erasmus – 360°- il giornale con l'università intorno http://www.360giornaleluiss.it Sun, 18 Feb 2018 20:38:03 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.8.2 http://www.360giornaleluiss.it/wordpress/wp-content/uploads/2017/02/cropped-300px-32x32.png erasmus – 360°- il giornale con l'università intorno http://www.360giornaleluiss.it 32 32 97588499 Metti in gioco tutto te stesso- Strasburgo http://www.360giornaleluiss.it/metti-gioco-strasburgo/ Sat, 18 Feb 2017 09:47:56 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=8130 L’Erasmus è sicuramente è un’esperienza che consiglio a tutti! Mi ha regalato molto più di quanto avessi immaginato o sperato; è fonte di svariate possibilità di incontro, conoscenza di sé, degli altri e di ciò che ti circonda. Mi ha sradicato dalla solita vita e dalle abitudini, per trapiantarmi in uno scenario nuovo e da

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L’Erasmus è sicuramente è un’esperienza che consiglio a tutti! Mi ha regalato molto più di quanto avessi immaginato o sperato; è fonte di svariate possibilità di incontro, conoscenza di sé, degli altri e di ciò che ti circonda.
Mi ha sradicato dalla solita vita e dalle abitudini, per trapiantarmi in uno scenario nuovo e da scoprire.
La città di Strasburgo, l’università, gli altri studenti internazionali, i viaggi, le feste, gli eventi sportivi e culturali, tutto da vivere.

Non sono mancate le difficoltà (i documenti infiniti, la contorta burocrazia francese, l’alloggio…) che hanno sicuramente richiesto molto spirito di adattamento e forza di volontà, ma ne è valsa assolutamente la pena.
È un’esperienza che ti mette continuamente alla prova e che ti richiede di mettere in gioco tutto te stesso.
Ed è proprio in questo modo che ti rende consapevole dei tuoi limiti e delle tue debolezze più nascoste. Non è facile vivere stabilmente in un Paese dove vieni considerato “straniero”, una persona che deve impiegare tutte le proprie forze per riuscire ad integrarsi e sentirsi a casa.

Allo stesso tempo, però, l’Erasmus ti dà l’occasione di osservare le diversità e di toccare con mano la bellezza delle differenze che dividono, ma rendono ogni persona unica e speciale.
Ho potuto condividere la mia quotidianità con ragazzi e ragazze provenienti da varie parti del mondo, che mi hanno fatto conoscere le loro culture e che inevitabilmente mi hanno influenzato e arricchito. L’Erasmus dona la possibilità di instaurare veri e profondi rapporti di amicizia, dato che tutte le vicissitudini e le soddisfazioni di ogni giorno vengono condivise e mi auguro davvero di poter mantenere queste amicizie nel tempo.

Non ho consigli particolari da dare, se non quello di partire con la voglia di vivere a pieno questa esperienza, di buttarvi in tutto ciò che vi viene proposto, di viaggiare, visitare, conoscere e scoprire il bello e il nuovo che vi circonderà.
Non fatevi abbattere o scoraggiare dalle possibili difficoltà iniziali e fatevi prendere dalla cultura locale, i cibi, i posti, le peculiarità, ma anche dalle culture di tutte le persone che incontrerete.

Sono profondamente grata di aver potuto scoprire quanto noi tutti siamo in fondo simili e vicini, più di quanto si possa immaginare.

di Veronica Capasso

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Bitterballen! -Rotterdam in pillole http://www.360giornaleluiss.it/bitterballen-rotterdam-in-pillole/ Fri, 16 Sep 2016 09:27:01 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=7000 Antefatto: perché Rotterdam? Febbraio 2016, scadenza del bando Erasmus alle porte. Quali mete selezionare? E in che ordine? Do un’occhiata ai ranking delle università europee e noto che l’Olanda non è messa affatto male. In particolare, l’università di Rotterdam sembra essere abbastanza prestigiosa, specialmente nell’ambito di quelle discipline umanistiche qui in Italia universalmente riconosciute come “fuffa” ma

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Antefatto: perché Rotterdam?

Febbraio 2016, scadenza del bando Erasmus alle porte. Quali mete selezionare? E in che ordine?

Do un’occhiata ai ranking delle università europee e noto che l’Olanda non è messa affatto male. In particolare, l’università di Rotterdam sembra essere abbastanza prestigiosa, specialmente nell’ambito di quelle discipline umanistiche qui in Italia universalmente riconosciute come “fuffa” ma che a me interessano molto; e poi, in effetti, il nord Europa mi attira parecchio… Perfetto, ho trovato la mia prima scelta. Inserisco le altre mete, rileggo la mia imbarazzante lettera motivazionale e premo “invio”; non resta che attendere fino ad aprile.

In realtà, a metà marzo il sistema informatico LUISS decide di stuzzicarci con un piccolo spoiler: per circa un’ora sul web self service compaiono le mete assegnate; dopodiché, svaniscono. Meglio non farsi troppe illusioni e aspettare ancora.

Finalmente, ad aprile, la conferma: che Rotterdam sia!

Rotterdam in pillole

Vivo a Rotterdam da ormai quasi un mese e, per quanto ci sia ancora molto da scoprire, alcune sue caratteristiche mi sono ormai familiari.

1.Architettura: oggetto dei bombardamenti tedeschi nel 1940 e dei successivi attacchi alleati,  nell’immediato dopoguerra Rotterdam è risorta dalle sue ceneri ed è considerata, non a torto, una delle città architettonicamente più interessanti d’Europa.  Oltre ai ponti Willemsbrug ed Erasmusbrug sul fiume Nieuwe Maas, emblematica in questo senso è la zona di Blaak: nella stessa piazza si incontrano le Kubuswoningen, particolarissime casette dalla forma cubica, il Markthal, coloratissimo e fornitissimo mercato coperto, ed un edificio dalla forma bizzarra noto come “il matitone”.

il "matitone"

Il “matitone”

2.Trasporti: per una romana quotidianamente logorata dalle disgrazie della metro B, ritrovarsi a vivere in una città con 5 linee metro perfettamente funzionanti (e dotate di WIFI) è stato a dir poco commovente. Tuttavia, una volta compiuto il grande passo dell’acquisto della bicicletta, per gli studenti di Rotterdam la metro diventa inessenziale.

Mi sembra a questo punto doveroso aprire una piccola parentesi in merito a quel grazioso mezzo di trasporto rispondente al nome di “bicicletta”.

Se, come me prima di arrivare, avete in mente un’immagine idealizzata degli olandesi che con placida leggiadria attraversano la città con la loro bici, CANCELLATELA. Le piste ciclabili sono costellate da individui che sfrecciano in ogni direzione con una fretta indiavolata ed il tutto è reso ancor più intrigante dal fatto che i motorini al di sotto di una certa cilindrata sono autorizzati a circolare, peraltro senza casco, sulle piste ciclabili.

Ma bastano poche pedalate (e qualche livido…) per entrare nel meccanismo e godersi appieno la comodità di una pista ciclabile che percorre l’intera città (almeno finché la vostra bici non verrà rubata, eventualità non così remota…).

3. Food&Drink: a livello culinario, Rotterdam offre poche ma solide certezze: fra di esse, le bitterballen; la loro collocazione nel titolo di questo pezzo dice molto sulla loro importanza. Si tratta di deliziose polpette di carne fritta  croccanti all’esterno e morbide all’interno, da immergere generosamente nella mostarda o in salsine di vario genere. Se studierete a Rotterdam comincerete ad ingerirle sin dal primo giorno: vi verranno generosamente offerte dall’università in ognuno degli innumerevoli social drink.  Da non sottovalutare anche il formaggio di capra e ogni qualsivoglia snack fritto oltre le bitterballen. Altro must è, ovviamente, la birra. Se non siete pregiudizialmente contrari alla Heineken e sue simili, ne berrete molta spendendo pochissimo.

le bitterballen

Le bitterballen

4. Atmosfera: sarà la goliardia dell’esperienza Erasmus, sarà il sapore della libertà e la felicità di scoprire una nuova città, ma a Rotterdam si percepisce un mood rilassato impossibile da sperimentare nel caos frenetico di Roma. La città è ben organizzata, multiculturale e ricca di eventi ed iniziative di ogni genere. 

Gli olandesi, poi, sono persone estremamente dirette ma anche molto disponibili e fortunatamente, data l’incomprensibilità della loro lingua, (molto simpatico è il loro modo di pronunciare la “g”, come avessero un corpo estraneo conficcato in gola) parlano tutti un ottimo inglese. In questo primo mese, inoltre, a fare da sfondo ad una situazione già di per sé molto piacevole, è intervenuto un clima incredibilmente estivo; non avrei mai pensato di ritrovarmi a comprare degli shorts in Olanda…

Ci sarebbe ancora tanto da dire, fra ladri di biciclette professionisti, folle da stadio in fila per una birra il venerdì sera, coffee shop a forma di acquario e partite a beach volley all’università ma forse, per il momento, è ora di tirare le somme.

Non è mia intenzione idealizzare Rotterdam: chiaramente, come ogni città, ha le sue criticità (la zona sud, ad esempio, è fortemente sconsigliata) e certamente non ha da offrire gli scorci mozzafiato o i monumenti pregni di storia di una Roma o di una Parigi.

Tuttavia, è in grado di far immergere chi vi capiti in una dimensione in cui è davvero bello vivere.

 

 

 

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#KatsoMerta-Episodio 1: l’arrivo http://www.360giornaleluiss.it/katsomerta-episodio-1-larrivo/ Sun, 11 Sep 2016 10:22:08 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=6956 EUR, 31 di luglio. Strade deserte, l’acqua della piscinetta dell’albergo che mi ospita ribolle grazie alla simpatica calura romana. Bambini tedeschi e inglesi distruggono il silenzio che la fatica dovuta al caldo dovrebbe creare. Due piani sopra le mie valigie contengono vestiario da esquimese. Domani si va in Finlandia, a sfidare una lingua incomprensibile e

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EUR, 31 di luglio. Strade deserte, l’acqua della piscinetta dell’albergo che mi ospita ribolle grazie alla simpatica calura romana. Bambini tedeschi e inglesi distruggono il silenzio che la fatica dovuta al caldo dovrebbe creare. Due piani sopra le mie valigie contengono vestiario da esquimese.

Domani si va in Finlandia, a sfidare una lingua incomprensibile e un freddo presentato come estremamente aggressivo. Sono steso e a distrarmi non è il fatto che sarò lontano dal mio paese per 5 mesi, quanto piuttosto il fatto che mi trovo in albergo in quella città che ormai rappresenta casa.

Fiumicino, primo di Agosto. Fila al check-in superata brillantemente, bagagli che, grazie ad un miracolo inspiegato ed inspiegabile, sono risultati più leggeri dei limiti consentiti. Ultimo giro nei negozi dell’aeroporto, saluto ai parenti che mi guardano come se stessi per partire per il fronte armato solo di uno stuzzicadenti. Vado al gate e… dlin dlon “ Informiamo che l’aereo per Helsinki è in ritardo causa problema tecnico…” .

5 minuti dopo. Dlin dlon “ Informiamo che l’orario previsto per l’imbarco del volo Norwigian per Helsinki  è previsto per le 11:30”

28 secondi dopo. dlin dlon “ Flight NW1234 to Helsinki, Boarding at 11:10”

#Machenesanno gli stranieri della puntualità italiana.

Il volo fila liscio: sfidando le rotte e le leggi della fisica arriviamo con una sola ora di ritardo, essendo partiti con due ore di “svantaggio”. Vedi che forse riesco a prendere la coincide… no. Nastro bagagli rotto, ulteriore ritardo. Ma si dai, succede, posso cambiare il biglietto del treno, basta andare alla biglietteria.

Già, la biglietteria… arrivato alla stazione si materializza il deserto dei tartari. Il vuoto assoluto. Cartelli in inglese del tutti assenti, neanche per il cesso. C’è del nervosismo che sale e assale la sparuta delegazione italiana presente. Vedo un poliziotto, chiedo della biglietteria. “Ma on suomalainen”- “ cazzo dici?”- “Ma puhun suomea”. “Eccallà ho beccato l’unico finlandese che non parla inglese”. Il tutore dell’ordine capisce che il disagio è tanto e chiama rinforzi: troviamo un poliziotto che sa l’inglese.

