roma – 360°- il giornale con l'università intorno http://www.360giornaleluiss.it Sun, 18 Feb 2018 20:38:03 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.8.2 http://www.360giornaleluiss.it/wordpress/wp-content/uploads/2017/02/cropped-300px-32x32.png roma – 360°- il giornale con l'università intorno http://www.360giornaleluiss.it 32 32 97588499 Una sera d’inverno http://www.360giornaleluiss.it/una-sera-dinverno/ Sun, 18 Feb 2018 20:31:05 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=9212 Il crepuscolo moriva sulle strade umide, appena appena bagnate dalla pioggia della sera prima. Aria di festa e diffusa felicità incorniciavano un’atmosfera ottocentesca che donava ancora più splendore alla Città Eterna. Gabriele, giovane studente e ardito sperimentatore del gusto, passeggiava per le vie con in petto una sommossa, con un senso di inguaribile insoddisfazione, con

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Il crepuscolo moriva sulle strade umide, appena appena bagnate dalla pioggia della sera prima. Aria di festa e diffusa felicità incorniciavano un’atmosfera ottocentesca che donava ancora più splendore alla Città Eterna.
Gabriele, giovane studente e ardito sperimentatore del gusto, passeggiava per le vie con in petto una sommossa, con un senso di inguaribile insoddisfazione, con un’anima sul ciglio della decadenza. La sensibilità del giovane lo portava all’intensificazione d’ogni esperienza, fosse pure la più comune. Era capace d’arrivare al pianto nel guardare una particolare composizione floreale, assaporando la bellezza d’ogni forma creata dalla splendida natura. Ciò che più attirava il giovane, però, era quel senso di non rivelato nelle speranze delle persone, come se volesse nutrirsi dei sogni e delle idee di chiunque lui reputasse un individuo superiore. C’era del fascino nelle cose trattenute ma comunque evidenti, un senso dell’ignoto che provoca vaneggiamenti e fantasie che corrono veloci, scalpitano, inducono desiderio.

Col suo cappotto lungo avviluppato Gabriele vagava senza un preciso posto dove andare, poggiandosi al suo ombrello intarsiato, immaginandolo come un bastone da passeggio dell’alta borghesia dei secoli precedenti. Negozi, vetrine e locali illuminavano la sera che aveva ormai riempito i vicoli di Roma, aumentando le suggestioni del ragazzo desideroso del bello.
Non appena voltato l’angolo, Gabriele intravede in lontananza una figura muliebre che dal primo istante scatena una calamità interiore, un abbaglio, un lampo d’aria gelida che risveglia i sensi. In lontananza una ragazza avvolta da un lungo soprabito che avvolge quasi tutto il corpo, rivelando poco o niente al giovane febbricitante.
Gabriele aumentò il passo, desideroso di scoprire chi fosse Lei, quella figura divina che rendeva le statue antiche e le opere d’arte tutt’intorno un qualcosa di superfluo. Nell’avvicinarsi vide le sue mani, splendide, eleganti, perfette in ogni minuzia.

La giovane camminava a passo svelto, come s’avesse una direzione precisa; passi sapientemente calibrati che lasciavano trasparire fermezza d’animo, senso d’avventura, pericolosità. L’aria tremava di fronte al preambolo d’un incontro che appariva imminente, d’una scoperta sensazionale che toglie ogni senso al vecchio provare. Il cielo della sera si dipinse di voluttà inespressa, l’aria più fredda, d’improvviso.
“La lussuria ha un fascino gelido ma tiene caldi come fosse fuoco” pensava Gabriele, mentre si faceva strada tra la folla che lo distanziava dalla Sua musa sconosciuta. Tutti i sensi di lui erano tesi nella direzione della bramosia e del senso di conquista, ogni fibra del corpo rispondeva a questo impeto violento di mescolanza d’anime.
È straordinario quanto ardito senso estetico c’è nel cuore di chi s’impegna a cercare la bellezza nella vita d’ogni giorno. Tutto ciò che viene visto diventa un’opera d’arte di cui si è succubi e artefici al contempo. Creare ed esserne schiavi, vivere del proprio senso del gusto ed esserne sottomessi.

La distanza tra i due era ormai minima. Ogni atomo di Gabriele era sull’orlo del raggiungimento delle sue fantasie.
La chiamò:
“Scusami”
Nella voce di lui un misto d’incertezza e di senso di smarrimento, segno di una forte volontà. Perché egli sapeva che è nei momenti in cui si rischia di precipitare che si impara a spiccare il volo.
Lei si girò, quasi fosse infastidita e distratta da una piccola seccatura.

Nel guardarle il volto, Gabriele ebbe un sussulto, una scossa nel petto.
Egli non aveva mai visto una bellezza così raffinata, così limpida, chiara e fresca come le acque del mare.

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Roma di Ferro http://www.360giornaleluiss.it/roma-di-ferro/ Wed, 18 Oct 2017 13:38:01 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=8964 Avete presente quando il destino sembra si stia davvero impegnando per impedirvi di riuscire in qualcosa? Credo di sì. Ebbene, siccome credo sia sempre bello creare una comunione di sensi e di esperienze, per fare in modo che il vostro sentirvi a tratti dimenticati dalla buona sorte, non sia solo vostro, ma sia distribuito, razionato,

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Avete presente quando il destino sembra si stia davvero impegnando per impedirvi di riuscire in qualcosa? Credo di sì. Ebbene, siccome credo sia sempre bello creare una comunione di sensi e di esperienze, per fare in modo che il vostro sentirvi a tratti dimenticati dalla buona sorte, non sia solo vostro, ma sia distribuito, razionato, fra una manciata di individui partecipanti di questo pezzo, me compresa, vi racconto cosa mi è successo qualche giorno fa.

Ero uscita di casa verso le 18:15, determinata a “dare un senso alla giornata”, come dice mio zio Valerio, anche se spesso lui utilizza questa frase per comunicare che, avendo un certo languorino, mangerebbe volentieri qualcosa. Insomma, ero uscita di casa determinata a portare a compimento una grande sfida: comprare l’abbonamento annuale per l’ATAC. Sottolineerei comprare e non ricaricare, perché altrimenti l’impresa mi sarebbe parsa decisamente più semplice. In realtà, ero comunque fiduciosa di riuscire nel mio intento perché, pensando di essere molto furba e di non trovare fila, mi sono diretta verso la stazione Tiburtina.

