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Noi umani siamo esseri imperfetti ed estremamente complessi.

È vero, anche noi siamo animali come molti altri viventi, ma c’è un qualcosa che ci differenzia da tutti gli altri, un qualcosa che ci rende di gran lunga più evoluti e soprattutto molto più complicati rispetto alle altre specie. Non ci basta sfamarci e dissetarci per stare bene, non ci basta avere un posto sicuro dove poter dormire. I bisogni della razza umana sono molti di più e per accontentare noi stessi non bastano le necessità primarie. Per raggiungere la piena felicità e la massima autorealizzazione, l’uomo ha bisogno di soddisfare delle necessità specifiche.

Nel 1954 lo psicologo Abraham Maslow propose un modello motivazionale dello sviluppo umano basato su una serie di bisogni, disposti in una piramide che va letta dal basso verso l’alto. Maslow mise in evidenza che la soddisfazione dei bisogni più semplici ed elementari è necessaria per far emergere quelli di ordine superiore.

Alla base della piramide, troviamo i bisogni fisiologici, quelli che sono naturalmente indispensabili per noi, come mangiare, bere, dormire o respirare.

Nel secondo gradino della piramide sono presenti i cosiddetti “bisogni di sicurezza”, ovvero quelli che ci fanno sentire sicuri e stabili come avere un lavoro, una famiglia solida e godere di una buona salute fisica.

Possiamo notare dunque, che dei primi due gradini, ovvero della base della piramide, fanno parte i bisogni essenziali per la vita e senza i quali quelli dei gradini superiori non potrebbero svilupparsi.

Nel terzo gradino sono illustrati quelli d’appartenenza che includono amicizia, affetto familiare ed intimità sessuale. Ma perché mettere proprio questi tre elementi subito dopo i bisogni base? La risposta è che l’uomo è un animale sociale, ha bisogno del contatto, dell’affetto e del supporto delle persone che gli sono intorno. Nessuno sta bene da solo, anche se molti non riescono ad ammetterlo! Non è nella nostra natura apprezzare una solitudine prolungata…

Arrivando quasi al culmine della piramide, notiamo che i bisogni di stima (appartenenti al penultimo gradino) includono l’autostima e l’autocontrollo. Senza di essi non potremmo arrivare all’ultimo gradino, quello dell’autorealizzazione. La punta della piramide è la creatività, l’accettazione di noi stessi e l’assenza di pregiudizi. In poche parole, lo stare bene con se stessi. La verità, è che passiamo tutta la nostra vita alla ricerca della felicità e non sempre riusciamo a giungere all’apice della contentezza. Maslow ci è molto utile in questo, ci porta a riflettere: se non riesco ad arrivare così in alto, sarà forse perché alla base mi manca qualcosa? La risposta è certamente “Sì”.

Questo può essere un promemoria per non scordarci che non va trascurato o tralasciato nessun aspetto della nostra vita, da quello che ci sembra più banale fino a quelli che noi consideriamo importanti. Se i primi due gradini di bisogni sono fissi per tutti, negli ultimi tre invece alcuni di essi possono saltare e spostarsi a quelli superiori o inferiori. Questo perché non tutti abbiamo la stessa psiche o lo stesso carattere. Perciò, invece di aspettare che la felicità e la soddisfazione vengano verso di noi, cominciamo noi a costruire gradino per gradino il corso della nostra vita e, senza aver paura di scalare la piramide con le unghie e con i denti, andiamo a conquistare la vetta dell’autorealizzazione per poi dire “sei statx bravx!”.

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