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“Madres paralelas” è un film che coglie nel segno. Sotto tutti i punti di vista. 

È un film che parla della memoria, tema da sempre caro ad Almodovar. Intesa sia come “ritorno del passato” (tema già visto in “Volver”), che come ricerca delle proprie origini (come in “Dolor Y gloria” e in “Tutto su mia madre”).

Ma, per la prima volta, si interessa anche di memoria collettiva, memoria storica del suo Paese, della Spagna. E la politica è un aspetto inedito nella filmografia del regista, che critica duramente il franchismo e tratta da vicino il tema dei “desaparecidos” di quel periodo.

Le tematiche sono variegate. La nascita (fotografata dai dolcissimi primi piani delle neonate), la maternità, l’orgoglio femminile, l’amore saffico. Le figure maschili sono – almodovarianamente – marginali o del tutto assenti. E infine il destino, che a volte sa essere crudele, altre generoso, pur rimanendo sempre inesplicabile.

Entreremo inevitabilmente nel vivo di questa delicata, toccante storia, quella delle due “madri parallele”, anche grazie all’interpretazione di una magnifica e struggente Penelope Cruz.

E comprenderemo infine l’importanza della verità (spesso dura da accettare) e della memoria – che ci impedirà di commettere gli stessi errori del passato – nella storia individuale come in quella collettiva, poiché entrambe rimangono, pur sempre, storie “umane”. E, come ci insegna l’intenso epilogo del film, nessuna storia può rimanere per sempre in silenzio.

Perché “la storia umana, si rifiuta di tacere”.

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Caporedattore Cult Web per l’A.A. 2017/18 Vicedirettore responsabile Web 2019/20 Direttore per l’A.A. 2020/21