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Marco Pauletti
Caporedattore Sport AA 18/19 e 19/20 Caporedattore L'inchiesta 21/22 Responsabile editoriale AA 20/21 Direttore 21/22
Ecco gli articoli di questo autore!
Cesare Prandelli: un addio nostalgico e dignitoso
“In questo momento della mia vita mi trovo in un assurdo disagio che non mi permette di essere ciò che sono. Ho intrapreso questa nuova
Un anno da (non) dimenticare
Non è facile vedere ciò che di positivo ci ha lasciato quest’anno. Soprattutto nel mondo dello sport, a livello globale, è ancora più difficile addirittura
Ritorna l’NBA 2020/2021
A poco più di due mesi dalla vittoria dei Lakers nella bolla di Orlando (4-2 contro i Miami Heat), ritorna il campionato di basket più
La madre di tutte le stragi
12 dicembre 1969. Ore 16:34. Un edificio di costruzione fascista in piazza Fontana, straordinariamente, prolunga il suo orario. Doveva chiudere alle 16:30. La sede della
Chi per lavoro, chi per passione
I lunghi ed estenuanti mesi di pandemia, hanno portato al nostro paese enormi sofferenze e gravi privazioni. E’ fuori questione che dal punto di vista
Sponsor e professionismo: un impegno reciproco
Sponsor: [dal latino «garante, padrino», derivato di spondēre «assumere un impegno»] “Azienda, società commerciale, ente o singola persona che sostiene finanziariamente un’atleta, una società o una manifestazione
Dopo le tre
Sulla tangenziale semideserta, dopo le tre, scorrono poche macchine. Imboccata la rampa, girando il volante con una mano, gli occhi socchiusi e le labbra bagnate,
LAKERS: NEL SEGNO DI KOBE
Pensare che le competizioni sportive siano l’unico luogo in cui l’uomo sia artefice della propria sorte, in cui sia proprio lui stesso a dare un
Tania Cagnotto: L’amarezza del legno
“Agonismo” s. m. [dal greco ἀγωνισμός «lotta»]: “particolare impegno di un atleta o di una squadra durante lo svolgimento di una gara, spirito combattivo”. Per un
Il Grande Torino è soltanto in trasferta
Se dovessimo descrivere quella squadra con tre parole, le più adatte sarebbero: italiani, invincibili, immortali. Italiani, perché dopo la sconfitta nella seconda guerra mondiale, era quello