento, partendo dal capo di dipartimento alla segreteria, arrivando al Carrier Services, che per noi di economia ha un’importanza abbastanza rilevante. In primis, quindi, per l’esperienza che ho maturato; in secundis, per il fatto che ho dei progetti concreti. So cosa voglio fare all’interno di questa università, so che in questo momento ci sono degli elementi di difficoltà, quali gli esoneri, e ho immaginato una soluzione che può essere il regolamento unico che stiamo già scrivendo. Allora, perché votare me? Per l’esperienza, perché non esistono problemi, esistono solo soluzioni. Perché voglio trovare soluzioni insieme agli altri studenti, migliorare questo dipartimento e soprattutto perché credo che la cosa più importante sia lavorare insieme. Quindi, anche la capacità di ascoltare gli altri per riuscire a migliorare la situazione attuale e soprattutto rendere il nostro dipartimento veramente forte e per migliorare la nostra magistrale che ha un percorso glorioso davanti a sé. Nel mio programma propongo questo regolamento unico per le prove intermedie, perché in questo momento, con la riduzione degli appelli, che non è stata voluta dagli studenti ma dal dipartimento per varie ragioni, noi ci siamo ritrovati con un appello in meno e con delle prove intermedie che sono a discrezione del professore e molti non le fanno. Soprattutto, non sempre partecipano al voto finale. È necessario dire quali tipologie di prove intermedie esistono, in che modo vengono valutate e in che modo partecipano al voto finale. Molto spesso in magistrale non si ha lo stesso livello di approfondimento che si è avuto in triennale, anche se dovrebbe essere superiore. Per cui, questo è un altro punto di fondamentale importanza, mettendo i professori sotto esame e controllando, indagando su qual è l’effettivo valore dei loro insegnamenti. Un’altra cosa a cui tengo moltissimo è l’employability: noi studenti magistrali siamo alla fase finale del nostro percorso universitario e per noi è fondamentale iniziare a fare esperienza attraverso le company visit, andando a vedere le aziende, attraverso i business game, e implementando la struttura attuale che in questo semestre vede circa 10 aziende visitate dai ragazzi, implementando questa struttura e lavorando insieme a Confindustria, creando degli open day ad hoc per noi studenti. Poi anche con un sistema di orientamento post-laurea, agendo sulle school, tra cui la Business School, la School of Government e via di seguito, e migliorando anche un po’ la vita di tutti i giorni attraverso una più efficiente organizzazione dei piani orari e una facilitazione della ricerca dei posti per studiare e creando un’università a misura di studente, cioè che customizzi soluzioni per gli studenti. Ogni studente è particolare in sé: un “wonder student”, ha un suo elemento di particolarità. In questa università ci sono ragazzi incredibili ed è giusto che l’università risponda alle loro necessità.

Tricarico: in democrazia il rappresentante più abile è colui che appare più idoneo a restituire effettività agli interessi espressi dalla comunità. In questo senso può sembrare ingannevole la presunzione di programmi che si assomigliano fino a diventare prossimi. Infatti il mio stesso programma si modifica di giorno in giorno, per rivivere le necessità che esprimono gli studenti. Ciò che prima di tutto costituirà l’elemento di differenza non è che la mia stessa abilità di farmi portavoce delle urgenze dei miei colleghi.

De Maio: il mio obiettivo principale è quello di ingrandire un dipartimento che è molto importante, sebbene sia molto piccolo. Molto spesso noi veniamo messi nell’ombra e il mio obiettivo è fare un po’ di luce. Innanzitutto bisogna istituire un “career day for finance” che ancora non c’è, perché ci appoggiamo a quello del DIM, che però non è sufficiente perché molti studenti vogliono scegliere la carriera finanziaria. Quindi istituire un career day con aziende multinazionali ed internazionali, dal momento che noi che facciamo un corso in inglese siamo orientati verso l’estero. Il secondo punto è regolare gli orari di lezione, dal momento che specialmente in questo semestre abbiamo avuto degli orari di lezione sfalsati l’uno dall’altro con pause lunghissime, rendendo la vita difficile ai pendolari e a chi fa attività extra-curriculare. Pensavo di concentrare le lezioni nella sola mattina o nel tardo pomeriggio per dare modo ai ragazzi di organizzarsi con lo studio, con le altre attività, con gli spostamenti per i pendolari. Il terzo punto del mio programma è fare della Luiss la sede degli esami di lingua, perché noi abbiamo la seconda lingua a scelta al secondo anno che non ci dà alcun certificato.

