Contatti

Viale Romania, 32 - 00196 Roma - Italy

Sentiti libero di contattarci!

La guerra in Ucraina è iniziata il mattino del 24 febbraio 2022. Le truppe russe hanno invaso il paese e da allora, nonostante i tentativi di negoziazione, la guerra non sembra intenzionata a fermarsi.

Oltre a tutti gli aspetti tragicamente connessi a questa vicenda (politici, economici e sociali) vi è un altro impatto di grandi dimensioni che ne è seguito e che, per ovvie ragioni legate all’importanza, è passato in secondo piano.

Stiamo parlando dell’effetto che ha avuto – e sta avendo – questa guerra sullo sport. Sono state prese decisioni molto forti riguardo singoli sportivi, squadre e federazioni. Ma entriamo nel dettaglio.

Il campionato mondiale di Formula 1, uno degli eventi più attesi ogni anno, è iniziato il 20 marzo scorso con il Gran Premio svoltosi in Bahrain che, con grande gioia dei tifosi rossi, si è concluso con una doppietta Ferrari. Tuttavia, tra il cambio di regolamenti e le innovazioni apportate dalle scuderie, vi è un’altra novità che non è passata inosservata. La scuderia Haas ha deciso, nonostante la comunicazione della FIA che non prevedeva l’esclusione di piloti russi, di risolvere il contratto con il giovane pilota Nikita Mazepin, alla guida della vettura nell’annata 2021 insieme al compagno Mick Schumacher. La decisione della Haas non si è fermata qui, infatti è stato rescisso anche il contratto con lo sponsor russo “Uralkali”, grande produttore ed esportatore di potassio, di proprietà del padre dello stesso Mazepin, considerato un oligarca vicino al governo russo e come tale sanzionato dall’UE. Persino il Gran Premio in programma a Sochi è stato cancellato.

Anche gli atleti paralimpici russi e bielorussi hanno visto la loro esclusione dai giochi al via il 4 marzo 2022. Come ha dichiarato il presidente del comitato paralimpico internazionale, Andrew Parsons, “Siamo fermamente convinti che sport e politica non debbano mescolarsi. Tuttavia, non per colpa vostra, la guerra è arrivata a questi giochi”.

Tanti altri eventi sono stati cancellati, come i Mondiali di pallavolo e i Mondiali Juniores di nuoto a Kazan.

Tuttavia, le esclusioni che hanno raggiunto una eco più grande sono state senz’altro quelle riguardanti il mondo del calcio. Questo perché non solo hanno riguardato squadre e atleti ma anche soggetti apicali nel mondo calcistico.

L’estromissione più grande è stata quella per la nazionale di calcio russa, la quale non ha potuto prendere parte agli spareggi per qualificarsi alla fase finale dei mondiali che si terranno in Qatar.

Non sono state risparmiate neanche le squadre di club: lo Spartak Mosca, qualificatosi agli ottavi di finale dell’Europa League, è stato estromesso, lasciando di fatto l’accesso ai quarti di finali agli avversari del Lipsia.

Anche il prestigio di ospitare la finale della competizione più importante per club, la celebre Champions League, è passato da San Pietroburgo a Parigi, in Francia, la quale tornerà ad ospitare una finale della massima competizione per la prima volta dal 2006.

Tuttavia, il caso non si è fermato soltanto alle squadre e alle competizioni ma ha riguardato anche alcuni uomini chiave del panorama calcistico. Il fatto più rilevante ha coinvolto il Chelsea e in particolare la persona di Roman Abramovich. Lo storico presidente della squadra inglese è stato squalificato dalla Premier League, questo dopo che il miliardario russo era già stato raggiunto da sanzioni personali da parte del governo britannico che ha congelato i suoi beni.

Come visto, anche il panorama sportivo risponde direttamente delle conseguenze create da conflitti armati i quali finiscono, come sempre, per coinvolgere anche persone innocenti ed estranee a tali vicende.

Share: