La mia squadra Luiss

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“Pronto, ciao sono Greta, una studentessa della Luiss. Ho sentito che state organizzando una squadra di nuoto, posso lasciare il mio nominativo?”

E’ iniziata così, poco più di un anno fa, la mia esperienza dello sport firmato Luiss. A rispondermi fu quella che dopo pochi giorni divenne una grande amica, una team manager la cui vitalità è tale da farmi girare la testa ogni volta che la incontro. Un grazie speciale va a te, Sara Massaro, il primo mattone di questa enorme casa che è la nostra squadra.
Dopo i primi giorni di imbarazzo ci siamo immersi nel liquido fresco di un’amicizia genuina che ci lega ancora, un’amicizia forte della condivisione del tempo al gusto di cloro. Ai veterani della prima edizione si sono aggiunti i nuovi venuti di quest’anno. Una squadra bizzarra, disomogenea da tutti i punti di vista. Geograficamente parlando copriamo in lunghezza buona parte della penisola, vantando addirittura un veneziano, Pietro Mora, che discostandosi dall’idealtipo di uomo severo e introverso del nord Italia, è l’emblema d’una squadra che è unita esclusivamente da divertimento e amicizia. Sicuramente non è motivo di legame il materiale tecnico, atteso per mesi e apparso miracolosamente proprio nel pomeriggio di ieri. Il disguido con l’ufficio sport su questo argomento ha stuzzicato le menti elastiche degli atleti, i quali, da buoni rappresentanti Luiss, si sono cimentati in cori, proteste e massime di livello elevatissimo (tra le altre mi preme di ricordare la perla del mister Andrea Gargallo, “l’attesa del materiale tecnico è essa stessa il materiale tecnico”). Gli allenamenti quindi oscillano tra lavori aerobici e tentativi di imitare alla perfezione il dialetto veneziano o, in alternativa, di capire le citazioni di Giulio Garofano, spesso terminanti con un internazionale “chit a muort”. Ahimè su quest’ultimo punto la squadra deve ancora lavorare.

Per non parlare delle tante e diverse esperienze sportive che rendono la squadra variopinta. C’è chi è fresco d’agonismo, come la sottoscritta, Ludovica Mari e Luca Campiello, ma anche chi da tempo ha appeso gli occhialetti al chiodo e ha deciso di rientrare in vasca, come il bomber Lorenzo Consorti, i già famosi Pietro e Giulio, Emanuele Greco e Floriana Fileccia. E infine vantiamo anche nuotatori provenienti da altri sport: i fratelli Salvatore e Barbara Baio, rispettivamente ex atleta di triatlhon e di atletica, Davide Maria Testa, direttamente dal mondo dei motori, Marco Meli (purtroppo infortunato) e Marco Impagnatiello, ex pallanuotisti.
Dopo mesi abbiamo imparato a conoscerci. Sappiamo dove individuare, anche con gli occhialetti appannati, le figure dei nostri guardiani, i tre team manager: la già nominata Sara, la bellissima Camilla Valdinucci e il nostro compagno d’allenamento Riccardo Coletta, atleta dello scorso anno che pur di non abbandonarci si è reinventato team manager. Non ci stupiamo più di vedere Ludovica scendere per prima nello spogliatoio, ma riuscire ogni volta ad entrare in acqua per ultima, né di sentire la famosa domanda di Davide, ormai motto della squadra: “Il materiale tecnico?”. Siamo anche abituati ai rimproveri, ai battibecchi, ai piccoli litigi che tuttavia si estinguono al ricordo di non essere altro che un gruppo sgangherato di studenti, costretti un giorno dal caso a incrociare la propria vita con quella degli altri e finire così per volersi bene.

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La mia squadra, come vedete, è un vero casino. Ma siamo così belli che nessuna foto, nessun video e nessuno articolo potrebbe mai cogliere e rendere appieno ciò che creiamo quando siamo insieme. Lo potremo forse dimostrare al primo appuntamento agonistico, domenica 17 aprile, alla piscina comunale di Civitavecchia, che ospiterà il trofeo regionale Uisp. Dopo mesi di allenamento potremo finalmente rompere il ghiaccio e far gustare al nostro giovane, ma preparatissimo allenatore il frutto del suo impegno. Se è vero che i risultati sono il riflesso del lavoro fatto, so che per lui – e non solo per lui – questa domenica sarà memorabile.
Mi concedo quest’ultima riga per ringraziare te Andrea, per aver fatto di noi la squadra che siamo.