Manganelli: mi dovrebbero votare perché, innanzitutto, ci metterò sempre la faccia e qualunque richiesta verrà fuori non mi farò problemi a porla ai professori o al direttore di dipartimento. In più riuscirò a collaborare in maniera ottimale con gli altri ragazzi che verranno eletti. Quindi, un’assoluta apertura a tutte le altre rappresentanze. Per quanto riguarda il programma, dal primo giorno creerò un gruppo Linkedin dei ragazzi di “Economics and business”. In questo modo tra noi che avremo condiviso tre anni di esperienza universitaria, gli stessi esami e gli stessi professori, ci sarà un filo ancora più sottile che ci legherà come colleghi di lavoro che hanno studiato nello stesso corso e non solo nella stessa università. Creerò anche un gruppo Facebook unico, affinché le comunicazioni degli eventi, conferenze e spazi di networking possano essere comunicate al meglio a tutti quanti. Non è giusto che un’esperienza associativa, ludica, scolastica, universitaria non debba essere condivisa in tutti gli anni, ma magari solo al terzo anno, perché anche i ragazzi del primo e del secondo anno devono avere modo di imparare a fare vita extra-universitaria acquisendo soft skills che tanto vengono poste in rilievo nella nostra università.

Cafarella: il mio programma verte principalmente sulle problematiche che riguardano prevalentemente gli esami. Ci siamo trovati molto spesso a dover affrontare esami anche nello stesso giorno o in giorni consecutivi e questo non può essere tollerato. Il secondo punto è l’organizzazione degli esami parziali: molto spesso i professori non spiegano correttamente quali sono gli argomenti dei parziali e la valenza che l’esonero avrà nel voto finale. Perciò chiederò una maggiore chiarezza sotto questo punto di vista. Un terzo aspetto sta nell’introduzione di un terzo appello per ogni sessione d’esame che attualmente manca. Inoltre, mi vorrei concentrare anche su un programma d’internazionalizzazione.

Carraturo: il mio programma è composto fondamentalmente da dieci proposte. La proposta principale, che è anche il problema fondamentale del nostro dipartimento, è la difficoltà ad accedere agli scambi internazionali. Questo è dovuto al fatto che siamo un dipartimento che, rispetto a DIM e Scienze Politiche, ha realmente difficoltà ad accedere perché gli studenti non riescono a raggiungere il numero di crediti sufficienti, non hanno una media alta non perché non valgano, ma perché la difficoltà del percorso di studi è elevata. Allo stesso tempo siamo il dipartimento che ha il minor numero di mete riservate (solamente 6 di cui 5 condivise con i triennali e una sola per studenti magistrali divisi in 3 corsi – parliamo di 350 studenti). Riguardo al double degree, abbiamo due mete aperte solo ai ragazzi di Finance e con pochi posti oltretutto. Un problema è chi decide di accedere al programma deve pagare la retta ad entrambe le università, oltre che le spese per vivere. Questo non è giusto, soprattutto perché ragazzi di altri dipartimenti riescono ad accedere a qualsiasi double degree ed Erasmus. Sempre in relazione a questa tematica, il problema è relativo anche al free mover, che richiede tre esami da 8 crediti almeno. Il problema reale è che, dopo il primo semestre, difficilmente i ragazzi riescono a sostenere tre esami, in quanto la difficoltà è sempre più elevata e, allo stesso tempo, ritorna il problema delle spese personali e di farsi accettare da un’università all’estero, che vorrebbe studenti con una media molto elevata che noi, rispetto alle medie degli altri dipartimenti, non abbiamo. Il problema principale è la difficoltà elevata degli esami all’interno del nostro dipartimento, dunque. Questo non permette di entrare in Erasmus, rende difficile l’accesso al free mover e complicato l’accesso ai double degree. Un altro punto saliente del mio programma è la ristrutturazione: parto dal presupposto che la Luiss rappresenta un’eccellenza nel panorama italiano – è prima nel ranking de Il Sole 24 Ore -, ma se ci andiamo a focalizzare più sul campo dell’economia e della finanza, la nostra università non è presente nel ranking mondiale ed è molto grave. Dovremmo ispirarci ad un’altra eccellenza italiana che è la Bocconi. Il dipartimento di finanza di quest’ultima permette allo studente che vi accede, dopo il primo anno, di scegliere il major che può essere o in finance o in investement banking. Questa è una divisione importante, che permette allo studente di decidere se proseguire una carriera più dal lato quantitativo o più dal lato qualitativo. Fa sì che, nel primo anno, gli studenti riescano a seguire materie più generali che permettano loro una comprensione generale nel campo della finanza, per poi andarsi a specializzare nel campo prescelto.

3. Quale sarebbe la tua prima azione da rappresentante di dipartimento?

Tessitore: sicuramente la mia prima azione come rappresentante sarebbe quella di cercare di garantire il rispetto di tutti i punti del mio programma, farmi valere in consiglio di dipartimento e cercare di portare avanti le idee degli studenti. Comunque mi occuperei subito della questione esoneri, che è sicuramente il tema più urgente nel nostro dipartimento.

