Lucia Annibali: Amarsi prima di amare

Ieri, in occasione della giornata internazionale della donna, l'associazione LEP ha invitato Lucia Annibali per raccontare la propria tragica esperienza

Annibali

“Amarsi prima di amare” ecco il nome dell’evento organizzato da Lep per la giornata internazionale della donna con protagonista l’avvocato Lucia Annibali tristemente nota alle cronache per un grave episodio di violenza che le ha portato sfregi permanenti sul volto. Ma non si parlerà all’interno di questo articolo di una donna vittima di violenze, come lei stessa ha sottolineato durante l’incontro, bensì di una persona a cui é capitato un tragico evento nel corso della vita: una tragica opportunità per rinascere.

E proprio di rinascita e di opportunità si é parlato nell’Aula Magna Mario Arcelli di Viale Pola dove Lucia Annibali ha mostrato a un’entusiasta platea il suo modo di affrontare la vita proprio partendo dalle parole scritte sopra, presenti, anche con molta frequenza, all’interno del suo libro “Io ci sono- La mia storia di non amore” scritto con la giornalista Giusi Fasano.

Incoraggiate dalle numerose domande del Presidente dell’associazione LEP e moderatore dell’incontro Walter Baffi ha sottolineato più volte la necessità di diventare artefici della nostra vita cogliendo le opportunità, belle o tragiche, che ci propone al fine di migliorare per noi stessi e per gli altri. Anche questo incontro é stato visto dalla Annibali in quest’ottica, come ha sottolineato, nella speranza che le sue parole divenissero spunto di riflessione e crescita per noi studenti.

Questa visione della vita non deve far trasparire l’idea di un finto buonismo, non si è parlato di perdono che é stato detinito come non necessario e come una sofferenza attraverso la quale ogni giorno si ripercorre il passato: si é parlato invece di perdono nei confronti della vita e di ciò che ci offre.

Inoltre una visione del genere non nasce nel nulla, ma é figlia di un percorso fatto di sofferenze, fisiche infatti parliamo di una donna che si é sottoposta a 16 interventi, ma anche psicologiche se si pensa alla accuse ingiustificate provenienti da alcuni “opinionisti”.

Ma se una cosa ci é stata insegnata durante questo incontro è che non bisogna porre soltanto l’accento sui lati negativi delle esperienze della vita, questo tragico evento capitato all’Annibali, ormai divenuto un vero e proprio simbolo, deve essere frutto di insegnamento per le donne e soprattutto per gli uomini.

Gli uomini devono imparare a rispettare le donne. Quest’ultime devono innanzitutto ascoltare quello spiraglio di consapevolezza, presente in ognuna, che le avverte che la relazione che stanno vivendo è “una storia di non amore”. L’Annibali ha infatti precisato come vi sia sempre una piccola “voce” che le vittime di violenza non ascoltano per paura di perdere proprio il loro partner: il loro” investimento emotivo”.

Inoltre all’interno della nostra società vi sono forti pregiudizi nei confronti delle istituzioni, spesso non viste come adeguate, che allontanano le donne dalla denuncia e dai molteplici strumenti che possono essere utilizzati a questo fine. Come é stato ricordato dall’avvocato, la legge é sempre perfettibile ma le attuali modifiche al codice (introduzione dell’articolo 612bis C.P.) che hanno introdotto la fattispecie dello stalking rappresentano comunque un grande passo avanti.

Imparare ad abbattere i pregiudizi, di ogni genere, e a vivere ogni giorno affermando se stessi: questi i due messaggi che sicuramente questo incontro ci ha offerto e sui quali ora tocca a noi riflettere per potere ogni giorno dire “io ci sono”.

Articolo a cura di Federica Fusco e Davide Motta.