Paese che vai, Natale che trovi.

#Christmasissharing so do it! La rubrica natalizia targata Lifestyle che vi accompagnerà durante le Feste

Il Natale è ormai alle porte. Il camino acceso, il divano e una bella cioccolata calda sono pronti a fare da cornice a pranzi e cene piene di tortelli, lasagne, pandoro, panettone e chi più ne ha più ne metta.

Eppure, nonostante il cibo sia una costante che nel Natale non manca mai, la sua tipologia varia da Paese a Paese, così come Babbo Natale e Gesù bambino si alternano per portare i regali ai bambini, a volte il 25 Dicembre stesso, altre volte la notte della vigilia.

Infatti, in Repubblica Ceca, quando la fam1568_0iglia è a cena, Gesù, che con le sue ali, vola all’interno della stanza dove vi è l’albero di Natale per lasciare i doni la sera della vigilia. Una volta fatto, prima di andarsene suona un campanello, per far capire ai bambini di aver finito e lasciarli correre impazienti a scartare i regali.

I bambini francesi, invece, prima di andare a dormire la notte di Natale, lasciano un bicchiere di latte a Babbo Natale, che arriverà per lasciare loro i regali. Inoltre, lasciano anche una carota per le sue renne. Il giorno dopo, oltre ai pacchi da scartare, li attende anche un grande pranzo, dove vi è anche il tradizionale foie gras,e del formaggio. Nel Sud ci sono ben 13 tipi di dolci, fra cui il tronchetto di Natale, la frutta secca e l’immancabile cioccolata.

In Polonia, invece il pasto principale è il 24 sera, durante la “Wigilia”. Prima di sedersi a tavola, ciascun invitato spezza l’ostia tradizionale, chiamata Oplatek. Avviene anche lo scambio di voti per la salute, per la ricchezza e per il futuro. Dopo di che, il pasto è tradizionalmente composto da dodici piatti, solitamente senza carne e accompagnato da del vino, per rappresentare i dodici apostoli.

Nelle Antille la tavola è generalmente ornata con dei tessuti, detti “nappes de Madras”, decorati con motivi tradizionali. Prima di iniziare il pranzo vi è l’aperitivo con lo Shrubb, un punch a base di rum, arance e zucchero di canna.

In Norvegia i festeggiamenti iniziano addirittura il 24 mattina, quando i bambini si svegliano tutti curiosi ed impazienti di scoprire quante caramelle Babbo Natale abbia lasciato nelle loro scarpe. In seguito, molti vanno in chiesa mentre altri semplicemente al cimitero ad accendere una candela per i cari che se ne sono andati. In seguito, la famiglia si ritrova per il pranzo. Il piatto tradizionale è del riso cotto con il latte servito con della cannella, dello zucchero ed un po’ di burro. Una volta terminato di mangiare, un sorso di Aquavit, la bevanda alcolica tipica norvegese, è d’obbligo per aiutare la digestione.

Tuttavia, come sappiamo, il Natale non è sempre sinonimo di neve e freddo. Infatti in molti Paesi è l’estate che ospita questa tradizione. In Africa del Sud, per esempio, ci sono solitamente 35 gradi e il grande pranzo del 25 è fatto spesso vicino al mare, con tavole ornate di frutti. Una decorazione tipica è il “Christma Cracker”, un tubo di cartone, avvolto in una carta dai colori brillanti, in una confezione simile a quella per le caramelle. Il nome “cracker” indica lo schiocco che l’oggetto emette tirandone le due estremità. Una volta aperto, vi si trovano delle piccole sorprese, come filastrocche o coroncine di carta. Solitamente i Cracker sono usati come segnaposto, anche se alcuni li usano come decorazioni per l’albero di Natale.

 

Dunque, ad ogni Paese la propria particolarità, anche se lo spirito del Natale, la voglia di stare con le persone che amiamo e, perché no, di abbuffarci di cibo, rimangono le stesse, ovunque si vada.