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Philip Roth, lui che è stato il Saul Bellow del XXI secolo, definì Mose. E. Herzog (il misterioso Herzog: per cosa sta la E puntata? Nel libro questo piccolo mistero è svelato) il Leopold Bloom della letteratura americana. In questo modo, la linea è tracciata. Tra diciannovesimo, ventesimo e ventunesimo secolo. Ed i punti focali di questa ideale linea del tempo sono tre stelle luminose: Joyce-Bellow-Roth: la costellazione della penna.

Ad ogni modo, Mose E. Herzog sembra oggi anche un individuo del nostro tempo capitato nella seconda metà del 900’.
Se è abbastanza normale che i grandi classici siano sempre attuali, in questo caso siamo oltre, si tratta di vera e propria magia.
Anche Herzog, come noi, è ossessionato dall’esprimere le proprie colte opinioni di letterato sui temi più disparatI ed aventi come destinatari persone della sua cerchia come personaggi storici, vivI o morti che siano.

Solo non sui social, come noi, ma su lettere che non saranno mai spedite, scritte appoggiandosi sulla superficie rigida di una valigia sulle ginocchia (a guisa di PC) nel suo confuso girovagare tra New York, Chiacago, Ludeyville. Si tratta, infatti, pur sempre del Leopold Bloom della lettura americana. Lo stesso Bloom è a sua volta l’Ulisse della letteratura irlandese.

Il Viaggio, quindi, inevitabilmente è un tema centrale.

Ma Herzog è al tempo stesso Odisseo e Telemaco, padre alla ricerca dei figli -Marco e June- e figlio alla ricerca del padre -e della madre- ormai morti da tempo ma più vivi che mai.Ed anche, fatalmente, marito di due matrimoni falliti, con Molly e con Madeleine, le due facce di Arianna, che con una mano tesse la tela e con l’altra la disfa.Con Madeleine Mose si era rifugiato nella campagna di Ludeyville, investendo tutti i soldi dell’eredità paterna.
Qui egli avrebbe dovuto trovare la forza per scrivere il secondo capitolo del saggio che gli aveva dato la notorietà.Quel primo libro si intitolava “Cristianesimo e Romanticismo”. Herzog ebreo, Herzog tentato dal cristianesimo -a tal punto dall’essere attratto da Madeleine in quanto ebrea convertita? Suo padre credeva di sì.
Proprio Ludeyville si trasforma però da terra promessa ad inferno.

La fine del matrimonio con Madeleine, la partenza a New York e, da qui, l’inizio di quella delirante parentesi di grafomania dove le lettere non sono solo il pretesto per riepilogare i fatti e pensieri di una vita, ma il senso stesso di tutto.La vita diviene così solo un pretesto per scrivere lettere (o stati su facebook?).
Proprio in questa fase delirate che costituisce il presente di una narrazione ricca di Flashback, Herzog conosce Ramona, forse finalmente la donna perfetta per lui, ma non in quel momento, non in una New York che pare la proiezione della mente caotica dello stesso Herzog.
Dopo enormi sofferenze, il protagonista ritorna nella vecchia casa di Ludeyville.
Inaspettatamente, la ritrova ricca e preziosa. Anche se il viaggio nel deserto l’ha provato nella mente e nel corpo, anche se non lo dice esplicitamente a voce alta (non osa) quella è la terra promessa.

Prima semplicemente non la riconosceva, adesso sì.
E’ qui, come la sua stessa anima aveva in qualche modo previsto e come ad un certo punto sembrava impossibile, che Herzog scriverà la continuazione di Cristianesimo e Romanticismo. Qui, non altrove.
La profezia è infine avverata, segno che il difficile non sta tanto nell’arrivare all’oracolo, ma nel credere fino in fondo al responso. E’ il mistero della fede.

Ramona alla fine lo raggiunge. D’altra parte, si tratta dell’unico luogo in cui un amore idealmente perfetto sarebbe stato concretamente possibile. La stessa Ludeyville dalla quale era partito con il cuore spezzato. L’amore, questa forza che ci spinge a partire e a ritornare. Come Ulisse, come Bloom. Come Herzog, uomo d’ogni tempo.

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Caporedattore attualità A.A. 2018/19