Oggi, 24 gennaio 2022, è la prima data indicata per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. Dopo sette anni termina il mandato di Sergio Mattarella, un presidente molto amato e stimato, che dal 2015 ad oggi si è sempre ben comportato, dimostrandosi in più di un’occasione un’icona per il nostro Paese. Arbitro e garante dell’ordine costituzionale, proprio come si era presentato alla seduta comune durante il suo primo discorso da Presidente. E’ questo il vero ruolo che un presidente della Repubblica deve incarnare: “un buon arbitro svolge bene il suo ruolo quando non si nota. E quando non si nota, vuol dire che i protagonisti stanno svolgendo alla perfezione il loro compito”. Solidarietà e fermezza. In difesa dell’Italia, sempre.
Nel 2018 ha affidato l’esecutivo a Giuseppe Conte, appoggiato da un’alleanza “giallo-blu” composta da M5S e Lega; nell’agosto 2019, a seguito della crisi di Governo, venne rinnovata la fiducia al Premier Conte, ma cambiando la maggioranza alle sue spalle, trattandosi stavolta di M5S e Partito Democratico. Pochi mesi dopo lo scoppio della pandemia da Covid-19 con il primo lockdown. Proprio in quei giorni venne scattata la fotografia più emblematica del Presidente uscente: nel pieno di quei giorni di chiusura, il 25 aprile, Sergio Mattarella scende la scale dell’Altare della Patria, per commemorare una delle date più importanti della nostra Storia recente. Non è passato nemmeno un anno da quando Mattarella conferì all’uscente presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi il ruolo di Capo dell’Esecutivo, il 13 febbraio 2021, dando luogo alla quarta nomina in sette anni di mandato.
Momento ricordato con il sorriso da numerosi italiani è poi l’esultanza durante la finale di Euro2020 a Wembley, dove ai più nostalgici ha ricordato il Presidente Sandro Pertini nel 1982 a Madrid. Il Presidente di tutti. Che tifa l’Italia anche durante le competizioni sportive. Degna di menzione la nomina della senatrice a vita Liliana Segre, nel 2018.

Si conclude il mandato di Sergio Mattarella. Proprio oggi si riunisce il Parlamento in seduta comune per votare il suo successore. Ma come funziona il voto?
Al Parlamento in seduta comune, composto da 315 senatori, 6 senatori a vita e 630 deputati, si aggiungeranno 58 delegati regionali, 3 per ogni Regione (eccezion fatta per la Valle d’Aosta che ne ha uno solo). Nei primi tre scrutini bisognerà avere la maggioranza dei tre quarti (673 voti) per essere eletti. Dal quarto il tetto si abbassa alla maggioranza assoluta dei votanti (505).
Sono quindi 1.009 i grandi elettori chiamati ad eleggere il Capo dello Stato. La regola per i primi tre scrutini è che deve raggiungere nei primi tre scrutini il quorum dei due terzi dei componenti dell’Assemblea, cioè 673 voti. Solo dopo, dal quarto scrutinio in poi, basterà raggiungere la maggioranza assoluta dei votanti, vale a dire 505 su 1.009, anche se attualmente il numero pieno si attesta a 1.007 componenti, essendoci due seggi vacanti, uno alla Camera e uno al Senato.

Curioso è il cd. “Dizionario del Quirinale”, un insieme di parole o vocaboli che sono stati coniati nei primi anni della repubblica proprio in sede di elezione per l’inquilino del Colle. Si pensi al “catafalco”, la cabina di legno e vellutato bordeaux in cui vota il grande elettore nell’aula di Montecitorio; la figura del “franco tiratore”, cioè colui che vota contro l’indicazione del suo partito e così tradisce il candidato ufficiale; “l’insalatiera”, viene chiamata ironicamente così l’urna di vimini che contiene le schede dei votanti; “candidato super partes”, una personalità che garantisce una grande maggioranza e non rappresenta un singolo partito; il “transatlantico”, cioè il corridoio di Montecitorio dove i Parlamentari si incontrano per raggiungere accordi.
In questo momento nessuno schieramento ha i numeri per eleggere in modo indipendente il Presidente, neanche quando il tetto si abbassa di voto si abbassa, al quarto scrutinio. Come spesso accade infatti, sono proprio i piccoli partiti o i gruppi indipendenti a giocare un ruolo centrale: proprio questi elettori che saranno l’ago della bilancia di queste elezioni. Dopo ogni scrutinio, il presidente Camera e del Senato leggono tutti i nominativi e proclamano di volta in volta il risultato. In caso di raggiungimento del quorum, ci si reca dal neo Presidente eletto e si comunica l’avvenuta proclamazione. Seguirà poi il giuramento e l’insediamento presso il Quirinale. Al termine del messaggio rivolto alle camere, si reca a rendere omaggio al milite ignoto. Solo dopo raggiungerà il Quirinale, a bordo della storica Lancia Flaminia, scortato dai Corazzieri a cavallo. Riceverà gli onori militari e infine entrerà nel palazzo dove potrà avvenire il passaggio di consegne con il predecessore, Sergio Mattarella.
Non ci resta che attendere e seguire con entusiasmo queste tredicesime elezioni per il nuovo Presidente della Repubblica, che sarà inquilino del Colle sino al 2029.
Questi i suoi predecessori:
Sergio Mattarella 2015-2022
Giorgio Napolitano 2006-2013; 2013-2015
Carlo Azeglio Ciampi 1999-2006
Oscar Luigi Scalfaro 1992-1999
Francesco Cossiga 1985-1992
Sandro Pertini 1978-1985
Giovanni Leone 1971-1978
Giuseppe Saragat 1964-1971
Antonio Segni 1962-1964
Giovanni Gronchi 1955-1962
Luigi Einaudi 1948-1955
Enrico De Nicola 1948