“Per la biglietteria???”

“Lì” indica una macchina automatica

“no intendo un negozio, con tanto di persona vivente con cui poter comunicare”

“non c’è, devi farti 10 chilometri”

“ah e come ci arrivo?”

“Con il treno …”

“Ma il biglietto per il treno per l’altra stazione dove lo prendo?”

“Tranquillo, a quest’ora i controllori sono in pausa…”

 

Ma come ??? e la legalità scandinava ??? il rispetto dei beni comuni tipico dei nordici ??? A puttane ?

Evidentemente si.

Dopo 6 ore, di cui tre sul treno a osservare laghi, laghi, betulle e ancora laghi, arrivo a Jyväskylä; ad accogliermi la mia tutor, la pioggerella che imparerò a conoscere e un ubriaco che guarda avidamente i miei bagagli (due problemini con l’alcol, ma anche più di due, i nostri amici biondi ce l’hanno eh…)

Arrivo in appartamento, saluto la tutor, appoggio le valige e mi sdraio sul materasso senza lenzuolo.

Domani inizia il corso di finlandese, magari capirò come si pronuncia il nome di questo posto in the middle of nowhere…

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Macao Meravigliao! http://www.360giornaleluiss.it/macao-meravigliao/ Fri, 09 Sep 2016 10:32:46 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=6935 Ni hao! Mi chiamo Federica e sono una studentessa del terzo anno di Scienze Politiche, attualmente in trasferta a Macao per un semestre. Inizierò col dire che Macao, come Hong Kong, è una regione ad amministrazione speciale e dunque, non è considerata propriamente Cina. Inoltre, in quanto ex colonia portoghese, conserva, per alcuni versi, tratti

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Ni hao! Mi chiamo Federica e sono una studentessa del terzo anno di Scienze Politiche, attualmente in trasferta a Macao per un semestre.

Inizierò col dire che Macao, come Hong Kong, è una regione ad amministrazione speciale e dunque, non è considerata propriamente Cina. Inoltre, in quanto ex colonia portoghese, conserva, per alcuni versi, tratti della società occidentale e questo ha favorito senza dubbio un impatto più soft con la cultura asiatica a chi, come me, faceva la sua prima esperienza in Oriente. In queste prime settimane ho avuto modo di immergermi completamente in questo mondo e di relazionarmi a pieno con la gente del posto. Sono tutti estremamente gentili e cercano di essere d’aiuto in ogni modo quanto ti vedono in difficoltà, sono interessati a scoprire di più sulla nostra cultura e aperti ad insegnare la loro. L’unico vero scoglio è la timidezza che, in gran parte, li accomuna e che implica che sia tu a dover tendere la mano le prime volte, ma una volta abbattuto questo muro, i cinesi sanno essere fra i più leali e disponibili amici che si possano desiderare. Un’altra difficoltà che ho riscontrato, soprattutto all’esterno del campus, riguarda la lingua. Molti cinesi non parlano inglese, ma per rimediare a questo problema spesso si ricorre al buon caro google translate oppure, per tutte le altre necessità, al linguaggio dei segni, mettendo su spesso teatrini davvero comici!

Da brava italiana, poi, non posso esimermi dal commentare brevemente il cibo. Nei primi giorni è divertente provare nuovi sapori e mangiare, spesso fallendo miseramente, con le bacchette, ma chiaramente a lungo andare la scelta risulta abbastanza monotona e limitata. Per noi palati viziati, si sa, trovare cibi apprezzabili all’estero, sa essere difficile e la Cina ne è una valida prova. Lasciati in Italia i piattoni di pasta fumante, la mozzarella, i prosciutti e i pomodori, ci si trova alle prese con dim sum, dumpligs e noodles in tutte le salse e a tutte le ore. Ma la cucina cinese, per quanto circoscritta a pochi cibi eletti, spicca per le affascinanti usanze legate alla consumazione del pasto, come il green tea o le soup, in sostituzione all’acqua o ad altri soft drinks, che vengono sempre servite, calde, durante i pasti per conciliare la digestione. Insomma, lasciare il cibo italiano per qualche mese può sembrare un prezzo alto da pagare, ma la verità è che una volta tornati a casa, con buone probabilità, tutti i nostri cibi preferiti saranno esattamente dove li abbiamo lasciati, ed in compenso avremo vissuto una delle esperienze più straordinarie di sempre.

Per quanto riguarda la vita universitaria, invece, il campus dell’Università di Macau è di costruzione molto recente e raccoglie migliaia di studenti, ogni anno. Oltre ad essere immerso nel verde ed irrigato da fiumiciattoli che scorrono fra un edificio e l’altro, offre un complesso sportivo ben attrezzato e numerose attività, specialmente per gli studenti internazionali, a cui prendere parte per entrare ulteriormente in contatto con la cultura e la popolazione locale. Le lezioni sono tenute sia da professori occidentali, per lo più americani, che da professori locali, non sempre facili da capire in quanto parlano un inglese molto viziato dall’accento cinese. Tuttavia, è solo una questione di abitudine e basta poco per farci l’orecchio. Una cosa che mi ha colpita in particolar modo è stato l’atteggiamento tenuto dei ragazzi cinesi in aula: sono estremamente silenziosi, mantengono una postura quasi degna di un bravo militare e laddove interpellati, tendono a rispondere bassa voce, risultando spesso difficili da sentire, per via della loro timidezza. Stando a quanto affermato da più ragazzi del posto però, un fattore che con buone probabilità gioca un ruolo decisivo sulla componente caratteriale, è il modello educativo offerto fino alle scuole superiori, che potrebbe essere riconducibile ad una forma di indottrinamento, più che insegnamento, e che spiegherebbe la mancanza di interventi e di domande.

Infine, non posso non menzionare che Macao è anche nota come “Las Vegas Asiatica” e deve questo appellativo ai numerosi Casinò che ne caratterizzano lo Skyline. La vita notturna si concentra soprattutto negli alberghi che ospitano alcuni dei locali e delle discoteche più in voga ed organizzano eventi di ogni tipo, dai pool party alle cene rooftop.

Insomma, tirando le somme di queste prime tre settimane, non mi posso certo lamentare.

