#360gradi – 360°- il giornale con l'università intorno http://www.360giornaleluiss.it Sun, 18 Feb 2018 20:38:03 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.8.2 http://www.360giornaleluiss.it/wordpress/wp-content/uploads/2017/02/cropped-300px-32x32.png #360gradi – 360°- il giornale con l'università intorno http://www.360giornaleluiss.it 32 32 97588499 Bentornata Serie A! http://www.360giornaleluiss.it/bentornata-serie-a/ Fri, 29 Sep 2017 09:53:26 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=8889 Finalmente possiamo dirlo: bentornata Serie A! D’altronde, per tutti gli appassionati il calcio non finisce mai: dalla fine dei campionati nasce l’attesa per le preparazioni atletiche, le amichevoli estive, il “calcio d’agosto” che non esprime mai il reale valore delle squadre, per poi arrivare alla prima giornata di campionato ed iniziare di nuovo a pregustare

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Finalmente possiamo dirlo: bentornata Serie A! D’altronde, per tutti gli appassionati il calcio non finisce mai: dalla fine dei campionati nasce l’attesa per le preparazioni atletiche, le amichevoli estive, il “calcio d’agosto” che non esprime mai il reale valore delle squadre, per poi arrivare alla prima giornata di campionato ed iniziare di nuovo a pregustare quell’aria particolare. Particolare perché una domenica senza calcio “è come un cielo senza stelle”, si vive il prepartita sin dal mattino per poi urlare a squarciagola durante i novanta minuti affinché la squadra del cuore possa vincere.

Ebbene, arrivati alla 6a giornata di campionato della Serie A, è già possibile analizzare la piega che il torneo sta prendendo in queste primissime partite. Partiamo dalle cosiddette “big”: con ormai la certezza di una Juventus sempre più forte e padrona (forse) del campionato, le altre squadre non sono mancate all’appello; la Roma, dopo una vittoria tutt’altro che convincente a Bergamo contro l’Atalanta e la sconfitta immeritata all’Olimpico contro l’Inter alla seconda giornata, si è ripresa, specialmente nelle ultime due partite, mostrando buon gioco e unità d’intenti nel perseguire il risultato, ma l’allenatore Di Francesco sa che la sua squadra ha ancora ampi margini di miglioramento.

La squadra che quest’anno, seguendo uno scenario prefiguratosi già verso la fine della scorsa stagione, sembra dover interpretare il ruolo da vera “antagonista” nella corsa allo “Scudetto” con la Juve è il Napoli: con 22 gol fatti e 5 gol subiti, la squadra di Maurizio Sarri è indubbiamente la più in forma del campionato. Da sottolineare in particolar modo la vittoria alla Quinta giornata all’Olimpico per 4-1 contro la Lazio, seppure abbia corso qualche brivido nell’ultimo turno a Ferrara contro la SPAL, vincendo la partita al minuto 83 grazie al gol di Faouzi Ghoulam.

Merita una menzione particolare anche la squadra di Simone Inzaghi: dopo un campionato sorprendente come quello dell’anno scorso, molti hanno espresso degli scetticismi riguardo alla continuità delle prestazioni dei biancocelesti; con la SPAL alla prima giornata (una partita a reti inviolate) e nella debacle col Napoli in casa, i cosiddetti “acquilotti” sono riusciti a mostrare un buon gioco, e in particolar modo a Milano contro il Milan, portando Ciro Immobile a due gol di distanza dal Capocannoniere del campionato, Paulo Dybala (a quota 10 gol).

Dopo aver menzionato il bomber della Serie A, non può mancare una breve analisi sulla Juve: breve, poiché i bianconeri hanno ripreso da dove avevano lasciato, macinando punti e mettendo in risalto soprattutto un Dybala in grandissima forma che, con la nuova numero 10 sulle spalle, piuttosto che soffrire della pressione sta sfornando prestazioni eclatanti tra cui due triplette messe a segno in appena 6 giornate di campionato.

Un’analisi particolare è da fare su due squadre che stanno cercando di riottenere quello “status quo” di grandi e temibili squadre della massima serie e che sono finite in un limbo dal quale sembra difficile uscire: Inter e Milan. Partendo dai Rossoneri, dopo un precampionato vissuto con un mercato scoppiettante, con acquisti messi a segno come Hakan Çalhanoglu, André Silva, Federico Musacchio, Ricardo Rodrìguez e su tutti Leonardo Bonucci dalla Juventus (il più clamoroso), la compagine di Vincenzo Montella non ha tuttavia dimostrato di essere ancora squadra; dopo la vittoria di Crotone, qualcosa sembra non aver funzionato tra i suoi giocatori: grave è stata la sconfitta contro la Lazio in casa ed ancor più grave, seppur con una vittoria nel mezzo, è stata la sconfitta contro una Sampdoria che sta sorprendendo sotto la guida di Giampaolo (già l’anno scorso aveva mostrato ottimi segnali) e che ha ridimensionato sia il gruppo tecnico del Milan sia il gruppo manageriale, con una forte presa di posizione da parte del nuovo AD Marco Fassone. Molte incertezze ruotano attorno ad una delle squadre più gloriose d’Italia, soprattutto per quanto riguarda il mercato fatto, poiché molti ritengono sia stata una campagna mirata a prendere tanti nomi, senza avere la consapevolezza di dover poi costruire un gruppo che si conosca e che sappia giocare: unica nota positiva il giovane Patrick Cutrone che sta sorprendendo gli addetti ai lavori e gli appassionati (decisivo giovedì per agguantare la vittoria al ’94 contro un modestissimo Rijeka).

Per quanto riguarda l’Inter, la situazione è completamente diversa: dopo l’ennesimo cambio alla guida tecnica, con l’arrivo di Luciano Spalletti dalla Roma, dopo le promesse di un mercato altisonante ma che in realtà è stato improntato nuovamente su delle spese controllate, i Nerazzurri sembrano essere partiti piuttosto bene rispetto ai cugini; le prime due vittorie, rispettivamente contro Fiorentina e Roma, sono state una ventata di aria fresca, soprattutto per i tifosi, depressi dopo anni di sofferenze e rinvigoriti con l’arrivo di uno dei migliori tecnici sul palcoscenico italiano; unica pecca di queste prime 6 giornate è il pareggio a Bologna. Nonostante la squadra di Spalletti sia la miglior difesa del campionato (e non è poco visti gli scarsi risultati degli ultimi anni), vige ancora un problema di non poco conto: i Nerazzurri hanno acciuffato i 3 punti con prestazioni appena sufficienti, senza esprimere buone trame di gioco e segnando negli ultimi 30-20 minuti delle partite.

