De Parenzo di notte e altri pensieri

Riflessioni universitarie notturne

Si, esistiamo, siamo quegli strani soggetti che studiano a notte fonda, e lo facciamo in università. Quando il direttore generale ha proposto di lasciare aperte le aule studio anche di notte ci ha sottovalutati, non credeva che veramente ne avremmo approfittato. Invece siamo qui, pochi ma fedelissimi, con i nostri libroni, le nostre occhiaie che fanno provincia e l’eterno dilemma: siamo matti o siamo migliori di tutti? E anche se tra noi ci diciamo che tra le due ipotesi quella esatta è la prima, e cioè che si, un po’ matti siamo, in realtà pensiamo che questa nostra follia sia in fondo la conferma che, in potenza, siamo dei geni incompresi ed incomprensibili.

 

C’è quello che studia di notte e dorme poco, non più di 4 ore per mattina, lui è quello che la prende con un po’ di machismo, come se fosse una sfida col suo fisico e con le sue tempie che gli pulsano e che minacciano di esplodere, ma lui è lì e resiste.

Poi c’è il preso bene, quello che va in università di notte armato di metallofono della Chicco o in alternativa la chitarra, con cui regala al poco pubblico presente momenti di ilarità che l’austerità dell’aula studio di per sé non prevede. Come dice la canzone: per far la vita meno amara me so comprato sta chitara

C’è chi interagisce con gli altri personaggi e quello metodico, che è convinto di essere ad un passo dalla pazzia, che sta sempre con le cuffie e si dà come premio per aver letto un certo numero di pagine la pausa sigaretta, la cui durata assomiglia più alla pausa sigaro cubano con bicchierino di Rum.

Negli intervalli l’argomento che ritorna è sempre quello: “in fondo di notte si studia meglio…”

Ed è questo argomento che mi affascina: perché è vero, di notte si studia meglio, perché è il momento in cui ci sono meno interazioni obbligatorie e se lo desideri esisti solo tu. Non ti devi confrontare con nessuno, non c’è paura che qualcuno faccia qualcosa meglio di te, perché, di default, sei solo con te stesso e sei a tu a scegliere se avere compagnia.

Di notte, anche se hai di fronte la persona più diversa da te, con idee opposte alle tue, la tentazione di litigare è più bassa, in fondo siete entrambe nottambuli, e quindi un terreno comune esiste e sarebbe un peccato non calpestarlo.

E dopo tante notti, pur sapendo delle bellezze del giorno e del sole, arrivi a pensare che forse saremmo tutti più felici se vivessimo le ore di luce come viviamo quelle della luna, se vivessimo con calma e ricordandoci che quando qualcuno ci dà fastidio e ha voglia di urlare e infastidirci è solo un problema suo, non ha capito quant’è bello studiare di notte.