Questa è la prima volta che scrivo un articolo tutto “mio”, dove al centro sia proprio una mia riflessione sugli studenti.

Ho sempre pensato che dietro i miei articoli, dietro le mie interviste, ci fosse un mio pubblico di lettori. Pubblico con il quale si sia stabilito un rapporto – seppure indiretto – di scambio di sensazioni. Tramite una poesia, tramite un disegno, tramite le parole mie o di chi mi ha aiutata in questo bellissimo cammino. Cammino che per me porta il nome di 360.

Oggi, in questo momento esatto, mi trovo a Villa Blanc. Maestosa sede, curata in ogni dettaglio, per la quale la Luiss ha fatto un investimento non indifferente. Oggi, nella mia esperienza così “nell’ombra”, ho avuto modo di riflettere. Vorrei non solo condividere questa riflessione con voi, ma invitarvi a riflettere, scrivermi, e farmi sapere cosa ne pensate. Che sia quindi uno spunto di riflessione, per instaurare, ove chiunque volesse, una “conversazione” interessante.

Il mio professore di Diritto Penale, ha suggerito a me e al canale intero, di prendere parte, oggi, a questa conferenza. È soprattutto la presentazione di un master interessante, incentrato sulla cibernetica, e che porta il nome proprio di “Cybersecurity e cyberattack”. Evento che iniziava alle 15:30, e che avrebbe inglobato gli interventi di illustri figure, nei settori informatici e giuridici, ma anche economiche. Questo perché lo stesso tema viene a presentarsi, soprattutto, all’interno di aziende sottoposte ad attacchi cyber. Questo comporta spese per le imprese di circa due milioni di euro ad attacco. La Cina, del resto, grande potenza economica mondiale, ha investito, come il Rettore P.Severino ha tenuto ha precisare, milioni per provvedere alla formazione informatica. Questa formazione viene inserita nel settore giuridico, per combattere e prevenire il fenomeno.

Alle 15:00 ho effettuato l’accredito, e sono entrata nell’aula, dove mi hanno accompagnata ad un posto prestabilito. Al che, mi sono seduta, mi sono guardata intorno, e ho visto solo una fila di posti riservata agli studenti. Saranno stati scarsi venti posti, e solo cinque o sei non avevano il cartellino “riservato”. Mi sono chiesta perché, ma non ci ho dato tanto importanza, perché l’evento necessitava di un accredito. Ho solamente pensato che fossero stabiliti in base agli accrediti complessivi.

Dopo 30 minuti, mi hanno fatta alzare, e mi hanno fatta spostare indietro, in piedi, in un’area quasi sbarrata. §Mi hanno detto di restare li, dietro quei separatori. Senza pensarci, mi sono fermata li. Mi guardavo intorno un po’ smarrita, un po’ spaesata. Quando giro la testa mi assale un gruppo di giornalisti, di cameramen, fotografi, e via dicendo, e mi cacciano anche da quel piccolo posto che mi avevano assegnato. Ancora più smarrita mi metto in un posticino piccolino piccolino, ve lo giuro.

Chiedo gentilmente dove andare. Mi invitano ad uscire, perché qualcuno mi scorterà nel posto da cui posso assistere a questa conferenza. Esco dalla bellissima Sala Da Ballo della Luiss Business School, a Villa Blanc, e qualcuno mi sposta verso il banco dove ho fatto l’accredito. Non sapevano dove mandarmi. Qualcuno, molto innervosito dal fatto che stavo, in maniera forse un po’ spiazzata, e forse leggermente irritata, mi porta scocciato verso l’aula verde. C’è uno schermo e una diretta Facebook.

Ora sono qui, davanti questo schermo. E rifletto.

Ci saranno stati dieci studenti, anche se penso di meno, a questo evento. Dieci studenti, che per essere presenti ad un evento così avanzato per un corso di laurea ancora da concludere, sono dieci studenti interessati e sconvolti contestualmente.

Comincia il dibattito il presidente di Elettronica Enzo Benigni. Lo stesso, fa riferimento agli studenti che dice “ho visto di là”. Gli studenti, che secondo lui, sono il futuro perché un giorno saranno seduti in posti diversi. Saranno seduti dove oggi siedono i dirigenti. Mi chiedo, spontaneamente: ma se gli studenti sono coloro che frequenteranno il Master, perché non possono essere li? Se gli studenti sono coloro che possono essere formati per le aziende, perché non è stato predisposto un luogo adatto a contenere gli studenti stessi? Ha risposto il direttore generale G. Lo Storto: Villa Blanc è stata soggetto di attacchi cibernetici in fase di acquisto della struttura da parte dell’università. Però resta il fatto che un master viene logicamente predisposto non per dirigenti e organizzatori dello stesso, ma per studenti.

