
E l’arco d’argento di Apollo mando’ un ronzio terribile. Prima assali’ le bestie, poi iniziò a colpire le schiere degli Achei.
Finché la figlia del sacerdote Crise non venne liberata, finché non fu compiuto il sacrificio di cento buoi in onore del Dio, le morti continuarono a succedersi nel campo delle navi.
La domanda è sempre quella, terribile anch’essa: chi siamo noi?
Noi siamo gli Achei. E le frecce che scoccano dall’arco d’argento sono il virus.
Tra i Paesi rispetto ai quali l’OMS ha segnalato la presenza di coronavirus negli allevamenti di visoni c’è anche l’Italia.
Sapevamo già che il virus e’ probabilmente il frutto avvelenato di un salto di specie, reso possibile a causa degli allevamenti intensivi di animali e di un generale depauperamento ambientale che, togliendo campo agli ecosistemi, rende più frequenti i pericolosi contatti tra uomini e animali selvatici.
La notizia di questi giorni è che 17 milioni di visoni, portatori di una variante del virus, sono già stati uccisi in Danimarca.

Come nell’Ecatombe omerica, nemmeno le pelli dei cadaveri potranno essere usate. I cadaveri dovranno essere bruciati, sacrificati al Dio.
Per fare in modo che questo sacrificio non sia vano, bisognerà però anche liberare la figlia di Crise.
Quando tutto questo sarà finito, non si potrà permettere la creazione di nuovi allevamenti intensivi.
Perché la Natura, come Criseide, dovrà necessariamente essere liberata.