1,50 € per il biglietto comprato all’edicola vicino la fermata Policlinico, che chissà quanti soldi fa soltanto così. Scendo le scale, i militari mi squadrano come fossi una terrorista, ma a questo sono abituata… Ad ogni controllo in aeroporto mi fanno il test con il tampone per cercare tracce di droga o esplosivo. M’immagino sempre così, per un terzo spacciatore, per un terzo terrorista e per l’altro terzo come jolly da adattarsi alle evenienze.
18:35. Tutto regolare, scendo alla fermata giusta, un po’ spaesata perché non so dove si trovi l’ufficio ATAC. Un giro su me stessa, occhi socchiusi e fronte aggrottata da uno sguardo concentrato, per leggere la minima indicazione. Niente. Faccio qualche passo seguendo il flow di gente che si muove liquida e veloce. Un tabaccaio, che bello! Salve, posso compare qui un abbonamento annuale all’ATAC? No, deve andare in un’altra stazione per trovare la biglietteria ATAC, ad esempio Termini, è sulla stessa linea B. Ah, ho capito, e a Termini dove si trova l’ufficio? Al piano di sotto. Allora grazie, arrivederci. Ciao.
1,50 € per il nuovo biglietto per la metro, direzione Termini. Sono imbronciata. Pensavo di poterla risolvere velocemente e invece mi tocca andare a Termini a fare la fila.

Sono le 19 meno qualcosa. Scendo dalla metro ed inizio a scrutare l’ambiente. Libreria, Euronics e scale mobili solo per salire. E ora dove vado? Giro un po’a caso sul piano. Destra, sinistra, torno indietro, scendo delle scale, mi fermo, forse è di là, forse no, faccio una giravolta, la faccio un’altra volta e, non so come, arrivo all’entrata della stazione. Che nervi. Mi avvio a passo deciso verso il banchetto dove vendono abbonamenti brevi per turisti. Devo aver avuto un’espressione particolarente contrariata, per non dire furibonda, perché le prime parole che mi sono state rivolte, senza che aprissi bocca, sono state accompagnate da un viso allarmato. Che sguardo! Sì, esatto, ha ragione, ho un problema con la biglietteria ATAC… non riesco a trovarla! dov’è? Ah, ma allora si risolve, signorina! deve risalire su, e appena vede la libreria, la circumnaviga finché arriva a delle scale, scende e se la trova davanti. Finalmente! grazie. E di cosa, signorina?

Torno alla ricerca. Seguo le indicazioni minuziosamente, sono distratta dai libri in vetrina, ma arrivo alle scale. Tiro un sospiro di sollievo, il broncio si rilassa in un sorriso e scendo fiduciosa. BAM, scherzavo, la fiducia sublima. La biglietteria chiude alle 20:00, ma già dalle 19:00, per la quantità di gente in attesa, la macchinetta per ottenere il numero di prenotazione era fuori uso. Mi sento presa in giro. Sono uscita di casa per niente. Stringo i pugni e mi dirigo verso la fila, l’altra, per comprare il mio terzo biglietto in un’ora. La ragazza davanti a me non è italiana, ed è abbastanza impaurita dalla signora in nero che capeggia le file e contemporaneamente pigia sullo schermo di entrambe le macchinette, comprando i biglietti al posto degli acquirenti. Nel frattempo, con sottile pressione nelle sue parole meccaniche, chiede il resto come compenso per il servizio offerto. La ragazza, chiamiamola Jenny, mi chiede sottovoce di aiutarla a comprare il biglietto e va via poco dopo, sussurrando un flebile “Thanks”. You’re welcome. 1,50 € per l’ultimo biglietto e a testa bassa torno a casa, senza avere nulla in mano. E soprattutto con 4,50 € in meno, per la gita istruttiva nella Roma di ferro.

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L’Angelo di Gregorio Magno http://www.360giornaleluiss.it/langelo-gregorio-magno/ Mon, 09 Oct 2017 17:36:56 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=8919 La città eterna, la capitale, Roma, non può che lasciare a bocca aperta chiunque si addentri per le sue vie. La sua antichissima storia ci è stata tramandata dallo storico romano Tito Livio, che, con le sue narrazioni, ha garantito la gloria dell’impero romano già a partire dai discendenti di Enea, Romolo e Remo. Molte

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La città eterna, la capitale, Roma, non può che lasciare a bocca aperta chiunque si addentri per le sue vie. La sua antichissima storia ci è stata tramandata dallo storico romano Tito Livio, che, con le sue narrazioni, ha garantito la gloria dell’impero romano già a partire dai discendenti di Enea, Romolo e Remo.

Molte delle migliorie urbanistiche e degli edifici secolari risalgono al periodo di Ottaviano Augusto (dal 29 a.C. al 14 d.C.), tra cui l’Ara Pacis, costruita per volere del Senato in suo onore, per ricordare il lungo periodo di pace che l’imperatore portò; o il Pantheon, dedicato a tutte le divinità romane e tomba di alcuni re d’Italia.

Tra le numerose leggende di Roma, a parte Francesco Totti, troviamo quella dell’angelo di Gregorio Magno, la cui statua occupa il punto più alto del mausoleo di Adriano, contenente le ceneri dell’imperatore.

La “mole Adriana”, meglio nota come Castel Sant’Angelo, prende il nome dall’avvenimento del 29 agosto 590. In quell’anno, Gregorio Magno divenne pontefice e si trovò a fronteggiare una situazione disperata: Roma era stata messa in ginocchio dal disordine cittadino, causato dall’anarchia e da una terribile carestia che prosciugò la maggior parte delle risorse.

La situazione divenne sempre più estrema: il Tevere si gonfiò fino a esondare e la peste iniziò a vagare per le strade, come uno spirito, abbattendosi sulla popolazione.