Tuttavia, vi è un problema ricorrente che è visibile già in questo inizio di campionato: le cosiddette “neopromosse”. Guardando la classifica di Serie A, si può evincere come il Benevento e l’Hellas Verona stiano faticando e non poco ad entrare nel ritmo del massimo campionato, a differenza della SPAL, la quale sta mostrando grandi capacità e voglia di lottare per guadagnarsi la salvezza.

Soprattutto “le Streghe” mostrano evidenti lacune in fase difensiva, subendo imbarcate clamorose come quella a Napoli, e i dati parlano di solo un gol segnato (da Amato Ciciretti, trequartista scuola Roma) e ben sedici subiti.

Ovviamente, bisogna analizzare i dati e domandarsi come sia possibile che, in Serie A, il massimo campionato italiano, ci siano squadre che, in un qualche modo, abbassano sensibilmente il livello della competizione: sia chiaro, non è un’accusa né al Benevento né all’Hellas, ma una riflessione sulle capacità economiche esigue delle squadre di Serie B e di alcune compagini della stessa Serie A, che non permettono loro di poter fare acquisti di livello. Sarebbe ottimo se venissero concesse maggiori possibilità ai giocatori provenienti dalle giovanili, anche dei grandi club, di modo che possano guadagnare esperienza e garantire quell’adeguato ricambio generazionale che, purtroppo, la Nazionale di calcio non sta avendo dai tempi del Mondiale vinto in Germania nel 2006.

Discorsi, analisi, sogni di gloria, capocannonieri e sorprese; in ogni caso, possiamo finalmente dire: bentornata, Serie A!

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Reinventare il comunismo http://www.360giornaleluiss.it/reinventare-il-comunismo/ Sun, 17 Sep 2017 09:36:52 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=8818 “Quelle di destra e di sinistra sono categorie politiche superate”. Ed è per tale ragione che porsi davanti alle problematiche sociali ed economiche con la logica di due valori di massima,contrapposti l’uno all’altro,è un modo di fare politica obsoleto,e quindi inefficace. E se anche esistono, come esistono, dei partiti che si connotano ancora come più

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“Quelle di destra e di sinistra sono categorie politiche superate”. Ed è per tale ragione che porsi davanti alle problematiche sociali ed economiche con la logica di due valori di massima,contrapposti l’uno all’altro,è un modo di fare politica obsoleto,e quindi inefficace. E se anche esistono, come esistono, dei partiti che si connotano ancora come più o meno di sinistra, è solo un’auto-proclamazione, uno slogan per raccogliere i voti di qualche milione di nostalgici. Il bipolarismo, almeno in Italia, è una strada impraticabile. La destra e la sinistra si somigliano troppo. Sono la stessa cosa.

Quanto scritto sopra è, oggi, l’opinione di molti tanto da essere considerato quasi un’ovvietà. Eppure, secondo il parere di chi scrive, le cose non stanno affatto così. La differenza che connota la coppia antitetica destra/sinistra, infatti, non è soltanto storica- e, pertanto, contingente e mutabile- ma anche e sopratutto genetica, primordiale, logica e quindi, immutabile.

Questo, almeno, da un punto di vista teorico.

Stando così le cose, verrebbe da chiedersi se un numero assai consistente di cittadini italiani ed europei siano semplicemente impazziti oppure se, effettivamente, la certezza che la sinistra progressista si è ridotta al fantasma di quello che era, non sia in qualche modo, giustificata.Verrebbe da chiedersi, cioè, se questo equivoco poteva essere evitato. E se, dopo la caduta del Muro di Berlino nell’89, il partito comunista italiano, che era il maggiore partito comunista europeo, era veramente costretto a cambiare il proprio nome. E se era veramente così necessario che esso virasse verso una politica di stampo liberale.

O se, invece, il fatto che il sistema capitalistico non è mai stato messo sotto accusa da una parte così ampia della popolazione come accade oggi non riproponga in qualche modo tutti quei problemi, quelle tematiche e quei dubbi legati al Congresso tenutosi a Roma il 3 Febbraio del 1991 quando il PCI, tra le celebri lacrime di alcuni altissimi funzionari, cominciava a non esistere più.

Il capitalismo non è mai stato tanto fragile. Tanto che i due filosofi contemporanei più popolari, ossia Slavo Zizek e Alain Badiou, si proclamano comunisti anche se un partito comunista non esiste più nemmeno da loro, in Slovenia e in Francia.

Certamente, bisognava cambiare.

Se ne sentiva tutta la necessità.

Ma è altrettanto probabile che si potesse cambiare anche rimanendo all’interno di quel nucleo essenziale di valori che erano quelli tradizionali. E’ sicuro che il comunismo era ferito ed aveva bisogno di essere curato e reinventato, come l’amore.

Forse è stato soltanto tradito e abbandonato.

E oggi che ne avremmo realmente bisogno, anche perché in un mondo senza certezze un’ipotesi in più sembra qualcosa di più di un lusso superfluo, potrebbe essere già troppo tardi.

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Dopo Eva, Newton e Jobs, tocca ad Annie! http://www.360giornaleluiss.it/dopo-eva-newton-e-jobs-tocca-ad-annie/ Thu, 24 Aug 2017 11:41:46 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=8744 Mi muovo ancora sulla realtà dei social, di Instagram in particolare. Curiosando sul social più in voga negli ultimi anni, mi sono imbattuta in un’artista. Artista che in realtà ormai fa parte delle mie giornate con i suoi disegni: Annie. Riempie i miei pomeriggi con i suoi disegni e il suo carisma. Fa sentire me, e

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Mi muovo ancora sulla realtà dei social, di Instagram in particolare. Curiosando sul social più in voga negli ultimi anni, mi sono imbattuta in un’artista. Artista che in realtà ormai fa parte delle mie giornate con i suoi disegni: Annie. Riempie i miei pomeriggi con i suoi disegni e il suo carisma. Fa sentire me, e tutti i suoi 16mila followers, parte del suo bellissimo albero. Con immenso piacere, ho avuto la possibilità di fare una chiacchierata con Valentina di “Tutte le mele che vuoi”.  Ci ha raccontato qualcosa sui suoi meravigliosi disegni. Attraverso lo stile unico dei suoi disegni, dai tratti semplici e romantici, racconta ogni giorno nuove storie, che parlano di lei in modo assolutamente unico. Si ispira ai principali artisti del panorama musicale contemporaneo e del suo Eden interiore per i suoi disegni.

