#Katsomerta-Episodio 2: il cibo

Cibo. Posto di produzione: temiamo Cernobyl.

Ahhh la Finlandia, terra di civiltà

Ahhh la Finlandia, terra dei 5000 laghi

Ahhh la Finlandia, terra del relax

Ahhh la Finlandia, terra delle bionde (ma tante tante tante e belle belle belle)

Ahhh la Finlandia terra del buon cib… ok,questa è una vaccata.

Sono qui Jyväskylä da circa due mesi ormai e si, mi mancano da morire i ristoranti italiani, quelli veri.

In effetti avevo idea che qui sarebbe stata dura in tal senso, e certo non pretendevo di mangiare meglio che in Italia, ma qui si esagera.

I biondi infatti hanno un terribile rapporto con la loro cucina, evidentemente non piace neanche a loro, e quindi la propongono il meno possibile. Esemplificazione di questo concetto è la mensa dell’università, che però è aperta anche agli esterni, per cui non è raro trovare madri con bambini o lavoratori che fanno la fila con studenti 20 anni più giovani e palesemente più arzilli. Il menù del Ravintola (ristorante in biondo, ovvero in finnico) non prevede mai piatti finlandesi ma solo piatti internazionali. Ad essere saccheggiate sono per lo più ricette Italiane, Francesi e Tedesche. E qui andrebbe tutto bene, se non fosse che le ricette non sono proprio le originali …

In particolare, i biondi devono ancora capire cosa si può fare e cosa non si può fare con la Pasta.

In due mesi ho assistito a:

  • Pasta e Carote (senza né panna né burro)
  • Pasta e insalata
  • Pasta uovo sodo e bacon (si, l’hanno definita carbonara)
  • Pasta and Bolony che sarebbe la mortazza, la mortadella insomma
  • Pasta peperoni ed ananas

Si perché l’ananas, nonostante si rifiuti categoricamente di crescere in questo grande paese, (8 gradi di media nelle ultime due settimane di settembre) è considerato fondamentale, tanto che nei supermercati trovate 1000 marche diverse del frutto sudamericano. Nel reparto panetteria, in particolare, non può mancare la pizza con l’ananas (e quando vogliamo esagerare ci mettiamo anche il gorgonzola).

Inutile che vi dica quanto sia stata atroce la mia opposizione a questo scempio, tanto da meritarmi l’appellativo di Nazi (dato dai tedeschi, per giunta) per la mia mancanza di apertura mentale di fronte alle interpretazioni gastronomiche finlandesi del cibo tricolore.

“Scusa, ma perché non provi la pizza all’ananas, è così buona!!!!”

“Scusa, ho un’etica”.

Segue silenzio che rimbomba di odio per il genere umano.

Tra gli altri colpi che hanno vi è la disabitudine all’acqua frizzante, tanto che se la chiedi al tavolo di un ristorante te la fanno pagare come fosse un Dom Perignon millesimato, te la stappano di fronte a te, ti chiedono se conosci la marca, che è sempre solo e soltanto San Pellegrino e infine te la versano in un bicchiere che contiene rigorosamente o una fetta da arancia o di pompelmo. Quando ho obiettato che il pompelmo con la pizza non si sposa, la risposta è stata: “che c’entra quello che bevi con quello che mangi???”.

In quel momento penso che Bottura, Barbieri, Beck abbiano avuto una fitta al cuore.

Il colpo di grazia rimane: “Guarda ho preso del vino italiano solo per te, l’ho bevuto tante volte è veramente troppo buono!!!”

Già la lingua si era preparata ad assaporare un buon Chianti, anche novello, del sangiovese, ma anche solo del lambrusco fino a che … vedo del tetrapack, e già capisco ma voglio essere sicuro… scorgo la scritta “Tavernello”.

Avessi una spada farei Harakiri, fortuna mi manca e trovo la forza per chiedere “Quanto l’hai pagato quell’affare lì?” “6 euro “Ah. Non te l’ho detto che sono astemio?”

“Davvero ??? buon per me, ho più vino !!!”

“Ma che ce frega ma che ce importa se l’oste ar vino c’ha messo l’acqua… Ha fatto bene…”