La Sala delle Colonne di Viale Pola ha sempre un grande fascino, sarà per le cerimonie di laurea, sarà per lo stile barocco, sarà per le sontuose conferenze che si occupano di tutt’altro. Consueto saluto del direttore generale Giovanni Lo Storto, pronti, via!
Oggi si parla di generazione digitale, quella che in Italia ancora non si vede, quella che rappresenta il futuro del mondo intero. Maurizio Mensi, professore LUISS per diritto all’informazione e alla comunicazione, ospita in occasione del primo incontro del Festival della Diplomazia, il fior fiore degli esperti 2.0.: Elio Catania per Confindustria, Nicola Ciniero per IBM, Alessandro Fusacchia per il Ministero dell’Istruzione, il digital champion Riccardo Luna per Repubblica, Carmen Lasorella per la Rai, Cristiano Cannarsa per Sogei.
Tutti moderati dal direttore di Wired, Massimo Russo, non manca davvero nessuno sia per la politica, sia per i media che per il mondo delle imprese e questa è la fortuna di un dibattito ricco di spunti e interventi che non mancano di sarcasmo e invettiva. Viene citato pure McLuhan con “I pesci non conoscono l’acqua” per ricordare quanto l’Italia sia arretrata da questo punto di vista.
“La tecnologia è mezzo per altre agende politiche non un fine” ricorda Luna, “Il primo problema rimane il precariato, non l’uso del computer” ammonisce Fusacchia, “Non possiamo ignorare la rilevanza degli altri media” sostiene Carmen Lasorella nel suo intervento sui nuovi format televisivi. Tanti i campi coinvolti, tra le botte e le risposte un ritardo di almeno quaranta minuti nella timetable luissina. I temi sono tanti ma fondamentali da trattare.
In breve tuttavia il messaggio rivolto ai molti studenti presenti in sala è chiaro. “La tecnologia è il mondo dove ogni azione sociale sarà inglobata al fine del proprio successo, noi giovani abbiamo i più potenti mezzi di aggregazione. Dobbiamo saperli sfruttare dal momento che molte rivoluzioni vennero realizzare in assenza di questi.” Se da una parte era importante esordire così nel ciclo di incontri che animeranno la V edizione del Festival della Diplomazia, dall’altra è importante ricordare che questo può essere il momento più prolifico per innovare e migliorare, ma allo stesso tempo perdere tali occasioni potrebbe rivelare all’Italia il peggiore dei risvolti possibili. Un paese di analfabeti digitali in un mondo dove tutti volano a 2.0 accelerazioni al millesimo di secondo.