La Cina è stata una grande scommessa, ma riesce a sorprendermi ogni giorno di più, mostrandomi le innumerevoli prospettive da cui è possibile guardare il mondo.

di Federica Lavoro.

 

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#KatsoMerta-Episodio 0 http://www.360giornaleluiss.it/katsomerta-episodio-0-2/ Thu, 08 Sep 2016 13:43:49 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=6930 Sono su uno scoglio rosso dell’isola di Suomellinna, 30 minuti dal porto sud di Helsinki. Alle mie spalle, la Finlandia; di fronte a me, da qualche parte oltre l’orizzonte, l’Europa continentale. Alla mia destra, alla distanza di un braccio, una ragazza bellissima, bionda, alta e con quel viso d’angelo che qui in Finlandia non è

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Sono su uno scoglio rosso dell’isola di Suomellinna, 30 minuti dal porto sud di Helsinki. Alle mie spalle, la Finlandia; di fronte a me, da qualche parte oltre l’orizzonte, l’Europa continentale.

Alla mia destra, alla distanza di un braccio, una ragazza bellissima, bionda, alta e con quel viso d’angelo che qui in Finlandia non è del tutto inusuale. Ci stiamo godendo la nostra intimità in uno dei posti più belli di Helsinki. Ci siamo conosciuti al museo del Design della capitale scandinava e subito è scoccata la scintilla. Dopo poco ci siamo scambiati i numeri e abbiamo deciso che sarebbe stato bello conoscersi meglio (in senso biblico e non). E adesso eccoci qui, io e Tia, soli a guardare in silenzio il paesaggio.  Sto ammirando le colline dell’isola quando la ragazza mi dice con fermezza ma tranquillità “ Cazzo Merda”,  – come scusa ? – “Cazzo Merda!!!”.

Mi sveglio contrariato per come Tia abbia rovinato il mio romantico sogno. Intorno a me non ci sono scogli, solo una camera di 15 metri quadri disordinata come ben so. Helsinki è lontana 400 chilometri, quella stronza di Tia non c’è. Mi vesto, vado al corso di Finlandese. Mi metto in ultima fila, la prof mi chiama, “ Matteo coniuga il verbo guardare in finlandese” “ No guardi prof non lo so!

Alvaro pensaci te: “Certo! Katso: Katson… “

Chiedo chiarimenti “ Katso is the Finnish for.. “To watch?

Yes… for instance “ look at the sea-  Katso Merta!!!”

Tia è salva, Tia è pura !!!!  ho pensato male solo perché sono nella terra in cui Cazzo Merda non è una parolaccia ma un invito a godere del mare.

In una terra così non possono che succedere cose strane, cose che forse ha senso raccontare e che, perché no, potrebbero pure piacervi. Il titolo di questo mio diario sarà quindi Katso Merta, per non dimenticare che a diversi occhi e orecchie può corrispondere una realtà molto diversa, una realtà in cui fare il bagno nella “Merta” è una delle gioie più belle.

 

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An unexpected adventure http://www.360giornaleluiss.it/an-unexpected-adventure/ Sat, 07 May 2016 14:32:21 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=6559 To be honest, the erasmus semester here in LUISS was not on my list, it just happened unexpectedly. There was a form on the website, I filled it in, and the next thing I knew was I was chosen to go to Rome! A little surprised, a little excited, a little scared, but Rome makes

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To be honest, the erasmus semester here in LUISS was not on my list, it just happened unexpectedly. There was a form on the website, I filled it in, and the next thing I knew was I was chosen to go to Rome! A little surprised, a little excited, a little scared, but Rome makes everything worthy from the first day I arrived.

I am from Beijing, China, where most of you who are reading the passage may not visit lifelong, everything is so different from here in Rome, different languages, different people, different architectures, different lifestyles, for short, different cultures. I was curious about everything I saw for the first days. I hanged around Rome before school started, I took pictures everywhere, Piazza di Spagna is not just a piazza I’ve seen in a movie, the Colosseum is also not only alive on a book. Visiting those monuments that had been shown to me only once on pictures was an amazing experience for me. I was attracted by the ancient city. But I have to say, starting a new life in a new country is not easy, even if, fortunately, I’ve survived.

 

Hospitable Italians

I may never forget that day, I was getting on the train, someone turned over my bag secretly, when I found out, she had already taken some of my staff away, actually, I was ready to accept the fact I had been stolen, however, without expectation, the kind man next to me jumped down the train to trace the thief and got what had been stolen back by teaching the one a lesson. It is the man who made what I had lost much more valuable than it should be.

Thanks to the hospitable Italians, life becomes better and better. Knowing so little Italian in a country where English is not that prevailing, sometimes it’s hard to move anywhere, however, luckily for me, I met so many hospitable Italians who are always ready to help me out.

 

First impression on LUISS

Before coming here, I had read a lot about the university, but just as the saying goes, it is better to check it out on our own rather than hearing from others many times. Again different from the universities in China, LUISS is delicate although not that large in area, it won’t take long to walk around the campus, and the staff are really nice when they smile and nod at me greeting ”buongiorno!”. I like it when reading on the balcony with the wind blowing softly, I also like sitting on a swing and chatting freely with friends.

With several campuses, having classes means also travelling a lot from one side to another, but I was lucky to have rented an apartment really close to both viale Romania and via Parenzo. However, it can be a little annoying when you have to hurry from one class to another during lunch time, but, thanks to the school bus, there is still time for a piece of pizza.

“Hi” to the professors

Although I cannot sometimes understand their Italish(Italian English), I find the professors really nice and helpful. And I will definitely appreciate what they did for me, say, forever. I am a law student, legal system in Europe is quite different from the one in China, the construction is a little wired for me, and the treaties are really boring to keep in mind. Getting confused was quite usual for me at the beginning, luckily, the professors are patient to answer to any questions, even the simplest and the most stupid ones, again and again. I got the attached materials, the website, even the best bookstores from them, which are really useful.