La pagina “tuttelemelechevuoi_” nasce a marzo di quest’anno. Parla di Annie in un linguaggio inconfondibile attraverso i suoi disegni, che lasceranno a bocca aperta tutti! Buona lettura…

 

Perché hai iniziato a creare i tuoi disegni?

In realtà non c’è un perché, è come se tu mi chiedessi “perché hai iniziato a respirare?”… forse potrei dirti, perché ne sentivo il bisogno. Disegno da sempre, non si pensi che sono nata imparata, da piccola disegnavo il cielo come una linea celeste in cima al foglio e il sole era rigorosamente SEMPRE nell’angolo a sinistra. Diciamo che con il passare del tempo ho smesso di disegnare e ho iniziato a raccontare.

 

Però hai deciso di raccontare canzoni. In queste canzoni cosa vedi mentre disegni?

In tre parole: la mia vita. Questo fenomeno che oggi chiamano indie per me non esiste. Per me esistono solo canzoni vere, che mi piacciono e che sembrano scritte da persone che mi stalkerano costantemente. Quando disegno qualcosa difficilmente lo faccio perché mi è richiesto, lo faccio se so di potermi disegnare un pezzo d’anima.

 

Hai scelto Instagram come portale principale. Proprio su Instagram ogni giorno vediamo foto e disegni scorrerci davanti agli occhi e a volte nemmeno ce ne accorgiamo. E poi ci sono i tuoi, che non passano mai inosservati e che hanno un loro carattere personalissimo e unico. Come l’hai creato e in cosa l’hai ricercato?

Wo, che domanda super complicata! Bene, allora, diciamo che è Instagram che ha scelto me. In realtà è l’unico social che uso veramente, non perché voglio fare la hipster che “blé la tecnologia”, ma semplicemente perché lo ritengo il più valido, nascendo io come fotografa amatoriale. Per quanto riguarda l’unicità dei miei disegni, beh, non ho molto da dire, posso solo ringraziarti per il bellissimo complimento. Come nasce il mio stile invece è una domanda che non avrà mai una risposta definitiva.

Cercavo qualcosa di semplice, qualcosa di canonico che però potesse essere sempre diverso. Un po’ come un camaleonte, è sempre il solito animale ma ogni volta diverso. Quei due occhietti chiusi, il nasino all’in sù, le guance super rosa (come piacciono a me) e la bocca a cuore; sempre lo stesso eppure sempre diverso. L’importante per me non era disegnare bene, era far si che la gente potesse leggere quello che avevo da dire attraverso i tratti dei miei disegni. Con il passare del tempo mi sono perfezionata, ho cercato di migliorare tante cose, forse ci sono anche riuscita, ma questo non sta a me definirlo!

 

Eppure, come ogni artista, anche tu avrai qualcosa che ogni giorno ti ispira e che tieni un po’ fuori dai social quasi per “gelosia”, quell’emozione che disegni in ogni canzone senza palesarlo mai troppo.

 Si, forse hai ragione. Diciamo che vivo nei ricordi, che mi piace perdermi nel mio passato, che a volte mi piace ripensare a cosa facevo prima, le persone che ho incontrato, gli sguardi che ho evitato e quelli che invece mi hanno stregata. Però forse è proprio per quella gelosia di cui mi parli tu che preferisco non dilungarmi.

E la pagina? È cresciuta tanto! Cosa è diventata per te?

 È diventata una famiglia, piena di persone sempre pronte ad avere una parola di conforto, un complimento o il bisogno di una spalla su cui piangere. Ogni giorno mi scrivono in tantissimi, mi chiedono di raccontare le loro storie, di disegnare le loro emozioni, ma mi chiedono anche come sto, cosa faccio, quali sono i miei sogni. E’ come se avessi trovato 16 mila anime gemelle, 16 mila persone che mi riempiono.

 

Però non tutti quelli che leggono in questo momento sanno perché, cliccando su quel “Follow”, diventano una delle tue mele.

Perché, anche se non sembra, ho un cuore veramente grande. Per me quel “follow” non è un semplice numero, è la conferma che, dopo anni di progetti annegati ancor prima di buttarsi in acqua, la mia nave è salpata e va a gonfie vele. Devo lanciare uno slogan per attirare pubblico? dopo Eva, Newton e Jobs tocca a Annie.

 

Una curiosità. Valentina, ma per gli amici Annie. C’è una storia dietro?

Il mio ragazzo mi scrisse “buonanotte Annie” una volta, non ho mai saputo se è stata colpa dell’auto-correttore o dell’amante.

 

Con ‘l’iride più bello degli occhi che abbia visto’ penso proprio sia il correttore! E in quegli stessi occhi si vede così tanta gioia ogni volta che parli dei tuoi progetti nelle Instagram stories. Hai nuove sorprese per noi oltre a nuovi disegni?

Vorrei provare a puntare in alto ma forse sono ancora troppo insicura per provare a fare il grande salto. Un sogno? La copertina di un CD per uno dei miei artisti preferiti. Un sogno più terra terra? Riuscire a non deludere mai nessuno… non troppo terra terra! Comunque ho iniziato il mio tour di merchandising, chissà che non mi noti qualcuno ai festival!

 

Molto attiva quindi su tutti i fronti! Questo artista se potessi sceglierlo oggi quale sarebbe?

Assolutamente Gazzelle. Non so, forse siamo destinati a vivere insieme, o forse è semplicemente il mio angelo custode.

 

Sai che il batterista di Gazzelle faceva il mio liceo, lo conosco! Magari ci metto una buona parola.

 Magari va a finire che sei tu il mio angelo custode!

 

Mi viene in mente la pubblicità “Non realizziamo sogni ma solide realtà”, chissà che sia di buon auspicio questo piccolo reale incontro per la realizzazione di un grande sogno.

Mio caro Roberto Carlino, non è tanto un sogno quanto la voglia di rivalsa su tutte le persone che hanno provato a non farmi sentire all’altezza! Se poi dovesse rimanere un bel sogno, lo custodirò in un cassetto insieme a quel sogno infantile di sposarmi con Joe Jonas e di avere un cane.

