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È domenica 4 dicembre 2016, quando Edgar M. Welch, 28 anni, entra nella pizzeria di Washington D.C. Comet Ping Pong e spara un colpo di fucile prima che un dipendente riesca ad avvertire la polizia. Ma, sebbene all’apparenza possa sembrare una delle tante sparatorie che avvengono quotidianamente negli USA, in realtà nasconde dietro di sé motivazioni politiche e cospiratorie. Facciamo un passo indietro.

Nella primavera del 2016 la campagna elettorale per le presidenziali americane sta entrando nel vivo. Le situazioni che si trovano ad affrontare i due partiti rivali, però, sono profondamente differenti: se, da una parte Donald Trump avanza alle primarie repubblicane, Hillary Clinton è in un momento difficile. A sinistra ha sofferto la concorrenza di un avversario dal successo inatteso, Bernie Sanders, mentre a destra è presa di mira per il suo operato durante la segreteria di Stato dell’amministrazione Obama: è infatti accusata di aver violato le leggi federali usando il suo indirizzo e-mail privato per comunicazioni altamente riservate.

L’attenzione per la corrispondenza del candidato dem è già molto elevata quando, il 15 giugno, un hacker che si firma “Guccifer 2.0” pubblica sul sito DCleaks oltre 19mila mail di esponenti di spicco e alti funzionari del Partito democratico in cui si intuisce che il gruppo dirigente, temendo una svolta troppo a sinistra, ha cercato di sabotare la campagna di Sanders.

Lo scandalo più grande, però, vedrà la sua nascita il 22 luglio: mentre a Philadelphia la convention del partito nomina Clinton candidata alla presidenza, anche WikiLeaks pubblica le 19mila mail, aggiungendone però molte altre che, nei mesi successivi, raggiungeranno quota centomila, oltre a migliaia di file allegati.

Tra questi, l’organizzazione di Julian Assange diffonde anche le mail di John Potesta, capo del comitato elettorale di Clinton, la cui mail era stata leakata nel marzo dello stesso anno da un hacker firmato “Fancy Bear”.

In alcune di queste mail si faceva riferimento a raccolte fondi organizzate al Comet Ping Pong e si elogiava la pizza del locale che avevano mangiato al compleanno dello stesso Potesta.

Proprio dalla pubblicazione di questa corrispondenza nascerà, sul forum 4Chan e sulla piattaforma Reddit, una teoria del complotto incentrata su una rete di rapimenti, molestie e violenza su minori.

Secondo questa teoria, infatti, i coniugi Clinton, insieme agli esponenti di punta del Partito democratico, gestirebbero, nello scantinato del Comet Ping Pong (locale che, per inciso, non ha neanche uno scantinato), un business di commercio di minori e parteciperebbero regolarmente a rituali esoterico-satanici, durante i quali verrebbero schiavizzati bambini per fini sessuali. Dove Potesta e i suoi contatti parlavano di cibo e cene, si crede che in realtà stessero pianificando incontri pedofili.

Gli utenti hanno sviluppato un vero e proprio linguaggio in codice, usato secondo loro, per comunicare le loro preferenze: “cheese pizza” per i sostenitori della teoria significa “child prostitution”, “pizza” sta per bambina, “hot dog” per bambino. La pizzeria non è stata scelta a caso. James Alefantis, proprietario del locale, è infatti un personaggio noto a Washington, un uomo gay che ha fatto della sua pizzeria “un rifugio per famiglie giovani così come persone eccentriche, queer, outsider e per la loro arte”. In più, aveva avuto una frequentazione con l’attivista democratico David Brock, con il quale aveva fondato il Super PAC “Correct the Record” per la lotta contro il trolling.

A favore di questa teoria si schierano tutti gli esponenti di quel movimento sub-culturale nato in siti web come, appunto, 4Chan, Reddit e Twitter, noto con il nome di alt-right. Abbreviazione di alternative right, è un movimento politico non strutturato e non coeso, che non dispone di un’organizzazione centrale o di un’ideologia precisa, ma si fonda sul nazionalismo bianco e promuove ideali razzisti e neonazisti legati alla supremazia bianca.

Durante le presidenziali del 2016, l’alt-right si è schierato apertamente a favore di Trump dopo che, nell’agosto dello stesso anno, il Tycoon ha annunciato Steve Bannon, importante esponente del movimento, quale direttore esecutivo della sua campagna elettorale: questa scelta dimostra la sua volontaria adesione all’ideologia razzista dell’alternative right, che rielabora e diffonde attraverso i nuovi mezzi di comunicazione le vecchie proposte (deportare in massa gli immigrati, erigere barriere fisiche ed economiche in difesa della nazione) e ossessioni (il globalismo, il multiculturalismo, il femminismo, l’omosessualità, l’estensione dei diritti civili, il controllo delle armi) della destra reazionaria .

Il primo seme del Pizzagate risale al 2 luglio 2016 e lo troviamo su un account anonimo, chiamato “FBIAnon”, che afferma di essere un “analista e stratega di alto livello” per l’ufficio di presidenza e si dice pronto a rispondere a qualsiasi domanda degli utenti sul forum “Ask Me Anything” di 4Chan. I segreti di FBIAnon riguardano l’inchiesta del Dipartimento di Giustizia sulla Fondazione Clinton: “Bill e Hillary adorano così tanto i donatori stranieri. Vengono pagati in bambini e denaro”, ha rivelato. Su Reddit, invece, un utente dichiara di aver pubblicato un documento di prova sul caso, in cui si legge:

“Tutti coloro che sono associati all’attività stanno facendo inferenze semi-palesi, semi-ironiche e semi-sarcastiche verso il sesso con i minori. Gli artisti che lavorano per e con l’azienda non generano altro che immagini di culto di sangue, decapitazioni, sesso e, naturalmente, pizza”.

