Se il Molise non esiste (?)

Esistono delle cose che tutti abbiamo detto almeno una volta nella vita. Si tratta senza dubbio di un’affermazione molto approssimativa, ma è facile pensare che ogni essere umano nato dal 1992, tanto per fare un esempio, si sia espresso nella sua lingua di origine almeno una volta nei seguenti modi: “ho fame”, “ho sete”, “che senso ha la vita?”, “cosa c’è dopo la morte?” e via altre banalità dicendo. Tuttavia, fra queste espressioni ne manca una con cui qualunque italiano può dire di essersi confrontato almeno una volta nella vita: Il Molise non esiste. Affermazione penetrata talmente a fondo nella nostra cultura che proprio qualche giorno fa, sebbene implicitamente, anche il nostro Premier Matteo Renzi ha avuto la sfortuna di lasciarsi scappare, prove televisive alla mano.

Ricapitolando: mercoledì 4 maggio 2016 si è aperta presso il teatro Nicolini di Firenze la campagna ufficiale per il Sì al referendum costituzionale che si terrà questo autunno e che chiamerà gli Italiani a decidere sulla riforma del Senato. Una battaglia politica in cui il Premier ha deciso di andare pressoché all-in. L’obiettivo di base della riforma è quello di ri-regolare il rapporto tra Stato e regioni sotto numerosi aspetti, primo tra tutti il turismo. Questo perché, stando alle parole del Premier, fino a quando una regione come la Toscana, terra di Dante e di Leonardo, fa promozione turistica in Cina può anche avere un senso. Ma quando si tratta invece di una regione più piccola e meno conosciuta, come il Molise per l’appunto, ciò non ha motivo di essere.

Chiariamo subito una cosa: quello che ha detto Renzi è del tutto condivisibile. È giusto che la gestione e la promozione del turismo tornino di nuovo nelle mani del Stato, dopo anni in cui abbiamo visto il modo orripilante con cui le regioni hanno gestito questo aspetto vitale dell’economia del paese, tra spese folli e rimborsi ancora più assurdi. Il problema è che quando sei Presidente del Consiglio certe cose non si dovrebbero dire, e questa storia del Molise rientra proprio nella categoria. È  comunque interessante notare come involontariamente il Premier abbia toccato un nervo scoperto della cultura “pop” italiana.

Dati alla mano, il Molise è la penultima regione italiana per numero di abitanti (312.000 circa) ma è al contempo anche la più giovane tra le regioni. È infatti nel 1963 che grazie ad una disposizione transitoria che consentiva di derogare alla costituzione italiana la provincia di Campobasso venne distaccata dalla preesistente regione Abruzzi e Molise ed elevata al rango di regione con il nome  di Molise. Da allora l’esistenza del Molise e dei suoi abitanti viene scherzosamente ma continuamente messa in discussione. Basta un giro veloce su Facebook per farsi un’idea, dove troviamo le pagine ed i gruppi più disparati: Molise Natzione, Io non credo nell’esistenza del Molise, Il Molise non esiste, e via dicendo. È un po’ la stessa situazione che si viene a creare quando all’interno di una grande famiglia il fratellino o la sorellina più piccoli si trovano a dover fare i conti con i dispetti dei fratelli o delle sorelle maggiori.

molise

Tuttavia, lo scivolone del Presidente del Consiglio potrebbe essere finalmente l’occasione per iniziare a cambiare qualcosa. Mi riferisco ad un movimento di orgoglio regionale che invece di limitarsi alla sola e comprensibile indignazione per quanto accaduto, dovrebbe trovare la forza ed il coraggio di proporre un rilancio dal basso della regione Molise agli occhi degli Italiani. È esattamente quanto hanno fatto la Calabria, con la fortunatissima pagina di Facebook Non venite in Calabria, oppure ancora prima la Basilicata con il film di Rocco Papaleo Basilicata coast to coast che per carità non sarà On the Road di Kerouac ma ha comunque permesso al grande pubblico di ammirare i paesaggi e conoscere lo spirito della Lucania. Per il Molise, terra di storia e di guerrieri dal momento che i Sanniti, da qui provenienti, furono gli unici tra i popoli italici ad umiliare i Romani nella battaglia delle Forche Caudine, si potrebbe pensare ad un qualcosa come Molis’è! oppure fare un gioco di parole alla Romana del tipo seMo lì.

Ci tengo a specificare che io con il Molise non ho, per quanto risulti a me e alla mia famiglia, nessun tipo di collegamento. Non ho alcun parente molisano, non possiedo alcuna proprietà in Molise né ho mai avuto una fidanzata di quelle parti. Essendo però nato e cresciuto a Perugia, molto spesso “dimenticato” capoluogo dell’Umbria sono abbastanza sensibile al tema delle regioni  e delle località ai più poco conosciute. Sapeste quante volte mi è successo di sentirmi dire:”Ah sei di Perugia, quindi sei toscano giusto?”. Proprio qualche mese fa i miei amici mi hanno segnalato un meme di Facebook in cui una ragazza che partecipava al programma L’Eredità aveva affermato con convinzione che lo scorso anno il mare di Perugia era stato premiato con la bandiera blu. Peccato che per arrivare al mare più vicino da Perugia bisogna recarsi nelle Marche o in Toscana.

La storia ci ha abbondantemente dimostrato come da piccoli episodi possano nascere grandi rivoluzioni. Ad esempio, si dice che i Vespri Siciliani, nome con cui viene indicata una serie di rivolte che portarono gli abitanti di Sicilia a cacciare dall’isola l’oppressore francese nel 1282, siano scoppiati dopo che un giovane soldato della guarnigione francese presso Palermo aveva fatto degli apprezzamenti un po’ troppo audaci nei confronti di una bella ragazza della nobiltà locale. Che sia finalmente giunta l’ora dei Vespri Molisani?