Papa Gregorio non aveva altra scelta se non quella di affidarsi alla fede e alla misericordia divina. Decise allora di riunire tutti i romani e di intraprendere, insieme, un cammino di tre giorni, sperando in una risposta dal cielo.

Camminarono e camminarono, intonando canti e preghiere, e mentre molti di loro morivano stremati dalla peste o dalla fatica, i rimanenti continuarono a camminare seguendo il pontefice.
Quando ormai tutto sembrava perduto, giunti dinanzi al mausoleo di Adriano, una figura avvolta da una forte luce attirò l’attenzione del corteo: sul castello si era posato un angelo che ritrasse la sua spada reinserendola nel fodero, mentre la popolazione lo ammirava attonita.

L’arrivo dell’angelo segnò la discesa della clemenza divina su Roma, e a dimostrarlo ci fu l’impronta che egli stesso lasciò sul marmo nel momento in cui si posò su di esso.
Oggi, il castello con la statua dell’angelo alla sua sommità è una delle punte di diamante del paesaggio romano, mentre l’impronta è custodita nei Musei Capitolini, nella sala delle Colombe.

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Bentornata Serie A! http://www.360giornaleluiss.it/bentornata-serie-a/ Fri, 29 Sep 2017 09:53:26 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=8889 Finalmente possiamo dirlo: bentornata Serie A! D’altronde, per tutti gli appassionati il calcio non finisce mai: dalla fine dei campionati nasce l’attesa per le preparazioni atletiche, le amichevoli estive, il “calcio d’agosto” che non esprime mai il reale valore delle squadre, per poi arrivare alla prima giornata di campionato ed iniziare di nuovo a pregustare

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Finalmente possiamo dirlo: bentornata Serie A! D’altronde, per tutti gli appassionati il calcio non finisce mai: dalla fine dei campionati nasce l’attesa per le preparazioni atletiche, le amichevoli estive, il “calcio d’agosto” che non esprime mai il reale valore delle squadre, per poi arrivare alla prima giornata di campionato ed iniziare di nuovo a pregustare quell’aria particolare. Particolare perché una domenica senza calcio “è come un cielo senza stelle”, si vive il prepartita sin dal mattino per poi urlare a squarciagola durante i novanta minuti affinché la squadra del cuore possa vincere.

Ebbene, arrivati alla 6a giornata di campionato della Serie A, è già possibile analizzare la piega che il torneo sta prendendo in queste primissime partite. Partiamo dalle cosiddette “big”: con ormai la certezza di una Juventus sempre più forte e padrona (forse) del campionato, le altre squadre non sono mancate all’appello; la Roma, dopo una vittoria tutt’altro che convincente a Bergamo contro l’Atalanta e la sconfitta immeritata all’Olimpico contro l’Inter alla seconda giornata, si è ripresa, specialmente nelle ultime due partite, mostrando buon gioco e unità d’intenti nel perseguire il risultato, ma l’allenatore Di Francesco sa che la sua squadra ha ancora ampi margini di miglioramento.

La squadra che quest’anno, seguendo uno scenario prefiguratosi già verso la fine della scorsa stagione, sembra dover interpretare il ruolo da vera “antagonista” nella corsa allo “Scudetto” con la Juve è il Napoli: con 22 gol fatti e 5 gol subiti, la squadra di Maurizio Sarri è indubbiamente la più in forma del campionato. Da sottolineare in particolar modo la vittoria alla Quinta giornata all’Olimpico per 4-1 contro la Lazio, seppure abbia corso qualche brivido nell’ultimo turno a Ferrara contro la SPAL, vincendo la partita al minuto 83 grazie al gol di Faouzi Ghoulam.

Merita una menzione particolare anche la squadra di Simone Inzaghi: dopo un campionato sorprendente come quello dell’anno scorso, molti hanno espresso degli scetticismi riguardo alla continuità delle prestazioni dei biancocelesti; con la SPAL alla prima giornata (una partita a reti inviolate) e nella debacle col Napoli in casa, i cosiddetti “acquilotti” sono riusciti a mostrare un buon gioco, e in particolar modo a Milano contro il Milan, portando Ciro Immobile a due gol di distanza dal Capocannoniere del campionato, Paulo Dybala (a quota 10 gol).

Dopo aver menzionato il bomber della Serie A, non può mancare una breve analisi sulla Juve: breve, poiché i bianconeri hanno ripreso da dove avevano lasciato, macinando punti e mettendo in risalto soprattutto un Dybala in grandissima forma che, con la nuova numero 10 sulle spalle, piuttosto che soffrire della pressione sta sfornando prestazioni eclatanti tra cui due triplette messe a segno in appena 6 giornate di campionato.

Un’analisi particolare è da fare su due squadre che stanno cercando di riottenere quello “status quo” di grandi e temibili squadre della massima serie e che sono finite in un limbo dal quale sembra difficile uscire: Inter e Milan. Partendo dai Rossoneri, dopo un precampionato vissuto con un mercato scoppiettante, con acquisti messi a segno come Hakan Çalhanoglu, André Silva, Federico Musacchio, Ricardo Rodrìguez e su tutti Leonardo Bonucci dalla Juventus (il più clamoroso), la compagine di Vincenzo Montella non ha tuttavia dimostrato di essere ancora squadra; dopo la vittoria di Crotone, qualcosa sembra non aver funzionato tra i suoi giocatori: grave è stata la sconfitta contro la Lazio in casa ed ancor più grave, seppur con una vittoria nel mezzo, è stata la sconfitta contro una Sampdoria che sta sorprendendo sotto la guida di Giampaolo (già l’anno scorso aveva mostrato ottimi segnali) e che ha ridimensionato sia il gruppo tecnico del Milan sia il gruppo manageriale, con una forte presa di posizione da parte del nuovo AD Marco Fassone. Molte incertezze ruotano attorno ad una delle squadre più gloriose d’Italia, soprattutto per quanto riguarda il mercato fatto, poiché molti ritengono sia stata una campagna mirata a prendere tanti nomi, senza avere la consapevolezza di dover poi costruire un gruppo che si conosca e che sappia giocare: unica nota positiva il giovane Patrick Cutrone che sta sorprendendo gli addetti ai lavori e gli appassionati (decisivo giovedì per agguantare la vittoria al ’94 contro un modestissimo Rijeka).

