Paul Thomas Anderson – senza dubbio uno dei migliori registi della sua generazione – scrive e dirige un film spigliato, divertente, emozionante. Splendido.
“Licorice Pizza” è innanzitutto un racconto generazionale e di formazione, che parla di quel periodo burrascoso che è l’adolescenza, tra intrighi sentimentali e sfibranti gelosie, tra grandi ambizioni e sogni nel cassetto. Anderson affida questa delicata opera a due esordienti: Cooper Hoffman (figlio del compianto Philip Seymour Hoffman, attore preferito del regista) e Alana Haim (sorella minore di Este e Danielle Haim), perfetti nel restituirci tutti i turbamenti, ma anche l’intraprendenza, dei giovani americani degli anni ‘70.
La storia si dirama in molteplici sotto-trame, pur mantenendo come filo conduttore il rapporto, ambiguo ma genuino, tra i due protagonisti. E la pellicola si impreziosisce grazie ai dialoghi incalzanti, ai personaggi macchiettati che fanno da contorno alla vicenda (su tutti quelli interpretati da Bradley Cooper e Sean Penn) e soprattutto ad una regia straordinaria, che alterna con maestria i piano-sequenza e i primi piani, per rendere lo spettatore sempre più partecipe della narrazione. Senza dimenticare una colonna sonora coinvolgente, che passa da “Life on Mars?” di David Bowie a Paul McCartney e i Doors.
E ci ricorderemo, alla fine, tutte le corse dei protagonisti, irrazionali e senza meta, come la gioventù, che a un certo punto è destinata a finire.
Ma non finiranno mai i sogni, le speranze e l’entusiasmo, che questo film riesce – perfettamente – a farci (ri)vivere.