They say you can never blame an Italian for being late, as it is their way of life. Classes are often a little bit late, it is not easy to adapt to it at first, but now I am enjoying it, I don’t have to rush from one class to another, especially when they are on the different campuses, I can enjoy a cup of coffee, sometimes I even have time to go to the mensa for a quick meal during lunch time. Speaking of coffee, therej are two things I cannot resist in Italy, one is coffee of course, the other one is the gelato! Italian gelato, no matter whether you like ice cream or not, you can not miss it! Really different from all the ice creams I had ever had before, it tastes the best! Okay, a little far away from the topic. Every coin has its two sides, some students may be mad at the professors for being late, but for me, it’s a good quality to take life easier. Therefore, as I am recommending, since you are here on an erasmus, then try to accept and enjoy everything you cannot change if you are not that satisfied.

Anyway, the professors in LUISS really make my life here easier and happier, believe it or not. Hope they will also be nice to my final grades.

The scary exams

I am not sure whether the oral exams are typical Italian things or just for LUISS, we don’t have this kind of scary exams anyway. It is not easy to prepare for an oral exam, I have to review everything I’ve learned during the whole semester, to read every page of the materials attached, sometimes, it can be thousands of pages only for one exam, maybe for only 5 to 10 minutes. I have to say, students here in LUISS are experiencing horrible times during exams. There’s no wonder why the reading rooms are always full.

Exams are coming, time to study!

 

Amazing Birthday Experience!!!

For all my life till now, this birthday in Rome has been the most meaningful one for me! I went to the disco dancing all night for the first time in my life with ESN, I traveled to Tivoli for the castles and waterfall with friends from Germany, I partied with friends from all around Europe during my birthday week. And the best part had to be the flag, an Italian flag with the best birthday wishes from the Italian students, I will always remember the moment when my Ele took the flag out after class, such a big surprise for me! I was so touched and moved and could not help crying out. The flag for me, is more than a gift, it’s a treasure, an invaluable one.

I make this as the last part of the article, but if it is possible, I hope there will be no end to our friendship.

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Il sorprendente classico Erasmus a Madrid http://www.360giornaleluiss.it/il-sorprendente-classico-erasmus-a-madrid/ Thu, 24 Mar 2016 20:59:45 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=6203 Ormai è da tempo risaputo, la Spagna è la regina meta per gli studenti Erasmus, ed avendo trascorso il mio periodo di studi all’estero nella sua capitale, posso dire di avere svolto un programma di scambio piuttosto classico. Seppur non a Madrid, in passato ero stata diverse volte in Spagna e prima di partire avevo

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Ormai è da tempo risaputo, la Spagna è la regina meta per gli studenti Erasmus, ed avendo trascorso il mio periodo di studi all’estero nella sua capitale, posso dire di avere svolto un programma di scambio piuttosto classico.

Seppur non a Madrid, in passato ero stata diverse volte in Spagna e prima di partire avevo già una buona conoscenza della lingua spagnola, in poche parole, ero ben contenta di partire, ma non mi aspettavo grandi sorprese da questa nuova esperienza formativa.
Sono arrivata a Madrid il 25 agosto, dato che per il giorno successivo era programmata la giornata di orientamento in Università ed in modo da avere qualche giorno per cercare casa prima dell’inizio delle lezioni. Durante la prima settimana ho esplorato per bene la città, camminando molto a piedi nonostante il caldo sfidasse me e chiunque altro ad uscire all’aria aperta, specialmente tra l’una e le quattro del pomeriggio, quando la temperatura raggiungeva i livelli massimi e la maggioranza delle persone rimaneva a casa per la siesta. il mio primo impatto con Madrid è stato solo misuratamente positivo, forse dovuto all’aria vagamente spettrale della città semi vuota ad agosto. Iniziato settembre invece, la routine universitaria e ripopolatasi la città, ho iniziato ad amare questa magnifica capitale.
L’aspetto di grande capitale europea è infatti evidente: grandi piazze, ampie strade, maestosi ed eleganti palazzi, ma soprattutto magnifici spazi verdi, come il Parque del Oeste o il Parque del Buen Retiro.

La città ha tantissimo da offrire, image2oltre ad essere sede di importanti musei come il Prado, Reina Sofia o il Thyssen, svariate mostre ed eventi culturali sono sempre in programma.

Madrid, seppur prettamente spagnola, è una città estremamente accogliente e multietnica, che ospita parecchi sudamericani ed europei, tra cui un’immancabile grande comunità di italiani.
Ho avuto inoltre la fortuna di stare molto tempo a contatto con gente di nazionalità diverse come svedese, francese o giapponese e non mi aspettavo di potere imparare così tanto anche da semplici conversazioni e scambi di idee giornaliere con queste persone. Lo spirito dell’Erasums è infatti quello di immergersi in una realtà diversa da quella a cui si è abituati, essendo pronti ad imparare da questa e trarne spunti di riflessione.

Durante la mia permanenza ho inoltre avuto modo di sfatare il mito secondo cui nelle università spagnole si studierebbe meno che in quelle italiane. Non si studia meno, si studia solo in modo diverso. Lo studente è infatti più seguito durante il percorso formativo, vengono lasciati compiti e ci sono molte prove intermedie, con il risultato di trovarsi ad avere già studiato ed assimilato la maggior parte del programma poco tempo prima degli esami finali. Altra differenza con il sistema universitario italiano è il rapporto con i professori, questi in Spagna vengono chiamati per nome dagli alunni, e durante le lezioni vige un clima molto sereno che di certo è utile per l’apprendimento.

Il luogo comune degli spagnoli che pensano solo a fare festa potrebbe occupare la mente di chi di fatto in Spagna non ha mai trascorso lunghi periodi; ciò che ho particolarmente apprezzato dello stile di vita spagnolo è invece la capacità di creare un ottimo compromesso tra lavoro, o studio secondo i casi, e momenti di svago. Dopo una giornata trascorsa in ufficio saranno poche le persone che rinunceranno ad uscire con amici o colleghi anche solo per prendere una copa. Alcuni tra questi rimarranno fuori casa fino a tarda notte riuscendo comunque a svegliarsi la mattina seguente in tempo per iniziare un normale giorno di routine settimanale.

Madrid è una città estremamente viva, sia di giorno che di notte, rimarrete sorpresi nel trovarvi in metropolitana a mezzanotte ed essere attorniati da quasi lo stesso numero di gente che vi può essere alle quattro del pomeriggio. Proprio la metro di Madrid inoltre è il simbolo dell’efficienza organizzativa della città, che nonostante la crisi economica spagnola, riesce a fornire ottimi servizi pubblici ai suoi cittadini.