Prosegue il Magnifico Rettore, che si chiede “perché sono in aula così tanti dirigenti?”. Ho pensato che avrebbe avuto la mia stessa questione da porsi, ma mi ha subito smentita. Sono rimasta molto sorpresa dal fatto che non siano stati mensionati in nessun momento gli studenti. Studenti, che hanno lasciato posto a dirigenti, illustri figure, e stampa a volontà.

Poi si costituisce una tavola rotonda, dove illustrare il tema, piuttosto che il master. Tavolo costituito da tecnici, che sostanzialmente spiegano – proprio in questo momento – i temi che verranno trattati al master. Esordisce un rappresentante di “Elt” (Elettronica): “a tutti gli amici studenti che ci ascoltano…”. Tutti gli amici studenti, che vi ascoltano in una diretta facebook, tramite uno schermo. Studenti che si trovano a 10 metri da voi, che vorrebbero farvi qualche domanda. Studenti interessati, perché questi eventi dovrebbero essere organizzati per gli studenti. Qualora non ci fosse stato spazio per gli studenti, gli organizzatori degli eventi avrebbero potuto restringere il campo, escludendo gli studenti.

Perché, se tutto quello che la Luiss organizza e predispone è fatto per gli studenti, non riusciamo mai ad avere abbastanza spazio?

Per il primo numero del cartaceo, che era il mio primo numero da caporedattore alla rubrica “Caffè con…”, mi hanno proposto un tema. Tema che era l’istruzione, e ho deciso di intervistare il direttore generale per una migliore prospettiva dell’anno accademico. Le parole chiave dell’anno accademico citate dal Direttore sono state: inclusione, condivisione, consapevolezza. Inclusione, che non sono riuscita ad inquadrare molto bene nei miei pensieri di oggi.

Il resoconto della conferenza, ha due prospettive, proprio per questo motivo.

Da una parte un tema molto interessante ed estremamente attuale. Si snodava su due livelli distinti ovviamente: la presentazione del master da un lato, la cybersecurity e il cyberattack dall’altro. Tema molto importante, perché dal punto di vista della sicurezza, le aziende necessitano di protezione. Necessitano di protezione perché, come ha sottolineato la Severino, ci troviamo di fronte al cambiamento del modo di vivere il commercio. L’era della digitalizzazione sta prendendo piede in qualsivoglia settore della vita. Ci troviamo di fronte ad un cambiamento, che eliminerà l’acquisto diretto. Saranno utilizzate, in un futuro non molto remoto, in maniera quasi assoluta, le piattaforme di e-commerce per l’80% degli acquisti. Emma Marcegaglia, che ha sostenuto di parlare oggi in veste di imprenditrice, ha trattato anche il tema del lavoro. I posti di lavoro che si perderanno a causa del diverso modo di commerciare, saranno sostituiti da nuovi posti di lavoro.

E qui entra in gioco il ruolo del master. Master cui le pubbliche imprese hanno aderito con piacere, così come le imprese private. C’è bisogno di formare giovani che, in collaborazione con le altre università nei settori interessati, specie i settori informatici, abbiano un ruolo chiave nelle imprese. Ruolo che si concretizza con la capacità di poter fornire un’assistenza tecnica dettagliata. Ruolo che viene completato dalla figura del giurista specializzato nella difesa, nella prevenzione e nella protezione dagli attacchi informatici.

Dall’altra parte, tante domande. I master sono scelti dagli studenti, creati per gli studenti. Un progetto come questo, alla sua presentazione, dal momento che il master parte da questo dicembre, non avrebbe dovuto veder partecipi un maggior numero di studenti? Non avrebbe dovuto dare la possibilità di “includere” anche noi in questa bellissima iniziativa? Non avrebbe dovuto rispondere alle nostre domande su un tema così attuale in cui noi siamo i primi protagonisti?

In cosa consiste una definizione soddisfacente? Per il filosofo e lo studioso, una definizione è soddisfacente se è pertinente alle cose che definisce e solo a quelle; ecco quanto richiede la logica. Ma nell’insegnamento non è così: una definizione è soddisfacente solo se lo studente la comprende.

Voglio concludere con una citazione di Henri Poincaré, per far riflettere ogni studente che leggerà. Per far riflettere ogni insegnante che dovesse leggere.