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<<Di Giorno la gran tela tesseva e la sfaceva di notte con le fiaccole accanto>>.

Tale citazione dell’Odissea, rappresenta la metafora dell’immobilità dell’Italia, ad oggi un Paese diviso dalle conseguenze economiche della Pandemia da Covid-19. Un volto e un’anima a questa patria sembra paventarsi dopo l’esperienza del Covid-19, ma che ha sempre trovato difficoltà a manifestarsi per ragioni storiche e sociali.

L’elogio della classe come alchimia è sicuramente un punto che costantemente accompagna lo studente da piccolissimo fino al Lifelong learning da adulto. La filmografia italiana è ricca di ex compagni di classe che si rincontrano cambiati, cresciuti e nella maggior parte dei casi peggiorati fisicamente rispetto all’età in cui in un’aula, in un posto in Italia, hanno trascorso del tempo insieme con un docente che cercava di trasmettere la sua passione per la materia di turno.

La classe è qualcosa che rappresenta un po’ la vita è un microcosmo con giochi di ruolo che rappresenta un “demo” di quello sarà la vita fuori da quel luogo sicuro e protetto. Di solito si viene etichettati dai compagni in base alla propria personalità, pregi e difetti che emergono in quel tanto tempo passato gomito a gomito che anche da adulti ci aiuta a crescere in un perfezionamento continuo di noi stessi.

Siamo imperfetti e tendiamo a migliorare prendendo ad esempio delle persone che hanno avuto successo è proprio questo che ci rende unici, poi attraverso tale passaggio si diventa se stessi anche se magari abbiamo più o meno successo delle persone prese ad esempio, ma il fine è trovare un equilibrio che ci fa stare bene e felici perché la vita è una e bisogna “spenderla” bene.

La didattica a distanza ha trasformato questa alchimia, quasi magica, in dei quadratini in uno schermo, inevitabile, per cause di forza maggiore e per la salute di tutti. Il passato non tornerà ormai ci siamo abituati e la modalità mista sarà il futuro, le classi saranno sempre più tecnologiche, ma i rapporti più forti e più forte sarà il senso di appartenenza, in quanto, è vero che questi strumenti che già esistevano e che venivano scarsamente considerati non possono rappresentare il futuro dell’istruzione in termini di rapporti umani, ma sicuramente accorciano le distanze e azzerano i costi con dei vantaggi notevoli in termini anche di concentrazione perché non ci sono distrazioni.

A fronte di tali considerazioni non è pensabile crescere senza confrontarsi con altri esseri umani in quella che è una palestra di vita, sarebbe fantascientifico che il futuro dell’istruzione sia un essere umano che dalle elementari viene formato davanti ad computer, però aiuterà specialmente un’utenza educativa adulta a continuare a maturare competenze a fronte di rapporti solidi già consolidati in classi con altre persone.

(Photo by Annette Riedl/picture alliance via Getty Images)

Speriamo di stare insieme in tante classi nei momenti formativi e poter usufruire per mera comodità dello strumento tecnologico, perché l’uomo è un “essere sociale” e senza i suoi simili non sa stare e non si cresce umanamente da soli ma con il confronto con i compagni, in una classe si diventa un “gruppo funzionante” con dei ruoli dal più bravo al più bello al più simpatico, insomma amori, amicizie simpatie e antipatie che aiutano a crescere a “diventare grandi”.

La classe, in quanto, “aggregato sociale” contribuisce a far sviluppare la personalità umana dello studente fin da piccolissimo all’età adulta, perché non si finisce mai di imparare e di formarsi e per non smettere di camminare nel sentiero della conoscenza bisogna divertirsi, questa nozione è il perno della lifelong learning. Divertirsi imparando è il primo passo per studiare tutta la vita, il mio oggetto di studio da grande è sempre stato il diritto che è un Mondo fantastico, magico, dove le parole pesano come macigni, in quanto, assumo un valore enorme e si impara a dosarle e la “forza del meno”.

Complicare è facile basta aggiungere, semplificare è difficile necessita levare e far in modo che rimanga il senso semplice e profondo di quello che si vuole comunicare, lo si impara crescendo e non si smette mai di migliorarsi tramite il confronto con altre persone in presenza, in quella alchimia chiamata classe.

Una riflessione per concludere, la mancanza di trasposizione della rappresentanza sociale a livello politico ha creato una mancanza di identità nazionale e disallineamento tra decisori politici e rappresentati che andrà colmata, con l’occasione che si presenta ad oggi di poter modernizzare il Paese, svegliandoci dal sonno della ragione e generando buone leggi per una classe dirigente capace alla guida di un Paese moderno, all’interno di Europa più forte e solidale.

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