 

Nel tuo “draw my life” (che trovate a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=0b0PT3Picrk ), constatata la bellezza dei tuoi disegni, mi aspettavo di sentire una carriera nel liceo artistico, invece no…

Proprio nel video dico che a 13 anni si è troppo piccoli per scegliere cosa fare nel futuro. Adesso che ne ho 20 e ho dovuto scegliere l’università ho ancora mille interrogativi. I miei genitori mi hanno consigliato l’istituto tecnico perché lavorano nel mondo delle spedizioni, nella mia città la maggior fonte di lavoro è il porto e io, tranne che diventare una principessa, non avevo molto chiaro quali fossero le mie priorità e le mie necessità. Posso solo dirti che ogni volta che prendo trenta all’università, alla mia prof di economia fa male un dente… o almeno spero.

 

Proprio alla Luiss, le facoltà sono tre e sono Scienze Politiche, Economia e Giurisprudenza. Diciamo che di tecnico hanno molto. Tu sei passata da una strada tecnica a una artistica, dove metti il cuore. Allora lasciamo i lettori in questo modo, con un consiglio da un’artista che ha vissuto il mondo tecnico per tecnici che molto spesso perdono di vista l’arte, e la loro arte interiore, oltre che ai tuoi disegni. 

Cari lettori, essere artisti non vuol dire saper disegnare. Si è artisti quando si ama, quando si parla, quando si vive. Forse anche i numeri sono un’arte, anche se io sono totalmente negata! Ricordate di fare uscire sempre la parte migliore di voi, che abbia due occhietti chiusi o una radice quadrata; l’importante è che non vi mettiate mai da parte per compiacere gli altri.

 

Grazie Annie, per averci regalato una parte di te, spero di vederti presto sulla copertina di Gazzelle con i tuoi disegni!

Beh, in quel caso sarai tra i ringraziamenti! Grazie a te per questa opportunità, e ovviamente anche a tutti quelli che hanno avuto il coraggio di sopportarmi fino a qui. Un bacio grande, Annie :)

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Spari contro Kuki Gallmann http://www.360giornaleluiss.it/spari-kuki-gallmann/ Tue, 25 Apr 2017 07:38:14 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=8572 Ferita gravemente l’ambientalista italiana Sembra una mattinata come tutte le altre. La Gallmann è andata con il suo autista a perlustrare l’orlo di Ol Ari Nyiro quando, fermatasi a causa di un albero che ostacolava il passaggio della sua jeep, viene raggiunta da una serie di colpi d’arma da fuoco. In un primo momento l’autista, armato, ha

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Ferita gravemente l’ambientalista italiana

Sembra una mattinata come tutte le altre. La Gallmann è andata con il suo autista a perlustrare l’orlo di Ol Ari Nyiro quando, fermatasi a causa di un albero che ostacolava il passaggio della sua jeep, viene raggiunta da una serie di colpi d’arma da fuoco. In un primo momento l’autista, armato, ha risposto come ha potuto al fuoco mentre l’animalista italiana giace a terra ferita. Da lì segue la corsa in ospedale dove le condizioni della Gallmann risultano subito drammatiche: colpita all’addome, viene portata in elicottero all’ospedale di Nairobi dove subisce un complesso intervento d’urgenza.

E’ stato un vero e proprio agguato con un unico obbiettivo: eliminarla.

Nel frattempo da Nairobi arrivano buone notizie in quanto la dottoressa Gallmann si è svegliata dopo l’intervento e parla, anche se le sue condizioni rimangono serie. Dal letto d’ospedale fa sapere che non lascerà l’Africa in alcun modo a differenza della figlia Sveva che, scampata a una raffica di kalashnikov in Marzo, aveva deciso che fosse arrivato il momento per lei e per il suo bambino di lasciare il paese.

Il capo della polizia ha dichiarato che la cattura dei sui attentatori ha la priorità assoluta. Gli inquirenti si stanno focalizzando maggiormente sulla tribù Pokot, una popolazione altamente povera che con la scusa della siccità occupa con forza ranch e villaggi. A spingerli ulteriormente sono i politici populisti che li esaltano alla lotta contro gli stranieri per ridare l’Africa agli africani.

La svolta

Già nel tardo pomeriggio di lunedì 24 Aprile, la polizia dichiara che due dei possibili aggressori sono stati uccisi e che è stata trovata una pistola, molto probabilmente quella con cui è stata colpita la scrittrice. Inoltre sarebbero in questo momento sotto interrogatorio numerose persone legate a questo tragico episodio.

La vita

Nata a Treviso nel 1943, Kuki Gallman ha subito mostrato una particolare passione per il continente africano e in particolare per il Kenya. Nel 1972 decide infatti di abbandonare l’Italia per seguire il suo sogno. L’Africa le ha dato tanto ma tolto anche tanto. Nel 1980 perde il marito in un incidente stradale mentre solo tre anni dopo il figlio muore morso da un serpente. A sei mesi di distanza dalla morte prematura del coniuge, dà alla vita Sveva che oggi, 37enne e con un figlio, vive con la madre nel ranch di famiglia.

The Gallmann Memorial Foundation

Nel 1984 istituisce, in memoria del figlio e del marito appena scomparsi, una delle più importanti organizzazioni in campo ambientale. Da quel momento diviene una vera e propria paladina in lotta per la salvaguardia di natura e animali.

Rimane comunque preoccupante la scia di omicidi che sta segnando la guerra silenziosa contro il bracconaggio. Secondo alcuni dati infatti, in 10 anni, sarebbero più di 1000 i rangers uccisi da chi non vuole proteggere gli animali e l’Africa stessa.
Circa un mese fa la Jane Goodall italiana aveva lasciato un’intervista al Corriere della Sera in cui affermava:

In questo momento sono al sicuro. Sto nel mio lodge, ho davanti quindici militari armati che mi ha mandato il governo, finalmente fanno un po’ di guardia. Lo capisco, non possono permettersi un “caso Gallmann” a pochi mesi dalle elezioni. Ma forse ci hanno pensato un po’ tardi… Che cos’altro mi può succedere?

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L’America che entra in guerra http://www.360giornaleluiss.it/lamerica-entra-guerra/ Fri, 07 Apr 2017 16:37:39 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=8484 Trump ordina un’azione militare contro Assad   Venerdì 7 Aprile 2017, ore 2:30 italiane. Parte l’ordine per il lancio di 59 missili Tomahawk contro le basi munite di armamenti chimici del presidente siriano Bashar al-Assad. Bilancio ufficiale: 5 vittime tra cui 2 civili. Bilancio secondo l’agenzia di stampa Sana: 15 morti tra cui 4 bambini. Trump, dopo

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Trump ordina un’azione militare contro Assad

 

Venerdì 7 Aprile 2017, ore 2:30 italiane. Parte l’ordine per il lancio di 59 missili Tomahawk contro le basi munite di armamenti chimici del presidente siriano Bashar al-Assad. Bilancio ufficiale: 5 vittime tra cui 2 civili. Bilancio secondo l’agenzia di stampa Sana: 15 morti tra cui 4 bambini.