Per quanto riguarda l’Inter, la situazione è completamente diversa: dopo l’ennesimo cambio alla guida tecnica, con l’arrivo di Luciano Spalletti dalla Roma, dopo le promesse di un mercato altisonante ma che in realtà è stato improntato nuovamente su delle spese controllate, i Nerazzurri sembrano essere partiti piuttosto bene rispetto ai cugini; le prime due vittorie, rispettivamente contro Fiorentina e Roma, sono state una ventata di aria fresca, soprattutto per i tifosi, depressi dopo anni di sofferenze e rinvigoriti con l’arrivo di uno dei migliori tecnici sul palcoscenico italiano; unica pecca di queste prime 6 giornate è il pareggio a Bologna. Nonostante la squadra di Spalletti sia la miglior difesa del campionato (e non è poco visti gli scarsi risultati degli ultimi anni), vige ancora un problema di non poco conto: i Nerazzurri hanno acciuffato i 3 punti con prestazioni appena sufficienti, senza esprimere buone trame di gioco e segnando negli ultimi 30-20 minuti delle partite.

Tuttavia, vi è un problema ricorrente che è visibile già in questo inizio di campionato: le cosiddette “neopromosse”. Guardando la classifica di Serie A, si può evincere come il Benevento e l’Hellas Verona stiano faticando e non poco ad entrare nel ritmo del massimo campionato, a differenza della SPAL, la quale sta mostrando grandi capacità e voglia di lottare per guadagnarsi la salvezza.

Soprattutto “le Streghe” mostrano evidenti lacune in fase difensiva, subendo imbarcate clamorose come quella a Napoli, e i dati parlano di solo un gol segnato (da Amato Ciciretti, trequartista scuola Roma) e ben sedici subiti.

Ovviamente, bisogna analizzare i dati e domandarsi come sia possibile che, in Serie A, il massimo campionato italiano, ci siano squadre che, in un qualche modo, abbassano sensibilmente il livello della competizione: sia chiaro, non è un’accusa né al Benevento né all’Hellas, ma una riflessione sulle capacità economiche esigue delle squadre di Serie B e di alcune compagini della stessa Serie A, che non permettono loro di poter fare acquisti di livello. Sarebbe ottimo se venissero concesse maggiori possibilità ai giocatori provenienti dalle giovanili, anche dei grandi club, di modo che possano guadagnare esperienza e garantire quell’adeguato ricambio generazionale che, purtroppo, la Nazionale di calcio non sta avendo dai tempi del Mondiale vinto in Germania nel 2006.

Discorsi, analisi, sogni di gloria, capocannonieri e sorprese; in ogni caso, possiamo finalmente dire: bentornata, Serie A!

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FSTD: lo street style made in Italy http://www.360giornaleluiss.it/8835-2/ Tue, 19 Sep 2017 12:04:58 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=8835 Probabilmente vi sarà capitato di vedere le foto del suo profilo Instagram, o di leggere i suoi divertenti tweet. Oppure lo avete già conosciuto in qualche scavo archeologico, o avete già letto qualche “pezzo” del suo blog. Lui è Jacopo Fiorentino, 25 anni, archeologo, esperto viaggiatore, creativo. Dopo aver terminato gli studi ha deciso di

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Probabilmente vi sarà capitato di vedere le foto del suo profilo Instagram, o di leggere i suoi divertenti tweet. Oppure lo avete già conosciuto in qualche scavo archeologico, o avete già letto qualche “pezzo” del suo blog. Lui è Jacopo Fiorentino, 25 anni, archeologo, esperto viaggiatore, creativo. Dopo aver terminato gli studi ha deciso di intraprende una strada diversa, e forse anche più complicata, coltivando una delle sue più grandi passioni. Fondatore del marchio FSTD, ora è giunto alla seconda collezione. Ma scopriamo di più su cosa si nasconde dietro questo marchio.

 

Innanzitutto, Come nasce FSTD?
Beh, FSTD nasce durante il mio anno di studio all’estero, a Bruxelles, dove ho avuto la possibilità di viaggiare e visitare le capitali europee più note, e dove per l’appunto sono entrato a contatto diretto con la cultura street, ormai sdoganata e presente ovunque. E da ciò, dunque, nasce l’obiettivo di FSTD, ossia rendere lo street style accessibile a tutti con un ottimo rapporto qualità-prezzo.

Qual è la tua fonte d’ispirazione?
L’ispirazione per l’appunto viene dai tanti viaggi fatti, in particolare a Parigi, Berlino, Amsterdam e Londra, in cui ho avuto modo di relazionarmi con realtà street differenti.

Ci sono state alcune collaborazioni?
A Giugno per il Crack fumetti dipendenti ho collaborato con due artisti emergenti romani, Amedeo Nicodemo e Francesco Leggio nella realizzazione di due Tshirt sulla base di due disegni prodotti per l’occasione.

Chi si nasconde dietro FSTD?
Beh dietro FSTD per il 50% per cento ci sono io, il restante 50% è composto da tutti coloro che comprano e sostengono questo progetto, senza di loro FSTD non potrebbe esistere.

E per quanto riguarda la creazione vera e propria?
Per quel che riguarda la creazione vera e propria al momento mi occupo di tutto io, dalla progettazione alla manifattura.

Parlaci della nuova collezione.
La nuova collezione arriva dopo mesi di riflessioni e vuole mostrare come in soli nove mesi io sia riuscito a maturare. Si tratta di una linea minimal, che gioca su materiali non convenzionali, tra cui pitture glitter, PVC, pelle sintetica e cotone. In totale ci saranno otto pezzi, tra cui t-shirt, felpe, pantaloni, impermeabili, cappelli e una shopper.