Il mio Erasmus a Madrid è stata un’esperienza assolutamente positiva, sia dal punto di vista formativo universitario che personale, non c’è infatti bisogno di andare molto lontano, si può apprendere tanto anche da popoli con una cultura molto vicina alla nostra.
Consiglio a tutti di vivere un’esperienza Erasmus, poco importa la meta, poiché il risultato che otterrete in termini di arricchimento personale sarà tanto maggiore quanto più sarete disposti ad apprendere incondizionatamente da una realtà diversa dalla vostra; se poi sceglierete la Spagna, gli spagnoli si dimostreranno ben felici di accogliere i loro cosiddetti “primos italianos” (cugini italiani).

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Schianto di un bus di Erasmus, muoiono 7 italiane http://www.360giornaleluiss.it/schianto-di-un-bus-di-erasmus-muoiono-7-italiane/ Tue, 22 Mar 2016 12:27:00 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=6165 Una tragica fatalità. Potevi essere tu, potevo essere io, poteva essere qualsiasi studente ambizioso di vivere un’avventura e un’esperienza di studio all’estero. I fuochi d’artificio di Valencia sono una delle festività tipiche in Catalogna nel corso del mese di marzo, ma le gite in autobus degli studenti stranieri sono tradizionali in qualsiasi semestre accademico, nella

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Una tragica fatalità. Potevi essere tu, potevo essere io, poteva essere qualsiasi studente ambizioso di vivere un’avventura e un’esperienza di studio all’estero.

I fuochi d’artificio di Valencia sono una delle festività tipiche in Catalogna nel corso del mese di marzo, ma le gite in autobus degli studenti stranieri sono tradizionali in qualsiasi semestre accademico, nella maggior parte dei casi libere dallo sconforto delle ultime ore.

La superstrada AP-7 in direzione Barcellona è un tragitto discretamente noto in Spagna per altri incidenti stradali, a causa dei suoi tornanti e data la morfologia montuosa della Catalogna, regione autonoma del nord-est situata ai piedi dei Pirenei. Purtroppo l’incidente che ha coinvolto un’intera “scolaresca” Erasmus provocando 49 feriti e 13 vittime, in maggioranza studentesse italiane (7), è frutto di un probabile errore umano dell’autista, ora ricoverato nell’ospedale catalano Virgen de la Cinta, che da 17 anni non è stato protagonista né di infrazioni, né di conduzione sospetta. I risultati dei test sono infatti negativi sia in merito all’alcool che alle droghe.
L’uomo, che però soffriva di saltuari attacchi d’ansia, è ora in profondo shock e difficilmente riuscirà a testimoniare di fronte al giudice nei prossimi giorni. Le indagini preliminari ad ogni modo accusano l’autista di omicidio colposo, per via dell’appena chiarita dinamica del dolo.
Un colpo al guard rail sulla destra e una precipitosa svolta a sinistra che ha portato allo scontro frontale con un’altra vettura sarebbe infatti, come dinamica, una discreta prova per un probabile e accidentale colpo di sonno.

Non poteva essere un problema di natura esterna – ha dichiarato il consigliere degli Affari Interni del governo della Generalitat di Barcellona Jordi JanéLa strada è in ottime condizioni e nel corso della notte quel tragitto è assai poco trafficato, garantendo generalmente una guida sicura, pur con i suoi tornanti.”

Tornando alla vittime, sette sono le italiane, tutte ragazze appena identificate. Francesca Bonello, Elisa Valent, Valentina Gallo, Elena Maestrini, Lucrezia Borghi, Serena Saracino ed Elisa Sacarascia Mugnozza hanno così perso la vita sul colpo, alcune di loro riconosciute dai familiari prima della prova del DNA. Le altre vittime sono sempre studentesse, due tedesche, una romena, una austriaca, una francese e un’uzbeka.
Gli altri studenti feriti coinvolti appartenevano invece a uno svariato numero di Paesi, nella maggior parte europei, tra cui Gran Bretagna, Svezia, Norvegia, Germania, Bulgaria, Polonia, Irlanda, ma anche Perù, Nuova Zelanda e Giappone. Tra i feriti molti sono i ricoverati a Tarragona, dato che l’incidente è avvenuto all’altezza di Freginals, sua località limitrofa. Tutti gli altri invece sono stati trasferiti d’urgenza a Barcellona.

Soprattutto l’Italia sarà in lutto a seguito della tragedia, visto il numero di vittime e studenti coinvolti. La UB, Universitat de Barcelona, allo stesso modo è pronta ad inserire nel calendario accademico qualche celebrazione o anche solo commemorazione attraverso un minuto di silenzio, in virtù del rispetto degli studenti stranieri e delle loro famiglie, tutti partecipanti a uno dei programmi di studio all’estero di maggior successo dell’Unione Europea e fiore all’occhiello del mondo accademico internazionale.

Molti familiari sono già in Catalogna, altri arriveranno nelle prossime ore. Le vittime che avevano dai 19 ai 25 anni sono infine oggetto di una polemica riguardo le norme di sicurezza all’estero, ma in fondo, da come sono state chiarite le dinamiche, non si è trattato altro che di tragica fatalità.