Trump, dopo la cena di stato con il presidente cinese Xi Jinping, ha annunciato che gli Stati Uniti d’America non rimarranno in silenzio davanti ai gravi attacchi contro la popolazione siriana, avvenuti lo scorso martedì 4 aprile, per mano del governo di Damasco.

“Assad ha stroncato le vite di uomini, donne, bambini senza speranza. È stata una morte lenta e brutale per molti di loro. Perfino neonati meravigliosi sono stati crudelmente assassinati in questo attacco barbarico. Nessun figlio di Dio dovrebbe mai patire un simile orrore”

Nel frattempo non si è fatta aspettare la risposta russa. Il Cremlino ha subito chiesto una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite poichè, secondo quanto dichiarato dal presidente del comitato di Difesa e sicurezza del Consiglio Federale, “questo può essere considerato come un atto di aggressione da parte degli Stati Uniti contro uno Stato dell’Onu”.

Le armi

Martedì 4, il governo siriano sgancia sulla popolazione dei barili contenenti armi chimiche. Si tratterebbe del Sarin, un gas nervino classificato dalle Nazioni Unite come arma chimica di distruzione di massa. E’ completamente inodore, lascia un fumo di colore giallo e basta respirarlo o entrarvici in contatto per rimanere completamente contaminati. I primi sintomi si presentano nella forma di difficoltà respiratorie, ma in pochi minuti il veleno intacca il sistema nervoso portando alla morte. I Caschi Bianchi e i Medici senza frontiere, trovandosi di fronte ad una situazione così grave e inaspettata, sciacquano i feriti con acqua ma subito si rendono conto che ormai c’è ben poco da fare. Un bambino, sopravvissuto all’attacco chimico, ha raccontato quei drammatici momenti così:

“Ero ad EL Hamra (un quartiere). Stavo guardando gli aerei. L’aereo ha sganciato un barile. Ho visto il fumo, era giallo.”

L’amministrazione Trump ha invece utilizzato i missili Tomahawk, ovvero missili da crociera con una gittata di circa 2500 km; questi possono contenere fino a 500 kg di esplosivo.

Le reazioni internazionali

L’Unione Europea ha dichiarato oggi di essere già da tempo a conoscenza del piano americano. Federica Mogherini, Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha seguito gli sviluppi durante la notte con i membri della diplomazia di Bruxelles. Netanyahu, Primo Ministro israeliano, è stato il primo ad appoggiare l’iniziativa militare statunitense in quando “l’uso di armi chimiche non è e non sarà tollerato”. Erdogan ha immediatamente chiamato Putin e reso noto che i rapporti con gli alleati sono a un passo dalla completa chiusura.

 

 

 

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Il vaso e l’acqua http://www.360giornaleluiss.it/il-vaso-e-lacqua/ Tue, 07 Mar 2017 12:16:43 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=8255 “Ciao, sei sola?”. Ecco come esordì il vaso che, avvicinatosi all’acqua, la vide senza forma ne colore. Pensò subito che questa condizione la rendesse inevitabilmente triste e bisognosa d’affetto e d’aiuto. Cautamente, lasciando i segni arancio scuro della terracotta sul pavimento di cemento, si avvicinò a quella che sembrava una pozzanghera. Invece, era molto di

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“Ciao, sei sola?”. Ecco come esordì il vaso che, avvicinatosi all’acqua, la vide senza forma ne colore. Pensò subito che questa condizione la rendesse inevitabilmente triste e bisognosa d’affetto e d’aiuto.
Cautamente, lasciando i segni arancio scuro della terracotta sul pavimento di cemento, si avvicinò a quella che sembrava una pozzanghera. Invece, era molto di più: erano lacrime, sudore. Era acqua, solo acqua, ma ricca d’umanità.

Quel minuscolo lago si stava pian piano espandendo. Il vaso non sapeva cosa pensare, non sapeva come rendersi utile a quella che gli sembrava una vera e propria catastrofe in atto. L’acqua non riusciva ad esprimersi, affogava nel dolore e nelle lacrime che le bloccavano le parole proprio in gola. Il vaso si sentiva così inutile, addirittura in colpa: a quanto pare dal suo arrivo la situazione era solo peggiorata. Forse erano state le parole che aveva pronunciato così spontaneamente? Gli sembrava di essere stato gentile e sincero. Le donne gli parvero più che mai incomprensibili.

Decise di mettersi in una rientranza del muro, all’ombra, per non dare troppo nell’occhio. Cosa avrebbero pensato gli umani vedendo un vaso al centro di uno dei percorsi che erano soliti calpestare? Invece l’acqua passava inosservata, oltraggiata spesso da piedi maldestri ed incapaci di constatarne la purezza e la bellezza.

In quel piccolo spazio, a ridosso di un intonaco bianco che gli stava lasciando un sottile segno orizzontale sulla schiena, osservava la vita andare avanti. Anche la sua, in fondo, continuava a scorrere. Inesorabilmente, com’è giusto che sia. Ma l’acqua? Aveva la netta sensazione che il dolore avesse la straordinaria capacità di mettere in pausa questa inesorabilità. Il vaso pensava che dopo averlo provato, è un po’ come se si dovesse imparare di nuovo a respirare. Inspira, espira. Per recuperare quel tempo che forse è andato perso. Ma dentro di lui, qualcos’altro lo spingeva a pensare che quei secondi, minuti ed ore potevano essere recuperati in qualche modo. Non ne era sicuro, ma questo pensiero lo tormentava, mentre fissava l’acqua e sperava che lei potesse un giorno recuperarlo.

Non riusciva a rinunciare, non riusciva ad andare via. Voleva conoscere quella storia.
Finalmente, dopo quella che gli sembrò un’infinità, l’acqua si voltò verso di lui. Fu un movimento impercettibile. Ma lui, concentrato com’era su di lei, lo notò subito. Capì che doveva continuare a rimanere in silenzio, immobile, per poter ascoltare ciò che stava aspettando.

