“Papà vado in Erasmus in Francia!”

Ancora oggi non saprei descrivere bene l’espressione che ha attraversato il volto del signor Gomez in quel brevissimo istante in cui ho pronunciato questa frase: un misto di felicità per il mio futuro soggiorno in quello che lui definisce “un gran País en educación y cultura” ma anche un’impercettibile delusione per non aver scelto il suo di País, la Spagna.

Esattamente un anno fa, in questo periodo, mi trovavo a prendere una decisione importante che avrebbe cambiato per buona parte dell’anno la mia routine scaraventandomi fuori dalla mia comfort zone.

Dopo aver avuto la certezza che sarei sopravvissuta anche nutrendomi di vino e formaggi piuttosto che di sangria e tapas, ho abbandonato l’idea di trascorrere il mio erasmus in Spagna.

Sono sincera, non è stata una scelta facile. Amici di una vita, lingua, abitudini: a Madrid avrei giocato in casa in tutti i sensi, abbonamento al Real Madrid incluso.

Il mio sogno di vivere lì però poteva aspettare.

Infatti l’erasmus è anche divertimento ma soprattutto studio e scienze politiche non è una facoltà qualunque,  poco apprezzata in Stati mal governati e con classi politiche mediocri (guarda caso..), viene molto valorizzata in quelli che funzionano e che per fortuna ne hanno capito l’importanza. La Francia è uno di questi.

12006496_10153774928775312_5589336549285470906_o(1)I 9 Istituti di Studi Politici (IEP) francesi, sono tra le più ambite università. Gli studenti si preparano due anni (i cosiddetti corsi “prépa”) per entrarvi attraverso d
ei concorsi estremamente competitivi: quei pochi posti a disposizione negli IEP gli permetteranno infatti, una volta terminati gli studi, di accedere ai più alti incarichi della pubblica amministrazione e classe dirigente francese.

Avendo già frequentato una summer School allo IEP di Parigi e avendo in programma di tornarci per la magistrale, ho puntato su quello di Aix-en-Provence.

Aix è una bellissima città universitaria nel sud della Francia, piena di storia e cultura e con una natura incantevole. Io, meteoropatica da sempre, grazie al clima ideale e ai pochi kilometri che la separano dal mare, sono riuscita a evitare gli attacchi isterici tipici di chi non vede il sole per più di tre giorni.

Inoltre sebbene la città sia molto piccola, la sua posizione strategica, a due passi da Marsiglia, Avignone e dalla Costa Azzurra (la regione è chiamata Provence-Alpes-Côte d’Azur) permette di non annoiarsi mai.

L’università è ottima, con tantissime associazioni coinvolgenti (in realta’ anche troppo visto che la prima settimana di lezione ero già nel gruppo fb della squadra di pallavolo, io che sono alta nemmeno 1,60). Ci sono professori qualificati ed esami interessanti e di grande  attualita’ come Géopolitique de la Mediterranée, che consiste in un’analisi di tutti quei conflitti che storicamente provocano tensioni nel Mediterraneo come possono essere Palestina-Israele, Libia, Siria e un dossier sull’Islam dalle origini fino alla nascita dell’estremismo islamico e dell’Isis.

Il corso più interessante a mio avviso è stato Relazioni internazionali contemporanee.

Grande la partecipazione. Germania, Belgio, Canada, Ucraina, Russia, Giappone, Kazakistan, Marocco, Gran Bretagna, Spagna: eravamo 15 studenti internazionali provenienti da ogni parte del mondo.

Un’ora di presentazione su un tema da preparare in coppia e quella successiva dedicata al dibattito. Io ero l’unica italiana. Non ho perso una lezione: era emozionante vedere come il tema del giorno poteva essere interpretato in maniera completamente diversa a seconda della nazionalità dello studente.

L’erasmus infatti insegna soprattutto questo, ad abbandonare i pregiudizi e sviluppare empatia e curiosità per comprendere chi è così lontano e diverso da noi, in cultura, storia e anche nel modo di affrontare i rapporti e la vita di tutti i giorni.

Ho passato gran parte del tempo con persone con cui non avrei mai immaginato di poter condividere tanto: francesi, olandesi, belgi, tedeschi, ecc…

Ad esempio cibo a parte (il veganesimo non mi avrà mai) e infradito con 10 gradi, gli studenti tedeschi, che erano il gruppo più numeroso, sono quelli con cui mi sono trovata meglio e da cui ho appreso di più.

Non ci sono speciali consigli per un erasmus, solo una mente curiosa e aperta e il giusto spirito per vivere un’esperienza difficilmente replicabile.

Se in più siete studenti di scienze politiche e avete anche voglia di avere la sensazione di studiare qualcosa davvero importante, posso solo dirvi che “la France vous attend”!