Il programma Erasmus è nato nel 1987, non è il primo caso di cronaca nera, ma resterà certamente uno dei più gravi.
Erano alcuni studenti che volevano crescere accademicamente e umanamente. Così non è stato. E’ un dolore privo di risposte razionali, ma alla fine varrà veramente rinunciare a determinate opportunità per via dei tragici colpi bassi del fato che, purtroppo e allo stesso modo, mai risparmieranno le alternative?

img_4246.jpg@LolloNicolao

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Alla scoperta della Finlandia http://www.360giornaleluiss.it/alla-scoperta-della-finlandia/ Fri, 18 Mar 2016 07:03:13 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=6124 Oggi sono esattamente tre mesi che si è conclusa quella che definisco, senza dubbio, l’esperienza più bella della mia vita. Io frequento il quarto anno della facoltà di giurisprudenza e lo scorso semestre ho vissuto il mio Erasmus ad Helsinki, in Finlandia. Sin da quando ero piccola una delle mie più grandi passioni era viaggiare,

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Oggi sono esattamente tre mesi che si è conclusa quella che definisco, senza dubbio, l’esperienza più bella della mia vita. Io frequento il quarto anno della facoltà di giurisprudenza e lo scorso semestre ho vissuto il mio Erasmus ad Helsinki, in Finlandia. Sin da quando ero piccola una delle mie più grandi passioni era viaggiare, poter scoprire nuovi Paesi, vivere culture diverse dalla mia ed ascoltare il suono di lingue straniere. I miei genitori mi hanno cresciuto con la convinzione che non ci sia niente che ti emozioni e ti arricchisca più di un viaggio ed oggi ne ho la certezza. L’Erasmus, però, non è un semplice viaggio. L’Erasmus è molto di più, è un tassello di vita importante per chiunque abbia deciso di partire. Vivere un Erasmus è sentire un’altalena di emozioni contrastanti sobbollire dentro, fatta di forti propositi e chiari obiettivi che ci spingono a partire e allo stesso tempo di motivazioni inderogabili che ci obbligano a ritornare. Non si lascia la propria routine confortante se non si ha dentro uno stimolo capace di sconvolgerci, pronto a ripeterci, ogni giorno, che il momento è ora. Forse domani sarà troppo tardi. Sono tanti i motivi che lo scorso anno mi hanno spinto a fare la richiesta: imparare bene una lingua straniera, vivere in un altro stato molto diverso dal mio, conoscere nuove persone, diventare ancora più indipendente e studiare in un’università straniera per approcIMG_2376ciare lo studio del diritto da un’angolatura più internazionale. Oggi posso dire di aver oltrepassato tutte le mie aspettative e di essermi fatta un regalo unico nella vita.
Helsinki non era la mia prima scelta, ma la scoperta della Finlandia è stata decisamente sorprendente. Solitamente si pensa a questo stato come un paese lontano, freddo, terra di renne, distese di boschi e patria di Babbo Natale. In realtà ho trovato un paese moderno e all’avanguardia in cui ogni cosa funziona alla perfezione: dai trasporti ai servizi all’università. Helsinki, infatti, essendo la capitale, è l’emblema di tutto ciò. Capitale mondiale del design del 2012 è una città moderna, razionale, efficiente, silenziosa e, soprattutto nei mesi di luce, è avvolta da un’atmosfera nordica di armonia. Il momento della giornata che più preferivo era tornare a casa a piedi la sera ed osservare tutto ciò che succedeva intorno, con la consapevolezza che prima o poi sarei dovuta ripartire e che avrei dovuto sfruttare ogni singolo secondo a mia disposizione trascorso li. Questa era ormai diventata un’abitudine e con il passare del tempo quello che inizialmente era passeggiare alla scoperta di una nuova città si è trasformato in passeggiare nella mia città, nella mia nuova casa. Ho visto Helsinki cambiare notevolmente a seconda delle stagioni: luminosa fino a notte fonda e allegra nel periodo estivo, tappezzata di ocra e rosso violenti nel periodo autunnale ed infine cupa, malinconica e freddissima in inverno, ma sempre affascinante. La cosa più bella era sicuramente osservare le persone. Anche i finlandesi, infatti, si sono rivelati una scoperta; famosi per essere un popolo freddo e chiuso ho potuto constatare che in realtà sono molto socievoli (in particolare dopo qualche bevuta) e soprattutto sono gentili e disposti ad aiutarti per qualsiasi cosa (basta poco perché ti sorridano e ti salutino con un buffo “moikka”, il tipico saluto finlandese). In Finlandia, per me, è facile vivere, perché lo stato ti è amico, patria del vero welfare. Tutto funziona e per noi italiani ciò non è affatto scontato. Il grande tesoro della Finlandia sono, senza dubbio, i suoi paesaggi naturali incontaminati, belli da togliere il fiato. Ci sono molte tipologie di paesaggi diversi tra loro e pur abitando in città è tutto a distanza di pochi chilometri: mare, laghi, parchi nazionali e appena fuori l’abitato distese infinite di prati e boschi di conifere e larici. Finché le temperature lo hanno permesso è stato bellissimo trascorrere i weekend come i veri finlandesi: uscire all’aria aperta, prendere un traghetto e visitare le decine di isolette che circondano Helsinki oppure fare lunghi percorsi di trekking ricompensando la fatica con pic-nic e barbecue sulle rive di laghi cristallini.
La Finlandia inoltre si trova in una posizione strategica, è un trampolino sotteso nei paesi del nord e questo mi ha permesso di poter viaggiare tantissimo in posti che avevo sempre desiderato visitare: Stoccolma, San Pietroburgo, Tallin e soprattutto, il viaggio più emozionante di tutti, la Lapponia. La Lapponia, simbolo della Finlandia, sotto il periodo natalizio è magica e offe la possibilità di vivere esperienze indimenticabili come il giro in motoslitta in notturna, visitare la casa di Babbo Natale tanto sognata quando ero piccola, fare il bagno nell’oceano Artico dopo una tipica sauna finlandese e guidare una slitta trainata da cani aski. Terra di confine della terra stessa, ma avvolgente, fatta di inviti all’introspezione, e di riconciliazioni con il buio.
Tutto questo è stato lo sfondo di quattro bellissimi mesi in cui ho potuto vivere momenti indimenticabili con persone provenienti da tutto il mondo, all’inizio sconosciute, ma che oggi definisco veri amici e con cui mi sento ancora oggi quotidianamente. L’Erasmus mi ha insegnato più di tutto, infatti, che non importa il Paese di origine, non importa la lingua o da quanto tempo conosci una persona ma un’amicizia può diventare solida e forte anche in poche settimane. Ciò che conta è la voglia di stare insieme, di conoscersi e di vivere esperienze impreviste senza paura, imprimendole nel cuore. L’Erasmus è il simbolo della nuova vera nostra Europa. Annulla i confini, frutto di storia e politica, e avvicina noi, che alla fine ci esprimiamo in una sola lingua, ci scambiamo ogni giorno foto e video sui social, ci raccontiamo la vita e ci sentiamo compagni di viaggio, davvero.
Ad oggi posso dire di sentirmi una fiera cittadina europea, cresciuta, più consapevole e arricchita di tanti momenti e da tante persone che porterò sempre con me.
Penso che l’Erasmus sia un’opportunità che ogni studente dovrebbe cogliere perché quello che ti può dare va oltre ogni immaginazione e aspettativa. Per questo consiglio a tutti gli studenti che vogliono partire di fare la richiesta e buttarsi in questa avventura senza paure e timori perché una volta partiti, vi assicuro, non vorrete più tornare!