“È stata una delle sensazioni più strane ed assurde della mia vita, sai. Pensi di essere in un certo modo e poi, all’improvviso, si rompe. Il contenitore dico, si è rotto. Ed io, che pensavo di aver capito chi ero, mi sono ritrovata ad essere nessuno. Ho sentito vuoto e tanta, tanta tristezza. Non pretendo tu mi capisca, so che sei uno di loro. Ma in fondo se sei lì che mi guardi con quegli occhi grandi significa che hai voglia di sentire.”

Il vaso avrebbe voluto risponderle che si, era proprio così, aveva ragione. Che se solo gliene avesse dato l’opportunità si sarebbe avvicinato e avrebbe fatto il possibile per aiutarla. Ma non era ancora il momento. E l’acqua intanto continuava.

“Mi hanno sempre insegnato che la forma che avevo era la mia, capisci cosa intendo? Questo implica che rifletteva esattamente me stessa e non solo ciò che gli altri potevano percepire, ma proprio tutto tutto. Ed io, me ne ero convinta. Andavo in giro pensando di essere me, di avere una forma che mi si addicesse. Mi sentivo addirittura felice. Ma ci pensi? Felice.”

Quest’ultima frase fu accompagnata da una risata amara. Le lacrime non facevano più tremare la sua voce: il vaso sentiva che la parte più importante di quella storia stava per arrivare. Il dolore nelle donne agiva in questo modo misterioso: d’un tratto acquistavano cinque, dieci anni. Le guardi e pensi: c’è stato un cambiamento.

“Il rumore del coccio rotto mi è risuonato nelle orecchie per ore prima che arrivassi tu. Ed intanto non ho mai smesso di sentirmi nel panico. Mi sono sentita sola e vuota e così inadeguata. Senza identità. Quando sei arrivato, la tua frase ha semplicemente reso tutto più reale. E mi ha fatto male, molto male. Ma ora non fare quella faccia, non è colpa tua. Cosa puoi saperne? Tu sai cosa sei, non cambierai, sei nato così e potrà variare solo ciò che contieni. Mentre eri in silenzio però, ho capito che ciò che mi definiva, quindi, non era quello stupido vetro. Sono io, solo io. Capisci? Non devo adeguarmi a nulla. Il mio spirito è quello che io decido di essere. E non sono più disposta a costringermi in un contenitore, di alcun tipo. Ma non offenderti, non ce l’ho con te. È il concetto in generale… e penso che se ci rifletti un attimo potresti addirittura essere d’accordo con me. Certo, ciò metterebbe in gioco la tua utilità. Ma magari sei bravo anche a fare qualcos altro, no? In ogni caso, sento di essere pronta a vivere una nuova vita.”

Il vaso, ascoltando quelle parole, provò tanti sentimenti contrastanti. Stupore, compassione, stima, empatia, speranza. Ma iniziò anche a dubitare di se’. Il suo cuore gli urlava che l’acqua aveva ragione, ragione in modo maledetto. E non riuscendo in alcun modo a trovare un modo per rispondere, continuò ad ammirare in silenzio quell’anima così pura e brillantemente limpida. In quell’istante gli fu chiaro che l’acqua, trovando finalmente se stessa, aveva recuperato tutto quel tempo perso quando il dolore le aveva fatto mettere in pausa la vita. Ed era altrettanto chiaro che l’unico modo per continuare a seguirla era rompersi per lei. E così fece.

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Omaggio alla Settima Arte http://www.360giornaleluiss.it/omaggio-alla-settima-arte/ Tue, 25 Oct 2016 14:35:13 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=7333 Siamo nel periodo più in fermento dell’anno. A Ottobre si sa, le città pullulano di eventi e festival e sagre che una volta arrivati a Natale siamo già stanchi – o Nati stanchi, come direbbero i nostri cari comici Ficarra e Picone, giusto per restare in tema. E cosa è successo a Roma negli ultimi

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Siamo nel periodo più in fermento dell’anno. A Ottobre si sa, le città pullulano di eventi e festival e sagre che una volta arrivati a Natale siamo già stanchi – o Nati stanchi, come direbbero i nostri cari comici Ficarra e Picone, giusto per restare in tema. E cosa è successo a Roma negli ultimi dieci giorni di Ottobre si sa pure, soprattutto se siamo stati bombardati su qualsiasi social dall’hashtag #RomaFF11. Che non è una sigla di formula uno, ma più semplicemente l’acronimo per 11° Roma Film Fest, l’evento più atteso dal pubblico romano cineasta, oltre che dagli innumerevoli appassionati di cinema, romani e non, cultori sfegatati e non.

“Eleganza e internazionalità sono fra gli elementi fondanti della mia idea di Festa: è questo il senso dell’immagine simbolo di quest’anno, che vede danzare Gene Kelly insieme a Cyd Charisse.” Così risponde ai microfoni dei telecronisti Antonio Monda, Direttore Artistico del Festival per il secondo anno, mentre i cameramen inquadrano la ballerina statunitense Cyd Charisse abbandonarsi alla romantica presa di Gene Kelly, nell’intramontabile Singin’ in the Rain.
Eleganza e internazionalità dunque, ma non solo: discontinuità e varietà sono gli altri due temi chiave di quest’anno, per un festival che fosse questa volta dinamico e non ingabbiato nella tipica formula concorsuale – il festival mummificato da concorsi e premi che piaceva davvero poco al pubblico capitolino. Non a caso dunque ne è derivata la scelta di cambiare il nome da « Festival » in « Festa », e giusto perchè non solo l’Auditorium di via Pietro De Coubertin si vestisse a festa ma la Capitale tutta, non è stato difficile reperire manifesti e indicazioni sparsi a tappeto per la città. Proprio così, come in una sorta di Cammino di Santiago in salsa romana – « Il Cammino per Roma », si potrebbe azzardare! – si peregrinava dal centro alla periferia – perfino le Carceri di Rebibbia sono state imbandite a cineforum – dal Red Carpet di via De Coubertin a quello di via Condotti, passando per gli appuntamenti al Maxxi e alla Casa del Cinema di Villa Borghese.