Dove si possono trovare i prodotti?
I prodotti saranno acquistabili straordinariamente il 24 settembre presso il Kick it Rome, evento che tenterà di avvicinare Roma alla cultura dello street style e dello street wear delle principali capitale europee. In via ufficiale la nuova collezione invece sarà disponibile su FSTD.BIGCARTEL.COM a partire dal primo ottobre.

Dunque per tutti gli amanti dello street style, appuntamento il 24 settembre a partire dalle ore 11:00 al Kick it Rome, in Via Libetta 19: un evento che vi permetterà di avvicinarvi a questo tipo di stile e non solo, visto che potrete trovare anche market di vinili e tapes. Insomma, un evento che coniuga musica e moda. E “buona nuova collezione” a tutti!

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Ciò che rimane http://www.360giornaleluiss.it/cio-che-rimane/ Thu, 20 Jul 2017 09:16:24 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=8735 Ed è così che il nostro spirito torna indietro. Torna indietro a percorrere quelle distese che tanto amammo. Distese di verde, spighe di grano, grandi pini, arbusti, cespugli di more dolci, quelli di lamponi. Al cielo limpido, mentre passavamo dentro boschi, foreste, a rincorrere un obiettivo talmente infantile da riderci su. La terra dove siamo

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Ed è così che il nostro spirito torna indietro. Torna indietro a percorrere quelle distese che tanto amammo. Distese di verde, spighe di grano, grandi pini, arbusti, cespugli di more dolci, quelli di lamponi. Al cielo limpido, mentre passavamo dentro boschi, foreste, a rincorrere un obiettivo talmente infantile da riderci su.

La terra dove siamo cresciuti, i prati dove ci siamo sdraiati. Le strade dove abbiamo corso, riso, giocato, pianto.
Ed ora? Cosa ne è di tutto questo?
Beh, troppi quesiti per troppe poche risposte. Cosa vedo ora? Cenere.

Distese di verde che han tramutato il loro colore in grigio. Alberi spogli, alberi spenti, alberi abbattuti da bagliori, fiamme.
Le grida, la paura della famiglia di quella tal specie ormai estinta. Un fuoco talmente imponente, la brace.
Come un cuor ardente, un ghigno si è acceso.

Per così tanto tempo ho amato, abbiamo amato la nostra terra. Quella terra dove fin da piccoli ritrovavamo il nostro piacere. Tra due sgambate, una bicicletta, un cappellino per coprirci dal sole. Quella piccola casina sempre pronta a fornirci dei gelati. I maratoneti in corsa, gli insetti, i gatti.
Tante di quelle cose che ormai non esistono più, sono morte in un pomeriggio.

Ed è proprio così che siamo tornati indietro. Troppo ingenui per lodare la nostra intelligenza superiore a qualunque altra su questo pianeta. Troppo furbi per poter dar a vedere quanto siam capaci di controllare i nostri pensieri per orribili scopi tramite il nostro corpo.

Uno spirito troppo omicida per poter pensare a cosa potremmo mai provare se fossimo noi quelle tartarughe delle quali rimane solamente il carapace.
Uno spirito logorato dalla trascuratezza, uno spirito logorato dall’ignoranza.

Eppure siamo noi ad esserci evoluti, da quando i fuochi venivano appiccati per sbaglio da qualche nostro avo, una o due torce spente su foglie incolte.
Eppure siamo noi a volerci bene. Siamo noi a voler del bene. È il nostro corpo che ci spinge ad evitare catastrofi.
Cosa ci è successo? Cos’è che non è andato? Cosa ci ha cambiati?

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Five MInutes Bag: quando moda è sinonimo di praticità http://www.360giornaleluiss.it/five-minutes-bag-moda-sinonimo-praticita/ Wed, 19 Jul 2017 10:54:15 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=8719 Estate romana significa anche stand al Riverside Market. Ed è proprio tra questi che, una sera passeggiando con amici, ho trovato quello di Daniela D. Chi mi conosce sa che non sono un’ amante della moda, ma la vitalità e l’entusiasmo di Daniela mi hanno convinta a fermarmi davanti alle sue creazioni, per rimanerne poi del

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Estate romana significa anche stand al Riverside Market. Ed è proprio tra questi che, una sera passeggiando con amici, ho trovato quello di Daniela D. Chi mi conosce sa che non sono un’ amante della moda, ma la vitalità e l’entusiasmo di Daniela mi hanno convinta a fermarmi davanti alle sue creazioni, per rimanerne poi del tutto affascinata. Infatti, le sue Five Minutes Bags, borse che si bloccano sul braccio, coniugando moda e praticità, mi hanno conquistata ed una volta tornata a casa ho iniziato a guardare il suo sito e le sue pagine FB e Instagram, decidendo poi di farle qualche domanda per capire meglio il messaggio che vuole trasmettere con il suo prodotto.

Daniela D. insieme ad una delle sue Five Minutes Bag

Five Minutes Bag: esigenza trasformata in originalità

L’idea Five Minutes Bag nasce circa 2 anni fa, quando, dopo essere diventata mamma, le borse sono diventate un problema, perché tutte, o quasi tutte, erano per me scomode, nonostante io sia da sempre stata una fashion victim, con un debole particolare per questo accessorio. Così ho pensato che avrei desiderato una borsa di tendenza, capiente e comoda allo stesso tempo, capace di contenere l’essenziale ma anche di rimanere ferma, lasciandomi così libera nei movimenti, dal momento che le mie priorità stavano cambiando. Una notte, mi ricordo perfettamente, alle tre mi sono svegliata e ho pensato “devo mettere un elastico sotto il manico”. Così, il giorno dopo, mi metto all’opera, taglio, cucio e do vita alla prima Five Minutes Bag, con ancoraggio comodo. Ne parlo con il mio compagno di vita, che sposa sin da subito il mio progetto… E brevettiamo l’idea!

Un brand tutto italiano

In questa fase le Five Minutes Bags possono essere considerate prodotti sartoriali. Infatti sono interamente fatte a mano, da sarti specializzati, in Italia. Considerando il successo che sta avendo, abbiamo già pianificato diversi incontri con produttori italiani che potranno industrializzare il processo produttivo per soddisfare il numero crescente di richieste.