Il primo post, invece, su Facebook che fa esplicito riferimento alla teoria viene pubblicato il 26 ottobre 2016 da un utente di nome Carmen Katz:

“Le email CONTENGONO DETTAGLI dei viaggi di Weiner, Bill e Hillary nell’aereo privato del loro amico pedofilo e miliardario, il Lolita Express. […] Parliamo di un giro internazionale di schiavi sessuali e prostituzione. Yup, lo sanno tutti che Hillary preferisce le ragazzine […] Stiamo parlando di ragazzini schiavizzati e costretti alla prostituzione”.

Diverse pagine Facebook e testate cospirazioniste come “The New Nationalist” e “The Vigilant Citizen” cominciano a diffondere articoli sul Comet Ping Pong. Per avvalorare l’ipotesi della pedofilia e dare un volto alle presunte vittime, alcuni di questi articoli utilizzavano foto di figli dello staff e dei clienti della pizzeria, prelevate a loro insaputa dai loro profili sui social media.

La notizia arriva al grande pubblico grazie ad Alex Jones che, sul suo “Infowars”, uno dei più famosi siti complottisti e di destra americani con 7,7 milioni di visitatori al mese, tratta in diversi articoli della teoria.

Dopo la trasmissione del 2 novembre 2016 di InfoWars, in cui è ospite Douglas Hagmann, investigatore privato indipendente che rivela alcuni collegamenti tra Hillary Clinton ed il Pizzagate, il caso è esploso: Google Trends misura l’interesse per gli argomenti tra 1,17 miliardi di utenti del suo motore di ricerca su una scala 0-100 ed il 2 novembre le ricerche “Hillary” e “pedophile” segnano 100.

Due giorni dopo l’apparizione di Hagmann su InfoWars, Erik Prince, il fratello del segretario all’istruzione di Trump, conferma che la terribile voce è vera in un’intervista su “Breitbart”, un altro sito di notizie di estrema destra. Nell’intervista afferma:

“Hanno trovato molte altre informazioni criminali davvero dannose, […] incluso il fatto che Hillary sia andata su questa isola sessuale con il pedofilo condannato Jeffrey Epstein. Bill Clinton ci è andato più di 20 volte. Hillary Clinton è andato lì almeno sei volte”.

L’intervista è ripresa anche da Jones su “InfoWars”, nella cui diretta esclama:

“Quando penso a tutti i bambini che Hillary Clinton ha ucciso e torturato e violentato personalmente… sì, mi hai sentito bene. Hillary Clinton ha ucciso personalmente dei bambini”.

Il video di Jones è stato visto su YouTube più di 427.000 volte. L’intervista di Prince è stata condivisa altre 81.000 volte. Su Twitter, i numeri aumentavano esponenzialmente, 300% in più in soli sei giorni. Indagini successive, però, hanno ricondotto la nascita e la crescita della teoria allo stesso Partito repubblicano e, più precisamente, al presidente americano Donald Trump.

Come sostiene il Daily Best, infatti, dietro l’account “Guccifer 2.0”, che ha hackerato la corrispondenza di Hillary Clinton, si nasconde un ufficiale del GRU, il servizio segreto militare russo; allo stesso modo, l’account “Fancy Bear”, responsabile del leak delle mail di Potesta, è gestito da un gruppo di spionaggio informatico russo, già responsabile di attacchi informatici al parlamento tedesco, alla stazione televisiva francese TV5Monde, alla Casa Bianca, alla NATO e a numerosi giornalisti internazionali che screditavano il Cremlino. Così, se da un lato Guccifer è in costante contatto con Roger Stone, uno dei consiglieri di Donald Trump, dall’altro consegna le 19mila mail a Julian Assange.

Il triangolo si chiude quando Stone, come testimonia alla Commissione Intelligence della Camera, rivela di aver comunicato più volte, anche direttamente, con WikiLeaks. The Atlantic riporta, inoltre, che l’organizzazione di Julian Assange era in contatto con lo stesso Donald Trump Jr., figlio del presidente, al quale ha segnalato la diffusione delle mail: la corrispondenza segreta tra Donald Jr. e WikiLeaks sarebbe andata avanti addirittura fino a luglio del 2017, della quale erano a conoscenza Bannon, l’advisor Kellyanne Conway e Hope Hicks, allora nello staff di comunicazione della campagna di Trump e attuale direttore della Comunicazione alla Casa Bianca.

Infine, indagini successive scoprirono come dietro a “Eagle Wings” e “DavidGoldbergNY”, tra i più popolari utenti che hanno ripostato fake news sul Pizzagate, e altri 2.752 account Twitter ci fosse una rete di bot collegati a “Internet Research Agency”, un’agenzia di disinformazione gestita dal Cremlino: account altamente automatizzati, che twittavano sul Pizzagate fino a 900 volte al giorno, lasciando le false informazioni su chat board anonime, sperando che le persone vere lo raccogliessero e aggiungessero un “tocco umano” agli atti di manipolazione digitale. Tra questi bot, “Pamela_Moore13”, i cui post sono stati retwittati anche da Donald Trump Jr. e Roger Stone, insieme ai volti più potenti della politica americana repubblicana.

Ma perché proprio questa fake news ha fatto così presa ed è cresciuta tanto da diventare uno dei più importanti complotti della storia, dilagando in tutto il mondo? La sua potenza, infatti, sta nel tema, o meglio nei soggetti protagonisti. Ma questa è un’altra storia, che vi racconterò (qui).

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contributor

Caporedattrice Cogitanda 20/21 e 21/22 Responsabile editoriale 21/22