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EUR, 31 di luglio. Strade deserte, l’acqua della piscinetta dell’albergo che mi ospita ribolle grazie alla simpatica calura romana. Bambini tedeschi e inglesi distruggono il silenzio che la fatica dovuta al caldo dovrebbe creare. Due piani sopra le mie valigie contengono vestiario da esquimese.

Domani si va in Finlandia, a sfidare una lingua incomprensibile e un freddo presentato come estremamente aggressivo. Sono steso e a distrarmi non è il fatto che sarò lontano dal mio paese per 5 mesi, quanto piuttosto il fatto che mi trovo in albergo in quella città che ormai rappresenta casa.

Fiumicino, primo di Agosto. Fila al check-in superata brillantemente, bagagli che, grazie ad un miracolo inspiegato ed inspiegabile, sono risultati più leggeri dei limiti consentiti. Ultimo giro nei negozi dell’aeroporto, saluto ai parenti che mi guardano come se stessi per partire per il fronte armato solo di uno stuzzicadenti. Vado al gate e… dlin dlon “ Informiamo che l’aereo per Helsinki è in ritardo causa problema tecnico…” .

5 minuti dopo. Dlin dlon “ Informiamo che l’orario previsto per l’imbarco del volo Norwigian per Helsinki  è previsto per le 11:30”

28 secondi dopo. dlin dlon “ Flight NW1234 to Helsinki, Boarding at 11:10”

#Machenesanno gli stranieri della puntualità italiana.

Il volo fila liscio: sfidando le rotte e le leggi della fisica arriviamo con una sola ora di ritardo, essendo partiti con due ore di “svantaggio”. Vedi che forse riesco a prendere la coincide… no. Nastro bagagli rotto, ulteriore ritardo. Ma si dai, succede, posso cambiare il biglietto del treno, basta andare alla biglietteria.

Già, la biglietteria… arrivato alla stazione si materializza il deserto dei tartari. Il vuoto assoluto. Cartelli in inglese del tutti assenti, neanche per il cesso. C’è del nervosismo che sale e assale la sparuta delegazione italiana presente. Vedo un poliziotto, chiedo della biglietteria. “Ma on suomalainen”- “ cazzo dici?”- “Ma puhun suomea”. “Eccallà ho beccato l’unico finlandese che non parla inglese”. Il tutore dell’ordine capisce che il disagio è tanto e chiama rinforzi: troviamo un poliziotto che sa l’inglese.

“Per la biglietteria???”

“Lì” indica una macchina automatica

“no intendo un negozio, con tanto di persona vivente con cui poter comunicare”

“non c’è, devi farti 10 chilometri”

“ah e come ci arrivo?”

“Con il treno …”

“Ma il biglietto per il treno per l’altra stazione dove lo prendo?”

“Tranquillo, a quest’ora i controllori sono in pausa…”

 

Ma come ??? e la legalità scandinava ??? il rispetto dei beni comuni tipico dei nordici ??? A puttane ?

Evidentemente si.

Dopo 6 ore, di cui tre sul treno a osservare laghi, laghi, betulle e ancora laghi, arrivo a Jyväskylä; ad accogliermi la mia tutor, la pioggerella che imparerò a conoscere e un ubriaco che guarda avidamente i miei bagagli (due problemini con l’alcol, ma anche più di due, i nostri amici biondi ce l’hanno eh…)

Arrivo in appartamento, saluto la tutor, appoggio le valige e mi sdraio sul materasso senza lenzuolo.

Domani inizia il corso di finlandese, magari capirò come si pronuncia il nome di questo posto in the middle of nowhere…

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Ex-Direttore | 360° - Il giornale con l'Università intorno