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L’Uomo che si eleva sopra la Natura?

L’Uomo, scritto addirittura con la maiuscola?

Questo egocentrismo mi dà la nausea.

Che poi preso da solo, un essere umano, salvo qualche eccezione, non crede certo di elevarsi sopra la natura.

Per esempio tu, che leggi questo testo, non credo che ti senta elevato al di sopra di proprio niente. E non lo dico in senso negativo, lo dico encomiando la tua tenera umiltà.

Eppure come insieme, sentendoci parte di qualcosa, guardando un cielo stellato di notte e contemplando l’immensità dell’Universo (questo sì, che merita la maiuscola), ecco invece che constatare quanto siamo insignificanti e piccoli in confronto a tutto il resto, quanto siamo stati fortunati a essere qua, per qualche rara combinazione di eventi, ed essere solo immensamente grati di poter vivere questa esistenza, ecco, noi non lo facciamo. 

Noi abbiamo bisogno di altro. Noi guardando il cielo dobbiamo sentirci speciali.

Superiori.

La specie “dominante”.

E non solo dominante il pianeta, dominante tutto. Perché chiaramente siamo qualcosa di unico.

È così patetico, e irritante aggiungerei.

Almeno per me, che tra gli altri della mia specie, voi umani, mi sono sempre sentita un po’ fuori posto. 

Come se quella che voi considerate la specie in alto nella immaginaria graduatoria delle specie, io la consideri al pari di una zanzara.
“La capacità di realizzare l’immaginario come unica vera arma dell’Uomo”

Lo pensate davvero? Che sia un’arma solo dell’uomo?

Sapete che esiste un tipo di pesce palla che per corteggiare la femmina crea enormi disegni sulla sabbia? Creano forme architettoniche con regolarità impressionante, fino a due metri di diametro. E lo fanno solo perché il disegno, bello, possa piacere alla loro lei. Non la considerate una forma d’arte?

Moltissimi uccelli dell’Amazzonia durante il corteggiamento ballano.
Danze con passi studiati, con il solo scopo di fare una danza fantastica, che impressioni la corteggiata. Si allenano ai loro balletti.
Creano i loro balletti. Sono tutti diversi fra loro.

E allora? Questa creatività come dono divino di sola proprietà degli esseri umani? Che presunzione.

Se non fossimo così concentrati ad ammirarci, le nostre menti collegate come neuroni del cervello di un enorme Narciso, che si ammira, si guarda, e si riguarda. La fine della storia la sappiamo tutti.
Se spostassimo le nostre menti su qualcos’altro, allora vedremmo quanto meravigliosa sia la natura che crediamo di guardare dall’alto. Ma che invece guardiamo dal basso di un abisso profondissimo.

Se nelle scuole smettessimo di chiedere ai ragazzi: “cosa rende l’uomo diverso da tutte le altre specie?” e smettessimo di allenare l’intelletto di ognuno di noi a considerarci così speciali.

Non siamo speciali, non siamo diversi dalle specie che guardiamo in maniera altezzosa.
Siamo parte di un’enorme macchina, un ingranaggio aggiunto da pochissimo, e totalmente sostituibile.

Anzi mi correggo, un ingranaggio difettoso.

Un ingranaggio che ogni giorno inizia a rotare credendo di avere il timone del mondo, ma che alla fine il mondo neanche lo guarda.
Che vuole comandare senza apprezzare, fermarsi a riflettere su quanto tutto ciò che lo circonda sia sensazionale.

E non importa andare in Amazzonia o negli abissi dell’oceano per assistere a uno spettacolo mozzafiato.

Tu che stai leggendo, respira. Rifletti a quanto questo semplice gesto ti mantenga in vita costantemente, e a quanto ti renda vulnerabile.
E guarda la prima pianta che riesci a trovare nel raggio visivo, ti auguro che ce ne sia più di una.
Ecco, tu sei attaccato a un respiratore e quel verde che hai davanti è ciò che ti permette di stare qua, a leggere il mio tema, a fare qualsiasi cosa tu abbia in mente.
Piccoli fragili umani, staccate il Narciso radicato nel vostro codice genetico.
Godetevi l’immensità di ciò che vi circonda, smettete di farvi domande autoreferenziali.

Da quel piccolo piedistallo dal quale non riuscite a scendere.
Continuate ad alzarlo, ogni giorno un po’ di più, e adesso è troppo alto, dietro l’altezzosità che mostrate si nasconde una forte sensazione di vertigini.

Buttatevi, sgretolate quel piedistallo e finalmente reinseritevi in quello che è un luogo meraviglioso, andate alla scoperta di questo meraviglioso Universo, di cui non conoscereste neanche l’uno percento dei segreti in mille vite.
Ma anche quella minima parte a cui mai avrete accesso, 

ve lo garantisco, 

sarà sensazionale.

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