Cosa vuoi fare da grande?

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Scrivo questo articolo per tutti quelli che, come me, si trovano spesso a farsi la domanda “cosa voglio fare da grande?”. Spesso la risposta viene rimandata, con la scusa che tanto ci sia tempo, ma si sa, il tempo vola e piano piano i piccoli traguardi vengono raggiunti e c’è la necessità di prefissarne altri.
Un giorno, sopraffatta dalla mia indecisione circa il futuro e l’eventuale lavoro della mia vita, e, di conseguenza, anche sulla scelta della specialistica, mi sono messa a vagare su internet. Ho curiosato tra varie università, tirocini e robe varie fino a quando, durante l’immancabile pausa FB, mi sono imbattuta in un video condiviso da una mia amica. Era un video di un Ted talk, dove una ragazza giovane, di nome Emilie Wopnick, andava contro corrente dicendo che “non avere una vera e propria chiamata non è un problema”.

Infatti, inizia il suo discorso affermando di essere sempre stata incapace di dare una risposta alla fatidica domanda “cosa vuoi fare da grande?”, ma questo è dovuto non alla sua mancanza di interessi, ma ai tanti, troppi, interessi che coltiva.
Interessi più disparati, che possono portare a spendere tempo ed energie in una cosa, fino a quando non la si trova più stimolante, ci si annoia e si decide di lasciar perdere. Questo, come penso la maggior parte di noi sappia bene, genera ansia ed un senso di inadeguatezza nei confronti della società, una sensazione di insuccesso e di disimpegno, come se fossimo persone anormali.
Emilie, nel suo illuminante discorso, spiega che la ragione di tutto ciò sta nella società, che, partendo dalla semplice domanda “cosa farai da grande?” ti porta a pensare a cosa vuoi essere e non a tutto ciò che tu puoi essere, ti inculca l’idea che bisogna scegliere, ed il più presto possibile, come se ci fosse un destino fatto da una strada a senso unico, dalla quale non si può mai tornare indietro.

In realtà, una vera ed unica chiamata può non arrivare, ma può arrivare un’altra bellissima dote, da lei stessa chiamata “multipotenzialità”. La multipotenzialità ha anche tre superpoteri. Il primo è la capacità di unire più idee in un unico risultato, come Sha Hwang e Rachel Binx che hanno unito la passione per il mondo e per la moda creando Meshu, la linea di gioielli ispirati alla forma dei luoghi del mondo. Poi vi è la capacità di apprendere rapidamente proprio perché stimolati da questa continua ed incessante voglia di imparare e di capire sempre di più, e, infine, la capacità di adattarsi, che può rivelarsi estremamente utile in un mondo in continua trasformazione come il nostro.
Quindi, cari amici, se non avete una vera e propria chiamata, come dice Emilie, non disperatevi, perché potete essere felici nella vostra multipotenzialità, guidati non tanto dal desiderio di una meta precisa, quanto dalla voglia di apprendere sempre di più e di “essere tante cose” durante il viaggio stesso.