Caminiti: l’azione principale sarebbe quella di cercare una collaborazione tra rappresentanti e studenti che secondo me manca, e parlo da matricola. Da quando sono arrivato molti rappresentanti non si sono mai presentati a noi studenti. Infatti, all’interno del mio programma ho proposto di fare delle assemblee mensili pubbliche in cui tutti possano partecipare e portare avanti le loro proposte. E chi non volesse o non potesse partecipare fisicamente a queste riunioni, perché magari impegnato con lo studio, potrà farlo anche all’interno di una piattaforma che verrà inserita all’interno dell’app Luiss in cui tutti potranno scrivere quello che non va nell’università, cosa può essere migliorato e cosa va cambiato, anche segnalandolo in maniera anonima.

Cocozza: 

La mia prima azione sarebbe andare da Marengo, con cui ho già un buon rapporto, mettergli davanti il mio programma e dirgli: “Questi sono i punti del mio programma. Ci sono alcuni in ordine d’urgenza che vanno portati avanti per primi: esoneri e certifichiamoci. Mettiamoci all’opera per far sì che nel prossimo semestre si abbiano esoneri obbligatori e che i corsi d’inglese siano finalmente utili”.

Gennari: la prima azione è certamente quella di equilibrare il gap che si è venuto a creare con l’abolizione del terzo appello. Parlerò con tutti i professori e con il direttore di dipartimento per introdurre una misura che preveda l’obbligo per i professori di fissare di fissare gli esoneri. Una misura già prevista anche all’interno della nostra università, per consentire ai ragazzi di prepararsi adeguatamente per un esame e non avere l’affanno di dare tutti questi esami in così poco tempo.

Raucci: la mia prima azione riguarda proprio l’ultimo punto che ho citato (reintroduzione del terzo appello, ndr) e mi batterò per questo. Cercherò di riportare le esigenze degli studenti al dipartimento e farò capire che stando così le cose molti studenti rimangono indietro con lo studio per via dell’assenza di prove intermedie e del terzo appello. Quindi bisogna cercare un compromesso. La parola chiave è compromesso.

Perillo Francesco: come prima cosa conoscerei tutti gli studenti, ascolterei tutte le proposte, le confronterei con il mio programma, e poi valuterei quali sono più quelle delle quali si sente un più immediato bisogno.

Perillo Claudia: ovviamente il regolamento unico per le prove intermedie, perché non è possibile fare una prova intermedia che poi non ha valore sull’esame finale. Non è possibile avere quattro materie con due appelli e nessuna di queste ha una prova intermedia. Non ci può essere troppa differenza tra un canale e l’altro, in magistrale come in triennale. Non può esistere che un esame fatto in un canale si possa preparare con due mesi di studio e in un altro canale con una settimana sola.  Si deve creare una sorta di equità sia tra i diversi canali, ma anche una struttura veramente funzionale e funzionante di due appelli con prove intermedie. Un’altra questione su cui mi piacerebbe lavorare – mi ha già dato il suo placet il capo di dipartimento e sarà da vedere se sarà fattibile o meno – è il secondo appello per gli esami non del semestre. Quindi ripristinare la vecchia struttura in cui si hanno due appelli per tutti gli esami a ciascuna sessione e non solo per quelli del semestre.

Tricarico: sicuramente tenterò di riportare il terzo appello al dipartimento in quanto l’eliminazione di quest’ultimo non dipende dall’accreditamento Equis, ma si deve al tentativo di avvicinamento a università più internazionali. Come sostiene anche Davide Cuccurullo non è possibile importare alla Luiss un modello di questo tipo senza adottare tutto il sistema che c’è dietro.

De Maio: la mia prima azione sarebbe cominciare a lavorare sul progetto del career day, perché mi sembra la cosa più importante che manca qui. Bene o male le altre cose, sebbene siano importanti, sono da cambiare anche negli altri dipartimenti, quindi si può lavorare insieme agli altri rappresentanti.

Manganelli: la prima azione sarebbe quella di creare il gruppo Linkedin e il gruppo unico su Facebook. Però quello cui tengo ancora di più è creare, dal prossimo anno, una lista per l’Erasmus distinta da quella del dipartimento DIM, perché le graduatorie attualmente sono uniche per entrambi i dipartimenti quando in realtà siamo due entità distinte. Perciò dovrebbero esserci due graduatorie distinte, dato che l’Erasmus è un’esperienza bellissima e tutti i ragazzi dovrebbero avere la possibilità di crederci.

Cafarella: la mia prima azione riguarderebbe gli esami, cioè migliorare l’organizzazione e, dal punto di vista dell’internazionalizzazione, cercare un confronto con compagnie estere, al fine di permettere agli studenti di poter avere una relazione con loro.

Carraturo: la prima azione sarebbe quella di proporre il problema fondamentale dell’internazionalizzazione, dato che per la carriera che vogliamo intraprendere è fondamentale partire in Erasmus. Successivamente cercare di ristrutturare. La terza proposta consisterebbe nel migliorare le soft skills e creare un’aula Bloomberg adatta.

A nome di entrambe le redazioni, ringraziamo tutti gli intervistati per la loro disponibilità.