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La storia di “Amatissimi” è incentrata su quattro personaggi, prima narrati come singoli, le cui esistenze in seguito si intersecano fino a diventare quelle di due coppie. Dapprima ci sono Lily, Charles, Nan e James raccontati nelle loro esistenze personali, poi ci sono i legami tra loro e il modo in cui riescono ad affrontare, insieme, le gioie e le difficoltà della loro vita. 

Matrimonio e Fede 

Il matrimonio non è l’unico campo in cui i protagonisti si misurano l’uno con l’altro, ma un altro grande pilastro del libro è la spiritualità. La Fede gioca un ruolo fondamentale nelle vite di tre dei protagonisti. James e Charles diventano infatti ministri del culto della First Presbiterian Church nel Greenwhich Village a New York.

Le vocazioni dei due uomini rappresentano quasi l’una lo specchio dell’altra. La fede di Charles è nata in una vita rassicurante e gli ha creato incertezza, permettendogli di dubitare, distaccandosi dal tracciato paterno per intraprendere la strada di ministro del culto. La fede di James, invece, è quella di un uomo nato in un contesto sociale sfavorevole, ma che grazie alla vocazione trova uno scopo proprio quando la sua vita sembrava vagare senza alcuna meta ben precisa. 

“«Davvero non hai bisogno che io creda in Dio?», chiese. 

Charles ci aveva già pensato molto bene 

«In Dio, no», le disse. «Ho solo bisogno che tu creda in me»”. 

Dal punto di vista delle due protagoniste femminili, la fede assume dei contorni ancora diversi. Nan è figlia di un ministro del culto ed essere credente è una parte della sua vita che non ha mai messo in discussione, mentre Lily, la cui esistenza è stata segnata dal lutto, si professa fermamente atea

“Lily non sarebbe mai più stata libera. Ma non sarebbe neanche più stata sola. Charles si sarebbe seduto su centinaia di panchine dentro centinaia di scuole ad aspettare che lei scendesse un migliaio di scalini, perché la amava.” 

First Presbyterian Church (Manhattan) - Wikipedia

Fonte immagine: wikipedia “first presbiterian church”

New York 

“Le sensazioni che ti perseguitano, Nan, sono Dio. Sono Dio che ti dice di fare qualcosa, di cambiare, in qualche modo. A volte non è giusto pregare di riuscire ad accettare lo status quo. Se Dio ti chiama a capovolgerlo, allora dovresti capovolgerlo. Tu credi che Dio ricompensi, Nan. Io credo che Dio insegua.” 

La città di New York, il loro punto di arrivo da viaggi diversi rappresenta qualcosa di unico per ognuno dei protagonisti. Nella città, o meglio nella chiesa, si riuniscono e si confrontano l’uno con l’altra, crescendo singolarmente e come amici. 

Nel loro percorso di maturazione sono soprattutto le due donne che hanno una visione di New York opposta. Nan vede nella grande città un ambiente non familiare, un luogo completamente diverso da quello in cui è cresciuta. La città la confonde e lei cerca in tutti i modi di radicarsi, prima con la cura delle piante – iniziata dopo uno sconvolgente evento nella sua vita – e poi partecipando al gruppo del lavoro a maglia dove si sente finalmente a casa dopo molto tempo. Lily, dall’altra parte, sembra che prenda fiato per la prima volta dopo molto tempo quando arriva a New York. Bramava da sempre la vita fresca e vibrante che la città le sa offrire e si perde di continuo tra le sue strade e nei bar, dove si trattiene fino a tarda notte con i suoi colleghi insegnanti

Room in New York di Edward Hopper: analisi

Fonte immagine: https://www.arteworld.it/room-in-new-york-edward-hopper-analisi/

Copertina 

Nella traduzione italiana la copertina che è stata scelta è quella di Room in New York di Edward Hopper. Il quadro rappresenta una coppia che sta nella stessa stanza ma ognuno dei due è assorto nel proprio mondo. Come per le coppie del libro, assorbiti nelle loro vite differenti che si uniscono in matrimonio, così l’uomo e la donna nel quadro di Hopper sono l’uno con l’altra, ma distanti. 

Il matrimonio è l’arena in cui i personaggi si confrontano, ma è anche il luogo a cui appartengono. Il legame tra loro è ciò che ha permesso di andare avanti a tutti e quattro, anche quando la vita li ha posti davanti a sfide che non si aspettavano e che non credevano di riuscire a superare. Nel finale stesso del libro si percepisce lo stesso senso di completezza, quando gli intrecci vengono risolti e tutti i cerchi si chiudono

“«Fratelli e sorelle amatissimi», cominciò. Erano le parole con cui si dava inizio ad un rito di matrimonio, non ad un battesimo, ma le persone radunate in chiesa erano davvero i suoi amatissimi fratelli e sorelle, così amati che mentre parlava si sentì stringere il cuore e la gola. Amava ognuno dei presenti in quella chiesa più di quanto avrebbe mai creduto possibile, non dell’amore istintivo dell’infanzia, o di quello facile che derivava dall’affinità, ma dell’amore forte e saldo che lega coloro che hanno affrontato insieme l’incertezza, che hanno tenuto duro: l’amore forte di chi mentre soffriva guardava al proprio fianco e vedeva l’altro.” 

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