Talent Garden Roma: il coworking dall’Italia per l’Europa

Il 14 marzo ha ufficialmente aperto i battenti il primo campus romano della rete di coworking space Talent Garden. Nicola Mattina, responsabile del nuovo spazio a pochi passi da piazza Mazzini, mi spiega che “non è stato facile trovare la location giusta” mentre passeggiamo per gli ampi open space a disposizione di startup e giovani professionisti. L’apertura, infatti, è avvenuta dopo due anni di ricerche e solo grazie a una partnership con il gruppo Poste Italiane e il suo programma di Open Innovation. “Per Roma avevamo bisogno di un immobile adeguato, abbiamo ponderato a lungo la decisione, non importa che sia arrivato solo come sedicesimo campus, volevamo quello giusto”, spiega orgoglioso. Sembrano esserci riusciti: 1.000 metri quadri, tre sale riunioni, due ampie sale condivise, una sala conferenze, una cucina e una splendida terrazza.

Il progetto Talent Garden nasce lontano dai grandi centri dall’intuizione di Davide Dattoli, giovane imprenditore che immagina tra i primi in Italia degli ambienti lavorativi condivisi nella sua Brescia. Da allora è cambiato tutto: TG è adesso un network europeo da 16 chapters (di cui 4 all’estero) con una propria scuola di formazione, la TAG Innovation School.
La risposta di pubblico è stata strepitosa, con i posti andati quasi completamente esauriti a pochi giorni dall’apertura, “la community di innovatori che ci conosce aspettava il nostro arrivo a Roma”. Tanto da richiedere già l’apertura di un secondo campus, zona Cinecittà, che sarà la sede anche della TAG Innovation School.
Mi sono sempre chiesto se infondo una scuola di formazione come TAG non fosse un’accusa alle università italiane. “No, non è un’accusa”, protesta Mattina, “però è evidente che c’è una domanda che non viene soddisfatta dal sistema universitario. L’approccio a volte eccessivamente teorico delle università entra in conflitto con la necessità da parte delle aziende di assumere delle persone capaci di muoversi nella pratica. TAG ha un approccio formativo legato all’occupabilità immediata e quindi punta a trasmettere delle competenze spendibili sin da subito nel mondo del lavoro”. L’offerta formativa prevede già corsi di coding per bambini dai 7 ai 14 anni, mentre sono in arrivo quelli per adulti su growth hacking e coding camp.
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Quello del coworking è un trend sicuramente in crescita a livello globale, con il network americano, divenuto ormai globale, WeWork a fare la parte del leone con una valutazione stellare da 16 miliardi di dollari. “È una modalità di lavoro molto interessante per piccole imprese e startup: i coworking space sono spazi vibranti, dove si incontra tanta gente hungry and foolish e nascono grandi opportunità, ma soprattutto sono l’occasione di non isolarsi dal contesto nel quale la propria attività si inserisce”, mi racconta ancora il direttore del campus.
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Mattina è anche co-founder di una startup, Stamplay, attualmente residente proprio negli spazi che stiamo visitando. Colgo l’occasione per chiedergli cosa si veda del panorama delle startup italiane da via Giuseppe Andreoli: “Dal 2009, anno dell’inizio del fenomeno startup in Italia, tante cose sono cambiate in positivo e i risultati iniziano ad arrivare. I fondi d’investimento italiani hanno raggiunto dimensioni adeguate per le fasi che attualmente è realistico pensare di poter fare nel nostro Paese. L’ecosistema italiano – aggiunge – è sicuramente in crescita e sta superando il provincialismo che lo ha attanagliato nei primi periodi aprendosi al mercato internazionale”.

Analisi confermata dai dati pubblicati da StartupItalia.eu sul 2015 dell’ecosistema italiano, il quale però ancora stenta a decollare definitivamente per confrontarsi con gli altri mercati europei. “Non dobbiamo preoccuparci troppo di confrontarci con gli ecosistemi esteri. Dobbiamo piuttosto impegnarci a creare una generazione di imprenditori di successo che abbia la volontà di reinvestire in Italia le risorse e le competenze realizzate, avviando così un circolo virtuoso che davvero può segnare una svolta nel panorama italiano delle startup. Qui a Talent Garden vogliamo contribuire a fare ciò”. Auguri.

@fabripignatelli