La struttura della festa ha una forma decisamente poliedrica: non bastava la Selezione Ufficiale – categoria sotto la quale vengono presentate 44 pellicole di 26 paesi in anteprima mondiale per concorrere al Premio del Pubblico -, Monda ha pensato bene di andare a pescare negli altri Festival, giusto perchè il suo pubblico non restasse a bocc’asciutta, e così ha inserito Tutti ne parlano, una piccola sezione con quattro film che hanno ricevuto particolari attenzioni in altri festival. Non meno importante, per il Direttore Artistico, è il tema del dialogo, motivo per cui è nato Incontri Ravvicinati, ovvero uno spazio in cui fosse possibile per il pubblico fare il proprio incontro con le grandi personalità dell’arte, spaziando dai grandi del cinema come Oliver Stone, Bernardo Bertolucci, David Mamet, Viggo Mortensen, Meryl Streep e Roberto Benigni, passando per l’arte contemporanea con Gilbert&George, per finire alla musica con Jovanotti, Michael Bublé e Paolo Conte. Senza considerare l’ovazione ricevuta da Tom Hanks, primo fra tutti ad aprire le danze su Red, o i numerosi selfies scattati col cast di The English Patient, che si è mostrato brioso e accessibile al pubblico nell’ultima giornata della Festa, domenica 23.
Le altre sezioni della Festa riguardano le Retrospettive, due  delle quali dedicate rispettivamente a due grandi del cinema inglese ed italiano, nei nomi di Tom Hanks e Vittorio Zurlini, e l’altra alla politica statunitense, con l’intento di dare una rispolverata ai miti del passato a meno di un mese dalle elezioni presidenziali. Suggella il tutto Alice nella Città, la sezione autonoma e parallela alla Festa del Cinema dedicata al cinema per ragazzi, ormai fedele alleato della kermesse romana. 

Dieci giorni di full immersion dentro questo parco divertimenti, all’interno delle sale messe sù da Renzo Piano – seppur sprovviste di Wi-Fi – in effetti sono stati una cosetta così. Forse in poche altre occasioni non si è avvertita la nostalgia della rete, avviluppati come si era dal network di artisti, imprenditori e addetti stampa che scivolavano giù lungo il tappetone rosso da mattino a sera. E nel frattempo cibo e musica a cielo aperto a fare da sfondo. Già, proprio una cosetta da nulla.

 

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Verso un nuovo diritto d’asilo in Italia? http://www.360giornaleluiss.it/verso-un-nuovo-diritto-dasilo-in-italia/ Fri, 02 Sep 2016 15:01:07 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=6894 Tempi più rapidi per le procedure, ma meno garanzie processuali per i richiedenti asilo   Pochi giorni fa, il ministro della Giustizia Orlando ha anticipato la proposta governativa di riforma della legge sul diritto d’asilo in Italia, in attuazione dell’accordo dei Paesi dell’area Schengen del 21 giugno scorso. Questo prevede più obblighi per i migranti

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Tempi più rapidi per le procedure, ma meno garanzie processuali per i richiedenti asilo

 

Pochi giorni fa, il ministro della Giustizia Orlando ha anticipato la proposta governativa di riforma della legge sul diritto d’asilo in Italia, in attuazione dell’accordo dei Paesi dell’area Schengen del 21 giugno scorso. Questo prevede più obblighi per i migranti beneficiari di accoglienza e lascia meno spazio di manovra agli Stati membri, sostituendo la direttiva per le procedure (strumento che lascia molta discrezionalità agli Stati) con un regolamento, attraverso il quale l’Ue fisserà non solo gli obiettivi, ma anche il modo per raggiungerli. Bruxelles, inoltre, è pronta a dare ad ogni singolo Stato 10 mila euro a profugo accolto. Per di più, l’Unione intende fissare a sei mesi il tempo massimo entro cui decidere se concedere o meno i permessi per rimanere sul suolo comunitario, con un’unica possibile proroga di tre mesi. In linea di principio, chi non ha diritto di ricevere protezione deve essere rimpatriato il prima possibile, mentre chi ne ha bisogno deve avere protezione garantita finché è necessario.

La riforma italiana del diritto d’asilo è concepita come legge delega, attualmente sottoposta al vaglio del Dipartimento degli affari giuridici e amministrativi della Presidenza del Consiglio dei ministri. Il nocciolo duro di questa riforma sta nell’annullamento del grado di appello per coloro che hanno ricevuto il diniego di asilo in primo grado di giudizio. L’articolo 10 della Costituzione italiana tutela il diritto d’asilo per tutti coloro ai quali venga impedito nel Paese d’origine l’esercizio delle libertà democratiche. Il richiedente asilo deve presentare alla questura o alla polizia di frontiera la domanda di protezione internazionale, che deve essere esaminata dal Dipartimento libertà civili e immigrazione del Ministero dell’Interno. In particolare, le domande vengono analizzate da commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale. Le decisioni delle commissioni vengono prese a seguito di interviste individuali ai richiedenti asilo. Queste possono essere impugnate prima presso i tribunali ordinari, poi in appello e, infine, in Cassazione. Il governo, nell’avanzare la proposta, parte dal presupposto che nei primi cinque mesi del 2016 sono stati presentati circa 15.000 ricorsi da parte dei richiedenti asilo a cui la commissione territoriale competente aveva negato protezione. Per velocizzare le procedure, il governo ha elaborato alcuni punti chiave: creazione di tribunali di primo grado specializzati nell’analizzare i casi di richiesta d’asilo; niente udienza, in quanto il rito sommario di cognizione sarà sostituito dalla visione, da parte del giudice, della videoregistrazione del colloquio del richiedente asilo davanti alla commissione territoriale; la già ricordata soppressione dell’appello contro le decisioni di primo grado del tribunale.

La proposta del governo è stata criticata, soprattutto nella parte che elimina l’appello, da molti giuristi che ritengono che essa non garantisce un diritto costituzionale, quale è il diritto d’asilo. Molto contestato è anche il ventilato annullamento dell’udienza, che ora si concretizza nella possibilità per il giudice di primo grado di ascoltare di persona il richiedente asilo. Il suo annullamento è in contrasto con il ruolo del giudice nell’accertare la violazione dei diritti soggettivi. Insomma, tra molti avvocati e giuristi c’è la sensazione che questa proposta di legge non faccia altro che creare un diritto speciale (in negativo) per gli stranieri, fatto che sarebbe non auspicabile in un Paese membro dell’Unione Europea.

L’Associazione italiana studi giuridici (Asgi) ha elaborato proposte alternative a quella del governo, come, ad esempio, aumentare il numero dei tribunali in grado di valutare i ricorsi e introdurre altre vie legali per ottenere il permesso di soggiorno, quali il visto per lavoro o per studio. Un’altra proposta degna di interesse, ma non facilmente condivisibile, consiste nel sospendere l’assistenza dei richiedenti asilo che si trovano nei centri di accoglienza e in attesa dell’appello, al fine di ridurre i costi di permanenza.

