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Il nuovo auditorium della Luiss era gremito, nei limiti delle restrizioni Covid, di studenti, laureandi e dottorandi delle varie facoltà accorsi a seguire una serie di interventi sul tema

Nuove leadership e nuove skill

in un mondo sempre più specializzato

Certo, se pure il titolo sembrava non scaldare più di tanto, nondimeno l’argomento, niente affatto banale, aveva riscosso un certo appeal. Oltre alle giovani menti, tra gli astanti si potevano scorgere anche qualche professore di economia e persino qualche investitore capitolino, quelli che, pur sognando di emulare i raider della Silicon Valley, non erano però quasi mai propensi ad abbracciare il coraggio degli stessi: vale a dire avere il coraggio di pensare e mettere in conto che meno del 20% delle start-up diventano poi vere imprese; invero in molti casi basta investire in una e una sola idea dirompente per veder ripagati con gli interessi tutti i soldi investiti (gli statunitensi odiano dire di aver buttato soldi) in svariati progetti abortiti o che non hanno avuto la forza di diventare adulti e redditizi.

Luca Sbriglia guardò con malcelato disappunto l’ultimo relatore. Aveva un MBA conseguito alla Wharton School, ma vedendolo per strada chiunque avrebbe potuto scambiarlo agevolmente per un hipster sin troppo curato. Gli occhialini grigio acciaio, la barbetta curata su un viso spigoloso e quel completo antrace sicuramente costoso pur non arrivando a coprire le caviglie esposte raccontavano a Luca di una persona, al di là degli studi severi e difficili, più attenta ad apparire che a essere, più forma che sostanza. Anzi, di più: forma senza sostanza.
L’intervento del magro possessore del MBA era stato tutto incentrato sulla specializzazione precoce e sul lavoro. Aveva invitato tutti a scegliere subito, sin dal secondo anno, il settore economico e studiare quante più ore possibili. Tutte le sue slide e i suoi esempi erano incardinati intorno a questi due semplici concetti: specializzazione precoce e teoria delle 10000 ore.

Luca stava scuotendo la testa quando sentì il moderatore chiamarlo sul palco per il suo intervento. Al solito, aveva dimenticato la scaletta: credeva che sarebbe stato chiamato dopo un altro paio di relatori.
«È con noi », stava dicendo il moderatore, « il dottor Luca Sbriglia, che tiene corsi e conferenze su immaginazione e creatività.»
Luca era leggermente sovrappeso e nel corso degli anni, se pure aveva smesso con i dolcevita quando Jobs aveva fatto la presentazione dell’iPhone, aveva scelto di non rinunciare ai maglioni quando Marchionne li rese di moda. Lui li usava, come i dolcevita, sin dal 2000. Aveva solo cambiato colore: dall’arancio era passato al viola, colore che tutti sembravano evitare come la peste, tranne quando era di moda.
«Pur essendo io stesso in possesso di un MBA come il relatore che mi ha preceduto, mi sento di dissentire in parte da quanto detto.»
Silenzio.
In Luiss lo studio e il duro lavoro, semplicemente, non venivano messi in discussione.
Mai.« Kahneman ci ha detto che gli esperti non sono poi veri esperti; e Tetlock ha aggiunto che sono ancora meno esperti di quanto possiamo immaginare. Già, l’immaginazione. Immaginazione e gli esperti.»
Nuova pausa.
«Siete quasi tutti studenti di economia e sapete bene che il tempo ha una certa importanza nei commerci, che ebbero un notevole giovamento quando il Parlamento Inglese offrì 20000 sterline a chi avesse trovato un metodo per il calcolo della longitudine. Ci provarono fior di matematici, fisici e ingegneri, ma a spuntarla fu John Harrison. John Harrison era un… orologiaio. Sì, un orologiaio riuscì dove fallirono fior di scienziati. Gli esperti. Però gli diedero solo 10000 sterline. Morale? Mai fidarsi dei politici.»
Risatine.
«Napoleone aveva un altro problema ed istituì pure un lui un premio da devolvere a chi fosse riuscito a trovare un modo per conservare il cibo. Dove aveva fallito Boyle, il papà della chimica moderna, riuscì Nicholas Appert, di professione… pasticciere»  «Harrison e Appert sono andati oltre gli esperti perché hanno attinto all’immaginazione, alla migliore risorsa a disposizione dell’umanità, alla capacità di vedere analogie e intrecci in campi differenti. E come si allena questa immaginazione? Leggendo tanto e di tutto, diventando curiosi e flessibili. Gli specialisti saranno sostituiti dall’A.I.

Ergo, all Leaders are Readers. La mia lezione è tutta qui. Thx!»   

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