Nerea, Adelaide, Kendra e le altre

E’ difficile scegliere la mia Five Minutes Bag preferita. Ogni volta che le guardo per decidere quale indossare, le ammiro e le tratto con cura perché per me sono le prime compagne di viaggio. Un viaggio che, nonostante sia iniziato solamente quasi due mesi fa, porta con sé delle neonate di appena un mese pronte per essere vendute al pubblico. Infatti, la vera data di inizio coincide con il debutto dell’attività della mia azienda, il 1 Giugno 2017. Sarà un viaggio lungo e misterioso e non so ancora cosa questo percorso mi riserverà. Sono certa, però, che Aurora, Miranda, Electra, Zoe, Nerea, Adelaide, Kendra e Bianca rimarranno per sempre nel mio cuore. Il primo amore, si sa, non si scorda mai!

Condivisione, ingrediente essenziale per un ottimo traguardo

Nella vita i traguardi più belli sono quelli che si raggiungono quando c’è condivisione. Per la realizzazione di qualsiasi progetto vi è la necessità di essere affiancati da persone che credano in quello che stai facendo quasi quanto te. Per questo mi ritengo molto fortunata, perché tutti i ragazzi che hanno scelto di sposare la filosofia Five Minutes Bags si sono dimostrati straordinari e professionali. Senza di loro non sarei mai potuta arrivare alla realizzazione di quello che oggi potete vedere. Antonio, Andrea, Viviana e Nidi siete unici!

Amore e qualità assicurata

Riflettendo sul concetto di qualità, penso a molteplici caratteristiche. La qualità non è soltanto un buon tessuto, una buona façon o una buona commercializzazione del prodotto. Infatti, oltre a queste caratteristiche imprescindibili per un brand Made in Italy come il nostro, ve ne sono altre essenziali. E’ importante innamorarsi delle proprie creazioni, dando loro calore ed energia positiva: la qualità risiede anche nell’offrire ai nostri clienti un pizzico del nostro “Think Positive!”. Qualità vuol dire anche serenità delle persone che lavorano con me, dal momento che ritengo che la nostra energia arrivi direttamente fino al consumatore finale. Un prodotto nato e cresciuto in armonia ed amore non può che essere il nostro specchio!
Tornando alle caratteristiche più “tradizionali”, sicuramente un’ottima façon, ottimi tessuti, packaging curato e assistenza post vendita con una comunicazione che faccia sentire i nostri clienti parte di noi, indispensabili per completare una macchina vincente!

Una filosofia di vita

La Five Minutes Bag vuole essere proprio questo. Siamo in un periodo storico in cui la donna si sente appesantita, carica di tanti, troppi pensieri: la donna è adesso una mamma in carriera e ha infinite cose da fare. E’ a lei che ci rivolgiamo per donare spensieratezza e per permetterle di percorrere la sua esistenza con più leggerezza. Partendo da questo concetto attuale e reale, penso che si potrà lavorare poi su vari settori. Sicuramente continueremo a produrre borse dell’essenziale con l’ancoraggio rivoluzionario, poi creeremo una linea di abbigliamento e di make up. Tutto incentrato sulla comodità, leggerezza, spensieratezza. La donna Five Minutes è una donna che ama sentirsi alla moda senza rinunciare alla comodità. Il tempo è relativo, qualcuno diceva. Quindi in 5 minuti si può fare di tutto se lo si vuole veramente, soprattutto donarsi del tempo, che credo sia il regalo più prezioso che al giorno d’oggi possiamo farci!

Molto più di una borsa, un concentrato di moda, energia e praticità che faranno sentire le donne perfette in ogni occasione, ma soprattutto in pace con se stesse! Grazie a Daniela D. per averci parlato delle sue creazioni (che potrete ammirare di nuovo dal 24 Luglio al Riverside Market) e in bocca al lupo per il futuro!

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Questo stadio non s’ha da fare http://www.360giornaleluiss.it/questo-stadio-non-sha-da-fare/ Mon, 20 Feb 2017 09:01:07 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=8134 Per chi crede nell’esistenza di un’entità superiore chiamata malocchio, forse che certe comunicazioni arrivino proprio di venerdì 17 non è solo un caso. Fatto sta che proprio venerdì scorso la Soprintendenza ha posto il vincolo sull’Ippodromo di Tor di Valle, la zona nella quale sarebbe dovuto sorgere il famoso quanto maledetto, e per ora chiaramente inesistente,

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Per chi crede nell’esistenza di un’entità superiore chiamata malocchio, forse che certe comunicazioni arrivino proprio di venerdì 17 non è solo un caso. Fatto sta che proprio venerdì scorso la Soprintendenza ha posto il vincolo sull’Ippodromo di Tor di Valle, la zona nella quale sarebbe dovuto sorgere il famoso quanto maledetto, e per ora chiaramente inesistente, stadio della AS Roma.

Al termine di un’infuocatissima giornata condita da dure affermazioni di vari esponenti del Movimento Cinque Stelle, arriva il colpo della Soprintendenza, che ha affermato “In quell’area lo stadio non si può fare”. La Lombardi si era già espressa contro il progetto durante la mattinata, dicendo che la pubblica utilità della delibera dovesse essere annullata. A parlare era stato poi lo stesso Grillo, che con una tirata d’orecchie degna di sé stesso aveva invitato i parlamentari a farsi gli affari propri. La giornata era terminata con le parole per nulla amorevoli dell’ex vicesindaco, attuale assessore allo sport, Daniele Frongia “L’unica certezza è che la delibera Marino andrà cambiato”.

La Soprintendenza archeologica del Comune di Roma ha comunicato a Virginia Raggi, alla Regione Lazio e infine alla Eurnova di Luca Parnasi, che sarebbe nient’altro che la sociètà proprietaria del terreno all’interno del quale lo stadio dovrebbe spuntare, che avrebbe avviato il procedimento di dichiarazione di interesse particolarmente importante del manufatto, che quindi andrà in un modo o nell’altro tutelato.