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Grazie Leuven! http://www.360giornaleluiss.it/grazie-leuven/ Thu, 10 Mar 2016 10:54:31 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=5986 Quando ho scoperto di essere stata selezionata per il progetto Erasmus all’Università Cattolica di Lovanio, a differenza di quanto si potrebbe immaginare, non ero convinta di partire davvero. Nessun salto di gioia, nessun cenno di entusiasmo, solo mille ansie e preoccupazioni che, essendo iscritta all’ultimo anno di giurisprudenza, non potevano mancare. “E se rimango indietro

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Quando ho scoperto di essere stata selezionata per il progetto Erasmus all’Università Cattolica di Lovanio, a differenza di quanto si potrebbe immaginare, non ero convinta di partire davvero. Nessun salto di gioia, nessun cenno di entusiasmo, solo mille ansie e preoccupazioni che, essendo iscritta all’ultimo anno di giurisprudenza, non potevano mancare. “E se rimango indietro con gli esami?”, “E se non riesco a laurearmi per tempo?”. Queste domande insieme a mille altre paure mi tormentavano i giorni successivi all’uscita della graduatoria. Se avessi saputo fin da subito cosa mi avrebbero regalato questi meravigliosi cinque mesi non avrei esitato nemmeno un giorno, ma mi sarei precipitata a preparare le valigie e a salire su quell’aereo!
Leuven, piccola cittadina a pochi km da Bruxelles, meta prediletta di centinaia di Erasmus ogni anno, offre un’atmosfera internazionale, con studenti provenienti da ogni parte del mondo.
Leuven in poco tempo diventa il tuo mondo, il tuo piccolo mondo: esci la mattina, mangi un waffle a colazione, prendi la bici, corri a lezione, incontri, saluti amici e conoscenti a Grote Markt, pranzi al ristorante di fiducia, vai in biblioteca a studiare, e la sera, dopo un party in qualche residence o dormitorio, festeggi in Oude Markt bevendo birra, (belga, ovviamente!), tra un pub e l’altro. La Katholieke Universiteit Leuven é una Università molto prestigiosa relativamente alle materie giuridiche e si trova in una posizione di tutto rispetto nei rankings internazionali. Il semestre lì trascorso è stato davvero stimolante, consentendomi di maturare un approccio al diritto completamente diverso. Mentre infatti in Italia l’accostamento al diritto è teorico, astratto, tradizionalista, con esami essenzialmente orali, all’estero è molto più concreto, pragmatico, con esami scritti che spesso richiedono la risoluzione di casi pratici. Dei corsi seguiti uno in particolare, “La tutela internazionale dei diritti umani”, tenuto in parte da un giudice della Corte Europea dei diritti dell’uomo, è stato interessantissimo, forse il più interessante che abbia seguito in tutta la mia esperienza universitaria.
Ma prima ancora della crescita accademica, l’Erasmus ha contribuito alla mia crescita personale, permettendomi di venire a contatto con persone di culture e lingue diverse. Essendo arrivata senza conoscere nessuno, ho alloggiato in un residence con altri studenti. Ero circondata da spagnoli, tedeschi e belghi. Strano a credersi, ero l’unica italiana; un po’ meno strano, cucinavano tutti la pasta meglio di me! Ma la cosa più emozionante è stata notare come i nostri rapporti si siano intensificati e come in poco tempo siamo diventati una sorta di famiglia, imparandoci a conoscere giorno per giorno sempre un po’ di più. La cucina, la stanza in comune, è progressivamente diventata il nostro luogo di ritrovo; la visione di un film, una fame improvvisa, il bisogno di una pausa dallo studio, il compleanno di un inquilino… ogni occasione era buona per ritrovarci e stare insieme. Paradossalmente, non penso di essermi mai seerasmusntita a così a casa come in quel residence. E soprattutto, non mi sono mai sentita sola. Il bello dell’Erasmus credo sia anche questo: aiutarsi vicendevolmente, prendere consapevolezza della relatività delle distanze, delle differenze tra persone, capire quanto siamo in fondo tutti uguali, prescindendo dallo stato di provenienza. Non avrei mai pensato di poter condividere così tanto con persone che non parlano la mia stessa lingua.
Come ciliegina sulla torta non potevano poi mancare i viaggi, le gite, i weekends “fuori porta”, in Belgio e anche al di fuori.
Leuven ha una posizione strategica, basta un’ora e mezza e si arriva in Germania, in Francia, in Olanda, ovunque! Durante il semestre ho vagabondando dunque per l’Europa centrale e sono rimasta piacevolmente colpita dalla storia di questi Paesi, di alcune cittadine in particolare come Liegi, Bruges, Anversa, Aquisgrana, Maastricht… Tutti luoghi che, se non fosse stato per l’Erasmus, probabilmente non avrei mai visitato.
Torno a casa con gli esami sostenuti (no, non sono rimasta indietro come temevo), ma, cosa più importante, con un gran sorriso, un bagaglio di ricordi indelebili, e molti amici in più. Alcuni di loro sono lontani e sparsi per il mondo, ma ci sentiamo costantemente, altri ancora ho la fortuna di incontrarli quotidianamente in Università.
Fate l’Erasmus, studenti! Non importa se iscritti al primo o all’ultimo anno, non lasciatevi sopraffare da ansie e timori inutili; piuttosto, piazzatevi sul primo volo e partite. “Mettersi alla prova è il miglior modo per conoscere se stessi”. Non esiste frase più vera.
Quanto a me, sono da poco tornata alla realtà, ultimi esami da sostenere e tesi da preparare; ma il mio pensiero è sempre rivolto a quella piccola cittadina nel bel mezzo delle Fiandre che mi ha rubato il cuore. Grazie Leuven!

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