La leggenda di Azzurrina nasce dal mistero che avvolge una storia vera, tipica dell’Emilia-Romagna.
Tra le specialità gastronomiche e suggestive località balneari si erge il castello di Montebello, che domina con i suoi 436 metri le pianure circostanti, gettando ombre con i misteri che lo riguardano. Da anni, infatti, numerosi studiosi e curiosi si sono avventurati per le stanze del castello alla ricerca del fantasma che abita questo luogo.
La protagonista di questa leggenda sarebbe la figlia di 5 anni dei Malatesta, Guendalina, che viveva fra le mura del castello senza poter mai uscire. La bambina, essendo albina, doveva essere protetta dalle credenze e malelingue che l’avrebbero ritenuta una strega per via dei suoi capelli bianchi. Per evitare che andasse incontro alla fine di tutte le donne che venivano ritenute tali, le fu vietato di uscire dal castello, venendo costantemente sorvegliata da due guardie. I suoi capelli venivano spesso coperti con delle tinture naturali che le donavano delle sfumature azzurre. Da qui il soprannome di Azzurrina.
Uno dei primi giorni del solstizio d’estate, mentre fuori un temporale si riversava sulla città e il padre di Guendalina era impegnato in una battaglia, la piccola giocava in casa con una palla di stracci, controllata dalle due guardie. Ad un tratto però la palla le scivolò dalle mani e lei iniziò a rincorrerla per riprenderla. Seguendo la palla, che andò giù nei sotterranei contenenti le riserve di cibo, la bambina scese le scale.
Le guardie, tranquille del fatto che i sotterranei non fossero collegati ad altre stanze e che dunque la bambina non potesse raggiungere nessun posto del castello, la lasciarono andare senza seguirla. Quando ad un certo i due sentirono un urlo provenire da quella direzione, accorsero a controllare che la bambina stesse bene, ma non trovarono nessuno.
Quando il padre tornò dalla battaglia e venne a conoscenza della notizia, fece partire le ricerche per trovare la bambina, che però sembrava essere sparita nel nulla. Da allora si narra che il fantasma della piccola si aggiri per il castello, giocando con la sua palla nelle varie stanze.
La leggenda è stata tramandata fino ai giorni nostri ed ha attratto numerosi esperti che hanno iniziato a fare sopralluoghi e ricerche all’interno del castello per raccogliere più prove possibili che dimostrassero l’esistenza del fantasma della bambina.
Nel 2005, una medium che era frequente visitare il castello facendo delle sedute spiritiche in modo tale da poter mettersi in contatto con il fantasma della bambina, raccontò di essere stata in grado di comunicare con questa e di essere riuscita a chiederle come effettivamente fosse andata la vicenda, dato che gli unici testimoni, ossia le due guardie, erano stati condannati a morte poco dopo la sua scomparsa. Azzurrina avrebbe dunque riferito di essere caduta per le scale mentre inseguiva la palla e di aver battuto la testa talmente forte da essere morta sul colpo. Le due guardie, una volta scese, rendendosi conto della loro negligenza, avrebbero dunque deciso di occultare il cadavere della piccola e seppellirlo nel giardino del castello.
Durante gli anni successivi a questa scoperta, diversi studiosi, in particolare, la troupe guidata da Daniele Gullà, hanno condotto diverse ricerche arrivando a registrare rumori alquanto inquietanti: urla, un battito cardiaco e una voce che ripete diverse volte la parola “mamma”. Numerose sono anche le dimostrazioni visive, come filmati e foto, che questi hanno condiviso. Sebbene queste prove possano portare a pensare all’effettiva esistenza del fantasma, il mistero che avvolge questa storia sembra affascinare di più della probabile verità, tanto da spingere molti ad essere increduli sulle dichiarazioni degli studiosi.