Il manufatto da tutelare sarebbe l’ippodromo di Tor di Valle, che sta appunto in quello spazio, inaugurato nel lontano 1959 e progettato dal celeberrimo architetto spagnolo Julio Lafuente. Venne costruito per sostituire l’ippodromo di Villa Glori, nella cui zona era in costruzione il Villaggio Olimpico, per le Olimpiadi del 1960. L’impianto, uno dei più grandi d’Europa con i suoi 420.000 metri quadrati, è diventato celebre non solo per le tante gare ospitate, ma perché vi vennero girate le numerose scene del film Febbre da Cavallo, di Steno, del 1976. Tutte le attività ippiche, per lo più gare di trotto, cessarono nel 2013 proprio quando l’impianto venne chiuso a seguito dell’accordo, stretto tra James Pallotta, Italo Zanzi e Luca Parnasi, per la costruzuione di uno stadio di proprietà della AS Roma. Per la Soprintendenza, rappresentata in particolare dal soprintendente architetto Margherita Eichberg, il terreno sarebbe vincolato in tutto e per tutto, perché l’ippodromo è un gioiello architettonico non in vendita, per nessuno. Per parlare in parole povere, traducendo il documento ufficiale, dove non c’è nulla non si può costruire nulla, e dove c’è la tribuna, che rappresenterebbe il fulcro del lavoro di Lafuente, se ne potrebbe al massimo tirare su una uguale.

La vicenda attorno allo stadio della Roma, che ormai è diventato l’argomento più discusso del momento, dopo le scimmie di Francesco Gabbani, è tutt’altro che semplice. Il parere della Soprintendenza è arrivato poco prima della Conferenza di servizi, a due anni e due mesi dall’approvazione della delibera di pubblica utilità e a tre dal primo studio di fattibilità. Durante questo lunghissimo arco di tempo, la AS Roma avrebbe tirato fuori una cifra di denaro difficilmente stimabile in maniera precisa, ma comunque da capogiro. Il Ministero dei beni e delle attività culturali ha affermato che non si può eludere in alcun modo il severo e netto no della Soprintendenza, quindi è ipotizzabile che la Conferenza di servizi ascolterà il parere e il no al progetto a quel punto sarà nettissimo.

E a quel punto? La Roma punterà i piedi e assisteremo allora a una causa multimilionaria, con immani costi della giustizia e una questione che potrebbe durare anni e anni? A noi comuni mortali non è dato sapere, ma in maniera piuttosto profetica possiamo affermare, parafrasando, “Questo stadio non s’ha da fare” di sicuro non domani, e nemmeno in un futuro così prossimo.

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Tavolo per uno su via Veneto http://www.360giornaleluiss.it/tavolo-per-uno-su-via-veneto/ Mon, 09 Jan 2017 16:44:22 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=7932 Un vecchio politico cena solo su un tavolino del Girarrosto di via Veneto, la televisione manda una melensa cover di Imagine di John Lennon. La sogliola stavolta è più sciapa del solito. La melodia triste arriva alle mie orecchie mentre passeggio verso Muro Torto, una cover così triste che sembra quasi messa apposta per allontanare i

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Un vecchio politico cena solo su un tavolino del Girarrosto di via Veneto, la televisione manda una melensa cover di Imagine di John Lennon. La sogliola stavolta è più sciapa del solito. La melodia triste arriva alle mie orecchie mentre passeggio verso Muro Torto, una cover così triste che sembra quasi messa apposta per allontanare i possibili clienti. I giorni d’oro di Via Veneto non sono mai stati lontani come oggi, in pochi si ricordano ancora di quelle nottate e di come quella Roma bene, durante gli anni Settanta/Ottanta, si sapeva divertire. Sono soprattutto gli americani a vivere ancora di questo fascino, si sbronzano e ordinano tutto ciò che c’è sulla carta. Si riconoscono facilmente dal loro naso rosso paonazzo come quando si ha freddo.

La via pullula di uomini in giacche lunghe, sono gli aguzzini dei night, stanno lì e lasciano i bigliettini per i locali appena dietro l’angolo. Si trova davvero di tutto, sono scene crude per chi ne ha viste tante. Entra anche qualche “bravo” ragazzo alla ricerca di cocaina e sesso facile, provando a darsi un’aria diversa, più vissuta. Vuole provare il gioco dei grandi e vedere se può far male. Neppure gli splendidi palazzi sembrano avere più niente da dire, sfoggiano superficialmente il loro lusso e la loro ricchezza, rincorrendo un passato lontano. Sono le ultime macerie di una Roma che faceva tendenza e che prima era il teatro di ogni notte brava. Oggi però, oltre la facciata di nastrini e bei vestiti, rimangono solo i volti femminili ancor più finti e ingannevoli del menù dei ristoranti.

Arrivo alla fine della via e ho come l’impressione di essere su un set cinematografico: una scenografia talmente kitsch e anonima da non poter essere reale. Riesco a vedere le rughe e le imperfezioni di questa storica via, che prima rappresentava per molti un modello di mondanità esclusivo e invidiabile, ora invece mi appare come una realtà estranea, quasi impossibile da comprendere. Dietro la splendida sagoma dell’Excelsior resta solo la nostalgia degli addetti ai lavori e degli intramontabili habitués. Io sono arrivato alla macchina e nel frattempo la cover è finita. Il signore seduto al tavolo fa segno di volere il conto. Il cameriere fidato si avvicina e gli domanda: “Non desidera altro, onorevole?”.

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PER CHI HA POCO E NIENTE, MA HA COSI’ TANTO DA OFFRIRE. http://www.360giornaleluiss.it/per-chi-ha-niente/ Wed, 28 Dec 2016 08:42:19 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=7875 Il giorno di Natale, mentre ognuno di noi è a casa, riscaldato dal calore della propria famiglia e dall’affetto dei propri cari, a Roma come in molte altre città d’Italia, si svolge un evento che, per quanto possa apparire di poca importanza, dona invece speranza e gioia a oltre 200 persone tra bambini, anziani, donne

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Il giorno di Natale, mentre ognuno di noi è a casa, riscaldato dal calore della propria famiglia e dall’affetto dei propri cari, a Roma come in molte altre città d’Italia, si svolge un evento che, per quanto possa apparire di poca importanza, dona invece speranza e gioia a oltre 200 persone tra bambini, anziani, donne e uomini di ogni età e provenienza, che si ritrovano nella stessa grande sala addobbata a festa, per condividere e festeggiare un giorno così importante, durante il quale nessuno dovrebbe mai restare solo.