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Kobe Bryant annuncia il ritiro http://www.360giornaleluiss.it/kobe-bryant-annuncia-ritiro/ Fri, 04 Dec 2015 07:45:34 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=5389 Ebbene sì: dopo 20 anni dal suo approdo in NBA, Kobe Bryant, conosciuto anche come “Black Mamba” annuncia il suo ritiro a fine stagione, tramite una lettera pubblicata su “The Player’s Tribune” il 29 novembre 2015. Kobe Bryant, leggenda 37enne dei Los Angeles Lakers, squadra la quale ha vinto 5 “anelli” NBA, ha deciso di

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Ebbene sì: dopo 20 anni dal suo approdo in NBA, Kobe Bryant, conosciuto anche come “Black Mamba” annuncia il suo ritiro a fine stagione, tramite una lettera pubblicata su “The Player’s Tribune” il 29 novembre 2015.

Kobe Bryant, leggenda 37enne dei Los Angeles Lakers, squadra la quale ha vinto 5 “anelli” NBA, ha deciso di ritirarsi a seguito dei continui infortuni che lo hanno condizionato nelle ultime stagioni, su tutti la rottura del tendine d’Achille nella stagione 2013-2014. Bryant giustifica la sua scelta nella lettera d’addio affermando “Il mio cuore può sopportare la battaglia. La mia mente può sostenere la fatica. Ma il mio corpo dice che è tempo di dirti addio”.

Una lettera davvero commovente, intrisa di ricordi che hanno caratterizzato la vita del campione dei Lakers, a partire da quando arrotolava i calzettoni del padre, anche lui cestista nella massima serie italiana, passando per i momenti in cui in palestra tentava quei tiri da tre micidiali per poi giungere al suo grande sogno, quello di vestire la maglia dei Los Angeles Lakers. Toccante, perché parla allo sport come ad un vecchio amico, che lo ha accompagnato su tutti i parquet d’America e del Mondo. Che ancora in questa stagione, la sua ultima, lo sosterrà fino alla fine. Le parole che si possono leggere dalla sua lettera sono parole che hanno evocato sensazioni di tristezza negli appassionati di questo sport, consci del fatto che da aprile 2016 Kobe sarà storia, non sarà più presente con la sua maglia numero 24 nel quintetto iniziale dei Lakers.

Kobe Bryant ha compiuto una carriera davvero straordinaria: nel 1996 a 18 anni si dichiara “Elegible” per il “Draft NBA”. Kobe fu uno dei pochi a passare dalla High School direttamente all’NBA. Fu la scelta numero 13 assoluta dagli Charlotte Hornets, ma venne immediatamente scambiato per il 28enne centro dei Lakers Vlade Divac: da allora inizia la sua carriera nella squadra di Los Angeles. Nel suo primo anno da Rookie, si aggiudica lo Slam Dunk Contest dell’All Star Game, facendosi conoscere per le sue doti atletiche, prima che per i suoi tiri in sospensione impossibili. Nell’estate del 1999 con l’arrivo di Coach Phil Jackson la squadra di Los Angeles riuscì a vincere tre anelli di fila (dal 2000 al 2002). Nella notte del 22 gennaio 2006, Bryant realizzò ben 81 punti contro i Toronto Raptors, segnando così il Career High e piazzandosi dietro come miglior prestazione solo all’inarrivabile Wilt Chamberlain, leggenda dei Lakers negli anni ’70. Riuscì a vincere altri due titoli NBA nelle stagioni 2008-2009 e 2009-2010 rispettivamente contro i sorprendenti Orlando Magic e poi contro i Boston Celtics in una serie combattutissima decisa solo in Gara-7.

Il 5 dicembre 2012 raggiunge quota 30.000 punti, divenendo il quinto nella storia dell’NBA ed il più giovane a raggiungere tale obiettivo che riuscirà poi a battere nel marzo 2013, superando persino Wilt Chamberlain.

 

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Il 12 aprile 2013 il dramma: Kobe Bryant si infortuna al tendine d’Achille nella partita contro Golden State Warriors con la seria preoccupazione che la sua carriera fosse giunta ad una brusca conclusione. Nonostante il grave infortunio, il campione dei Lakers torna a calcare i parquet della Lega nella stagione 2014-2015, riuscendo persino a superare la soglia dei 32.000 punti, superando nientemeno che “His Airness” Michael Jordan nella classifica dei realizzatori all-time dell’NBA e piazzandosi al terzo posto dietro a Kareem Abdul-Jabbar e Karl Malone.

Ed ora l’epilogo: Kobe questa volta ha davvero preso una decisione definitiva, sulla quale ha riflettuto molto e sulla quale sembra proprio non voglia cambiare idea. Il suo corpo, ormai scalfito dalle mille battaglie e dagli infortuni gravi degli ultimi anni, ha deciso per lui, poiché la sua mente e il suo cuore vorrebbero continuare a vestire la maglia Lakers e vincere ancora, però, come lui stesso ha affermato, gli rimane ancora “questa stagione” e noi tutti appassionati di questo sport speriamo che Kobe, “The Black Mamba”, possa ancora sorprenderci tutti.

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Iceland15 http://www.360giornaleluiss.it/iceland15/ Tue, 03 Nov 2015 17:29:45 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=4904 Out of the Comfort Zone. Quest’estate sono andato al di là delle comodità quotidiane, ho voluto spingermi oltre. Arrivare al limite. Vivere la sensazione di libertà. Per 30 giorni ho camminato con 30kg sulle spalle in un paradiso terrestre come l’Islanda. Ho dormito in tenda e mangiato liofilizzati per l’intera avventura. Ho visto deserti, campi

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Out of the Comfort Zone.
Quest’estate sono andato al di là delle comodità quotidiane, ho voluto spingermi oltre. Arrivare al limite. Vivere la sensazione di libertà.
Per 30 giorni ho camminato con 30kg sulle spalle in un paradiso terrestre come l’Islanda. Ho dormito in tenda e mangiato liofilizzati per l’intera avventura. Ho visto deserti, campi lavici, fiumi, colline, montagne, ghiacciai. Ho visto e vissuto la Natura Islandese.

Iceland15 è un video che racchiude un’esplosione di colori. E’ una storia che racconta un lungo viaggio fatto dal 30 Luglio al 1 Settembre 2015 di 800km. E’ la mia storia. Una storia che racconta la voglia di esplorare e di rimettersi in gioco continuamente.
Questo vuole essere un punto di partenza per le prossime sfide.

Buona visione.

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