Jamais je ne t’oublierai- Louvain La Neuve

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« Louvain-la-Neuve

Tu ne dors jamais la nuit

Tu me fais chanter

Sans m’arrêter.. »

Sono arrivata a dicembre ormai, quasi alla fine del mio Erasmus.

Il blocus, o meglio la sessione intensiva di esami, si avvicina, e anche Louvain La Neuve sta dando i suoi farewell parties.

Louvain La Neuve, è la cittadina più giovane del Belgio, fondata appunto negli anni Settanta per ospitare la sezione francofona dell’Università Cattolica di Lovanio, la fiamminga e quasi omonima Leuven.

Ma quello che Wikipelouvain 2dia non dice è che di giovane non ci solo le costruzioni tutte uguali in mattoncini rossi, che le danno quell’aria un po’ finta da parco a tema. Dei circa 45 mila abitanti infatti, 15 mila sono solo studenti fuorisede, rendendo questo piccolissimo agglomerato urbano uno strano ibrido tra un campus universitario ed una pittoresca cittadina della Vallonia.

E’ facile immaginare quindi, come la vita studentesca non finisca dopo una estenuante giornata di studio, ma ti proponga una festa ogni sera della settimana, spesso e volentieri nel tuo stesso Kot.
Kot è il termine belga per indicare gli appartamenti universitari, ma la particolarità di Louvain La Neuve sono i Kot-à-Projet. Gli studenti che vi risiedono portano avanti attività culturali, sociali o di sensibilizzazione su particolari tematiche, andando ad esempio dal Kot di Amnesty International al Kap Vert per lo sviluppo sostenibile, passando anche per quelli meno impegnati, come il Kot Erasmus.

 

Fino al giovedì ogni sera è una festa, che sia qualcosa di un po’ alternativo in un Kap, oppure una soirée alla CASA, discoteca storica – per quanto di storia si possa parlare – accessibile con l’outfit raccomandato di felpa e sneakers, le ragioni alla vostra immaginazione.

Dal venerdì, con il rientro a casa di chi non abita troppo distante, Louvain La Neuve è degli studenti internazionali, che prendono il loro GOPASS10 – speciale carnet di dieci viaggi – e partono verso qualche meta a riempirsi gli occhi.
Bruxelles, Bruges, Gent, Anversa.. angoli diversi del Paese, uniti dal medesimo fil rouge di quel Gotico reinterpretato in chiave fiamminga. Ed il Belgio non è il cœur de l’Europe solo istituzionalmente parlando: uno dei valori aggiunti al mio Erasmus è stata appunto la possibilità di visitare l’Olanda e la Svezia.

Dulcis in fundo, i mercatini di Natale, allestiti con delle carinissime casette di legno dal tetto ‘imbiancato’ a spioventi, perfino nella Gran(piccola) Place di Louvain La Neuve. Dalle decorazioni ai dolci, dal vin chaud alla birra artigianale, passando per una banda di ‘babbinatali’ che suona in pieno pomeriggio sotto la tua finestra della biblioteca. Un’atmosfera magica che non si estingue all’orario di chiusura, ma ti insegue nelle strade illuminate, con un augurio di Joyeux Noel.

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So già che mi mancherà.

Che Roma sarà così grande e dispersiva, senza quel perenne tappeto ambrato di foglie davanti al mio kot, e la pioggerella sottile, che non la senti ma ti bagna.
Le vetrine delle cioccolaterie quando vuoi stare a dieta, l’odore delle frites che si mescola a quello delle gaufre del negozietto all’angolo, piccola soddisfazione che ti concedi ‘perchè oggi hai studiato tanto’.
Mi mancherà come gli speculoos nel latte la mattina, quel sapore che prima non conoscevi ed al quale non sapresti proprio più rinunciare.

« ..On fête toute l’année

Parfois on pleure en juin

Mais non jamais, jamais je ne t’oublierai »

 di Federica Maghella