Il “Pranzo per i poveri”, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, è una tradizione che viene portata avanti con costanza ed amore sin dal 1982, quando nella Basilica di Santa Maria in Trastevere, un gruppo di venti persone tra poveri e senzatetto, venne riunito attorno ad una tavola imbandita a festa, così da poter dar loro il calore di una casa e di una famiglia, se non altro in un giorno di gioia come il Natale.

n2

Negli anni, non solo la tradizione del “Pranzo di Natale” è stata portata avanti, ma in molti si sono aggiungi dando vita ad un gruppo eterogeneo di oltre 200 persone.

Il pranzo romano si è tenuto in Via Livorno 50, dove sono riusciti ad affluire molti tra i bambini della “Scuola della Pace”, i profughi siriani che sono stati aiutati dalla Comunità e che a loro volta provvedono ad arricchirla, i numerosi senzatetto di cui i volontari si occupano giornalmente in modo da assicurare loro pasti caldi e compagnia, e la vicinanza ad un istituto per anziani ha permesso che anche questi ultimi abbiano potuto passare il Natale in compagnia di questa così calorosa famiglia multietnica.

A rendere tutto ciò possibile c’è stato un grande lavoro da parte dei volontari che hanno provveduto ad organizzazione, cucina, pulizie e regali, tutto per assicurarsi che, anche quest’anno, il giorno di Natale fosse davvero “un giorno speciale proprio per tutti”. E, proprio a questo proposito, il 25 Dicembre non sarebbe così speciale senza la presenza di Babbo Natale, che quest’anno ha assunto le sembianze di Gabriel, un ex-senzatetto rumeno, che grazie alla Comunità, ora ha un tetto sopra la testa e sta uscendo dalla vita di strada.

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Il giorno di Natale si è svolto all’insegna della gioia e della condivisione, dalla Messa, vissuta da cristiani e non come momento di raccolta spirituale e condivisione, al pranzo, fino al momento della distribuzione dei doni ai più piccoli.

“La comunità vive appieno questa gioia” – così parla Alessandro Moscetta che, oltre ad essere veterano nel campo del volontariato, è anche un importante punto di riferimento per l’intera Comunità romana- “questo giorno serve per dare una famiglia a tutti, ma anche un po’ per senso di giustizia”, e mentre mi racconta di questa meravigliosa giornata che lo ha reso visibilmente euforico, fa riferimento al Salmo 112 che dice:

“Solleva dalla polvere il debole, dall’immondizia rialza il povero, per farlo sedere tra i prìncipi, tra i prìncipi del suo popolo.”

Parla di “invocazione del popolo dall’immondizia”, e mi fa capire che è questo quello che lui e la comunità vogliono fare: ridare un senso di dignità ed appartenenza a chi non ne ha più, aiutare i più bisognosi a stare in piedi con le proprie gambe, per poi lasciarli andare così che anche loro possano fare del bene a chi ne avrà bisogno.

Durante il pranzo sono nate tante nuove amicizie, tra giovani ed anziani, tra chi è appena entrato a far parte della Comunità e chi invece la sostiene e ne beneficia da lungo tempo, tra persone di nazionalità diverse e con i background più disparati, ma una delle più peculiari è sicuramente quella tra una signora di 107 anni, Lidia, e Sofia che ne ha solo 3: “un’amicizia che supera un secolo”, a dimostrarci come anche dalle situazioni più inusuali, possano nascere grandi cose, basta solo dare a noi stessi, e a maggior modo agli altri, una chance.

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Guardando le foto, quella del Natale di Sant’Egidio sembra più una favola che non una storia vera eppure, con le giuste dosi di dedizione e passione, questa Comunità composta di studenti e lavoratori, tutti volontari e con tanta voglia di fare, è stata in grado di raccogliere i fondi e organizzare un “Natale con i fiocchi” per tutti coloro che hanno poco o niente, ma che hanno sicuramente molto da offrire. Ma, come mi ricorda Alex, “per noi ogni giorno dovrebbe essere così, ogni giorno è Natale”, perché far arrivare un pasto caldo ai senza tetto, dar loro coperte e compagnia, togliere quanti più bambini e famiglie dalla strada sistemandoli in roulotte o strutture ausiliarie e far nascere un sorriso dove prima scorreva una lacrima, sono tutti grandi traguardi raggiungibili solo grazie alla dedizione di chi si è messo veramente a disposizione degli altri.

Il prossimo grande incontro sarà a Capodanno e, ovviamente, Alex ci tiene a ricordarmi che siamo tutti invitati a partecipare. L’evento è stato nominato “Capodanno solidale con i senzatetto” e si terrà alla Parrocchia di San Giuseppe, in via Francesco Redi a Roma, mentre la mattina dopo sarà possibile partecipare alla Marcia verso Piazza San Pietro per ascoltare il messaggio di Papa Francesco, che sarà sul tema della Pace.

Dopo un anno difficile come quello appena passato, dove a segnare le prime pagine come anche i nostri cuori, sono stati più le guerre, i bombardamenti, i genocidi di popoli innocenti, e le morti accidentali dovute al terremoto che ha colpito il centro Italia, che non fenomeni positivi, è rincuorante sapere che ci sono persone, tante persone, che lavorano impercettibili e silenziose, per portare del bene a chi ne ha più bisogno. In un momento così buio per la nostra storia come nazione, ma anche per l’uomo come entità, sono forse questi piccoli gesti quotidiani a tenere viva la fiaccola della speranza per un futuro migliore e più pacifico, dove non dovremo temere il prossimo e saremo più chini invece, a tendergli la mano.

Un Buon Natale a tutti, ma soprattutto a chi ha più bisogno.

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